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La Regione Marche creerà a freddo cinque nuove Aziende Sanitarie Locali:  uno stress test pericoloso per la sua sanità in crisi

In un periodo di massima criticità per il SSN la Giunta delle Marche sta per far sostenere al sistema sanitario regionale un pesantissimo e in questa fase assolutamente inopportuno stress test senza alcun “riscaldamento” preliminare e senza alcun accompagnamento.  Perché se non vanno bene le fusioni aziendali a freddo, figuriamoci se può andare bene la gemmazione a freddo di cinque nuove Aziende

08 GIU -

Dovrebbe essere in dirittura finale il percorso che porterà le Marche a “sciogliere” la sua attuale unica Azienda Sanitaria Locale per creare in un colpo cinque nuove Aziende Sanitarie Locali, scelta in netta controtendenza e di non piccolo impatto per una Regione di circa 1,5 milioni di abitanti. In pratica, verrà - pare (perché documenti di analisi e proposta ufficiali non ne circolano) - “sciolta” l’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) istituita con Legge Regionale nel 2003, mentre le cinque attuali Aree Vaste (una per Provincia) si trasformeranno in Aziende Sanitarie Locali. Una di queste, l’Area Vasta 1 di Pesaro, verrebbe ad assorbire l’Azienda Ospedaliera Marche Nord. Totale 5 nuove Aziende e 2 vecchie Aziende soppresse.

L’ASUR venne istituita con la Legge Regionale 13 del 2003 ed ha anticipato il fenomeno della cosiddetta “merger mania”, ovvero la ossessione degli accorpamenti delle ASL.  In Italia il numero delle Aziende Sanitarie Locali negli anni è progressivamente sceso dalle 228 del 31/12/95 alle 118 del 30/06/21 (fonte: Rapporto OASI 2021), mentre nello stesso periodo le Aziende Ospedaliere sono passate da 81 a 43.

Le motivazioni di questa ossessione vengono attribuite per lo più ad esigenze di efficienza (miglioramento della performance) e di economicità, salvo poi che quando analizzati nel loro impatto questi accorpamenti non hanno “di per sé” ottenuto i vantaggi auspicati mentre inevitabilmente l’incremento della dimensione organizzativa ha prodotto  una maggiore “distanza” tra vertice strategico e linee operative con conseguente aumento di costi di integrazione legati alla necessaria espansione delle funzioni di middle management, come hanno scritto alcuni anni fa in un loro intervento Marco Mariani, Anna Acampora e  Gianfranco Damiani.

Nello stesso intervento si faceva presente che “Procedere in un processo di accorpamento non significa esclusivamente assumere una decisione di politica sanitaria da perpetrarsi “a freddo”, a costo zero e con realizzazione di effetti immediati. Esso richiede un accompagnamento culturale e tecnico dell’organizzazione che consenta la realizzazione dell’integrazione dei processi assistenziali e normo-tecnici in condizioni di maggiore complessità.” Questa considerazione /raccomandazione sull’esigenza di un accompagnamento dovrebbe valere ovviamente anche per il processo opposto e cioè la ridiluizione delle Aziende come quella che sta per fare la Regione Marche.

Quello che qui interessa ed assume un significato più generale è il confronto tra la metodologia adottata a suo tempo per la scelta della istituzione dell’ASUR e quella adottata per il suo superamento. La nascita dell’ASUR nacque in un contesto di Health Policy Science ed ebbe tra i suoi promotori il Prof. Elio Borgonovi, fondatore del Cergas (Centro di ricerche sulla gestione della assistenza sanitaria) dell’Universita` Bocconi di Milano.

In un Comunicato stampa della Regione dell’epoca, sono riassunti i risultati ottenuti in uno studio della Bocconi stessa nei primi anni di sperimentazione del nuovo modello di Servizio Sanitario Regionale che le Marche stavano costruendo. Il Comunicato concludeva con le parole del prof. Borgonovi che si dichiarava “convinto che il modello sanitario marchigiano possa fornire indicazioni utili anche all’estero.”

E’ giusto che a distanza di quasi venti anni dalla sua istituzione l’ASUR venga rivalutata per introdurre cambiamenti che ne razionalizzino e migliorino il funzionamento, visto che anche chi collaborò alla sua istituzione, come il mio amico dott. Giuseppe Zuccatelli, ne ha identificato da tempo le criticità. Criticità che hanno trovato conferma in un recentissimo convegno organizzato ad Ancona da ANAAO-Assomed e da Nursind nel corso del quale il dott. Piero Ciccarelli, che l’ASUR l’ha diretta, ha evidenziato sia i risultati positivi che quelli negativi della sperimentazione dell’ASUR. Tra i risultati positivi sono stati inclusi quelli riguardanti la maggiore efficienza dei processi amministrativi e tra quelli negativi quelli riguardanti la gestione del personale.

Quindi è normale che l’ASUR venga rimessa sotto osservazione (fra l’altro nel tempo ha subito diverse modifiche). Non è normale invece che mentre la istituzione dell’ASUR ebbe come “padre nobile” la Bocconi, il suo superamento abbia come “padre nobile” il solo programma elettorale della maggioranza di centro-destra che sostiene la attuale Giunta. Sì perché non esiste alcuno studio e nessuna analisi che documentino cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nella Azienda Sanitaria Unica delle Marche, né cosa occorre fare nel passaggio a cinque Aziende Provinciali.

Quindi in un periodo di massima criticità per il SSN la Giunta delle Marche sta per far sostenere al sistema sanitario regionale un pesantissimo e in questa fase assolutamente inopportuno stress test senza alcun “riscaldamento” preliminare e senza alcun accompagnamento.  Perché se non vanno bene le fusioni aziendali a freddo, figuriamoci se può andare bene la gemmazione a freddo di cinque nuove Aziende. 

Claudio Maria Maffei



08 giugno 2022
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