Dopo il
primo articolo sulle riforme incluse nel Pnrr destinate a migliorare l’assistenza territoriale, in cui abbiamo ricordato l’importanza della riforma per il sostegno agli anziani non-autosufficienti, dedichiamo un secondo approfondimento ad un argomento “gemello” della Missione 5, la “Riforma1.1:
legge quadro per le disabilità”.
Anche perchè, come ha ricordato il Presidente della CARD
Gennaro Volpe “Gli scenari futuri delineati dal Pnrr per le persone disabili sembrano essere rassicuranti, anche riguardo ai tempi di attuazione della riforma ed alla certezza di risorse. Per questo CARD rinnova l’impegno a partecipare a questa grande impresa, cercando di raccogliere dai Distretti, idee e proposte di azioni innovative”.
Anche questo progetto riformatore trova infatti molti richiami trasversali nel testo del Pnrr ed è affiancato dai paragrafi dedicati agli investimenti specifici, di cui diremo in modo dettagliato, con una lettura trasversale, in una prossima puntata. Qui ci soffermeremo sui contenuti specifici di questo proposito riformatore, dando spazio più al testo originale che ai nostri commenti.
Nel Pnrr l’attenzione al tema della disabilità ed alla trasversalità del tema percorre l’intero documento, ad iniziare già nelle prime pagine.
“
Le pari opportunità per le persone con disabilità… Il Governo ha creato con la legge di bilancio 2020 un Fondo disabilità e non autosufficienza e ha allocato complessivamente 800 milioni di euro per il triennio 2021-2023. La prima riforma che verrà finanziata con queste risorse è finalizzata alla realizzazione della “Legge quadro della disabilità”. Questo si propone di realizzare pienamente i principi della convenzione Onu secondo un approccio coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e con la recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo 2021 dalla Commissione europea. In particolare, la riforma semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato.
All’interno del Piano sono previste le seguenti misure:
• Nella Missione 1, si rimuovono le barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, per promuovere una cultura dell’accessibilità del patrimonio culturale italiano.
• Nella Missione 2 e nella Missione 3, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini.
• La Missione 4 prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.
• La Missione 5 include un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità.
• Nella Missione 6, il miglioramento di servizi sanitari sul territorio permette di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità, favorendo un accesso realmente universale alla sanità pubblica...”.
L’argomento è affrontato nella Missione 5 (ricordiamo che quindi sarà di pertinenza del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), con un’importante introduzione, che ribadisce i medesimi concetti, e con un paragrafo specifico: “Riforma 1.1: Legge quadro per le disabilità”, il cui testo integrale è di seguito riportato:
“Realizzare una riforma della normativa sulle disabilità nell’ottica della de-istituzionalizzazione e della promozione dell’autonomia delle persone con disabilità. In tal senso l’obiettivo si realizza attraverso: il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta di servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali, la semplificazione dell’accesso ai servizi socio-sanitari, la revisione delle procedure per l’accertamento delle disabilità, la promozione dei progetti di vita indipendente, la promozione delle unità di valutazione multidimensionale sui territori, in grado di definire progetti individuali e personalizzati ex art. 14 Legge n. 328/00 e legge 112/2016, anche attraverso l’implementazione territoriale dei Punti Unici di Accesso per le persone con Disabilità (Pua) quali strumenti per la valutazione multidimensionale.
La riforma prevede la realizzazione di una riforma della normativa sulle disabilità nell’ottica della de-istituzionalizzazione e della promozione dell’autonomia delle persone con disabilità. L’obiettivo è realizzare pienamente i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’Italia fin dal 2009), secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti fondamentale dell’Unione Europea e con la recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo 2021 dalla Commissione Europea. La riforma prevede il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta di servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali, la semplificazione dell’accesso ai servizi socio-sanitari, la revisione delle procedure per l’accertamento delle disabilità, la promozione dei progetti di vita indipendente e la promozione delle unità di valutazione multidimensionale sui territori, in grado di definire progetti individuali e personalizzati. Verrà finanziata a partire dalle risorse del nuovo Fondo disabilità e non autosufficienza creato con la legge di bilancio 2020 (800 milioni complessivamente per il triennio 2021-2023)”.
Ci limitiamo a sottolineare l’esplicito riferimento al tema della deistituzionalizzazione e della promozione dell’autonomia con il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta di servizi. I Distretti si troveranno quindi a congiungere le azioni di ambito sanitario con quelle di parte sociale dei Comuni ed ambiti per costruire interventi ad alta integrazione in cui, dati i nuovi apporti previsti nella Missione 6 in tema di cure domiciliari e residenziali, potranno globalmente realizzare prese in carico integrate più solide e in grado di meglio soddisfare la domanda.
Importante poi constatare che sono già previste risorse economiche ad hoc, già stanziate nel 2020 e proiettate fino al 2023. A queste si aggiungono 500 milioni annunciati negli investimenti di settore (Investimento 1.2 in M5C2). Giova anche ricordare che lungo tutto il Pnrr sono citati ulteriori impegni a favore della qualità di vita delle persone disabili in tema di politiche abitative, del lavoro, quindi con azioni integrate a tutto campo di grande rilevanza in questa fascia di popolazione.
Troviamo poi una conferma finale della rinnovata attenzione alla disabilità, nel “Focus sulle dimensioni trasversali del Piano”:
“Il lavoro di cura dei bambini, degli anziani e dei disabili deve essere una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e distribuito in modo diseguale fra i generi”. Piace rilevare l’accento sulla rilevanza pubblica della questione (responsabilità di creare un welfare solido) e sulla disuguaglianza tra i generi (responsabilità di creare equità).
Gli scenari futuri dati dal Pnrr per le persone disabili sembrano quindi essere, come ha sottolineato il Presidente, rassicuranti ed incoraggianti, anche riguardo ai tempi di attuazione della riforma ed alla certezza di risorse. In queste premesse, CARD rinnova l’impegno a partecipare a questa grande impresa, cercando di raccogliere dai Distretti, che ogni giorno condividono con le persone disabili difficoltà e speranze, idee e proposte di azioni innovative positive per contribuire a realizzare una riforma che sia fonte di vero progresso.
Paolo Da Col e Antonino Trimarchi
Centro Studi CARD