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QS Edizioni - giovedì 28 novembre 2024

Studi e Analisi

Il 97% dei sanitari vaccinati non può trasmettere il virus. Indagine dell’Ordine dei medici di Torino

immagine 24 maggio - Su un campione di 5.823 operatori (medici, infermieri, psicologi, farmacisti…) sottoposti a tampone dopo la vaccinazione per un periodo di osservazione di circa tre mesi, il 96,93% non ospitava il virus nelle prime vie aeree, “quindi non era potenziale veicolo di contagio“. Su 11.910 operatori solo l’1,41% ha dichiarato di avere contratto il virus dopo la vaccinazione. I RISULTATI
Le persone vaccinate contro il Covid-19 possono comunque essere infettate e trasmettere il virus? E sono completamente protette dallo sviluppo della malattia, nonostante le varianti che sono state individuate? Anche l’Omceo Torino è sceso in campo per cercare di dare risposte a questi dubbi, su cui già sono partiti studi sia a livello nazionale che internazionale.

L’Omceo ha infatti lanciato una indagine conoscitiva attraverso un breve questionario compilabile on line in forma anonima chiedendo agli operatori se, dopo il completamento del ciclo vaccinale anti-Covid, siano mai risultati positivi e dopo quanto tempo dalla vaccinazione. L’indagine si è svolta fra il 29 marzo e il 2 maggio, la raccolta dati è stata curata dal dottor Mario Nejrotti e dal dottor Gabriele Gallone.

Hanno aderito complessivamente 11.910 sanitari di tutte le professioni: 4.600 medici e odontoiatri, oltre 2.500 infermieri, quasi 1.500 psicologi, quasi 700 veterinari, oltre 500 farmacisti, circa 400 fisioterapisti, 350 educatori professionali, quasi 1.300 da tutte le altre professioni sanitarie.

“Appena l’1,41% di tutti i partecipanti (la stragrande maggioranza ha ricevuto Pfizer) ha contratto il Sars-CoV-2 dopo la vaccinazione, 168 su 11.910. La percentuale scende all’1,18% - 54 su 4.575 – se si considerano solo medici e odontoiatri. Dati che confermano l’ormai acclarata efficacia dei vaccini nel fermare la malattia, anche in una categoria come quella dei sanitari, più esposta di altre al rischio di contagio”, commenta l’Omceo.

L’obiettivo dell’iniziativa era conoscere soprattutto in che misura il vaccino, oltre a proteggere i singoli individui dallo sviluppo del Covid-19, sia in grado di limitare la circolazione del virus. “Fra i partecipanti al questionario, 5.823 sono stati sottoposti a tampone dopo la vaccinazione - spiega dunque l’Omceo Torino -, dalla fine di gennaio all’inizio di maggio: i positivi sono stati 179, il 3,07% del totale. E dunque, in un periodo di osservazione che si estende su circa tre mesi, il 96,93% dei soggetti sottoposti a tampone dopo la vaccinazione non ospitava il virus nelle prime vie aeree, non risultando cosi potenziale veicolo di contagio per il prossimo. Il dato è ancora inferiore per medici e odontoiatri, con il 2,25% dei positivi al tampone e quindi il 97,75% di negativi”.

Oltre ai benefici del vaccino, l’Omceo Torino ha voluto chiedere agli operatori riscontro anche sulle reazioni avverse da vaccino: “Si sono verificate in un numero di casi discretamente elevato, 65,90%, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono state in linea con le altre osservazioni e di scarsa rilevanza clinica. È risultato presente il dolore nella sede dell’inoculazione nel 78% dei casi, il malessere e la stanchezza nel 58,83%, i dolori muscolari nel 38,88% e la febbre nel 28,83”.

Da parte del presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto un grazie a Nejrotti e Gallone “per l’importante lavoro che hanno compiuto, oltre a tutti i professionisti sanitari che hanno partecipato all’indagine. Alla luce di questi dati, che si accordano con i risultati di altre ricerche analoghe fatte anche in campo internazionale, si può dunque ragionare in modo efficace per un allentamento delle restrizioni, almeno per tutte le persone che hanno ricevuto il vaccino”.
24 maggio 2021
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