È una vita dura quelle dei medici in formazione, sebbene siano laureati in medicina sono più affini a uno studente universitario vicino a una borsa di studio che a un lavoratore che svolge atti medici. Peccato gli venga imposto si svolgere mansioni lavorative non correlate però da tutti quei diritti riservati ai lavoratori. Soprattutto, circa un medico specializzando su dieci ha lavorato la notte senza la presenza di Tutor, come stabilito dalla legge, effettuando scelte terapeutiche in totale autonomia ed esponendosi a denunce da parte dei pazienti e dei Nas in caso di controllo a sorpresa.
E a circa il 26%, mai o raramente è stato concesso il cosiddetto “Smonto notte”, ovvero l’astensione di 12 ore alla formazione dopo il turno di notte. E ancora, nonostante la stragrande maggioranza sia a conoscenza della normativa che fissa l’orario minimo di attività formativa (34 ore settimanali pratiche e 4 di attività teorica) e il tetto massimo di 48 ore settimanali di frequenza obbligatoria, il 32,3% dei medici in formazione non la conosce. Eppure nell’ultimo anno il 53% degli specializzandi ha lavorato superando il tetto orario previsto, e tutto fa presagire che non sia una novità legata solo allo stato di emergenza pandemico.
Insomma, lavoratori di serie B da un punto di vista delle tutele: non possono godere dei diritti del ricongiungimento familiare, degli assegni famigliari, degli specializzandi caregiver, del congedo di paternità, del congedo per lutto grave, dell’indennità di svolgimento di attività straordinarie. Il tutto nonostante vengano loro applicate le normative sul monte-ore di lavoro e le assenze giustificate annuali che spettano ad un lavoratore Una condizione “spuria”, a cavallo tra lo studente e il lavoratore unica nel panorama europeo, che necessita di un profondo cambio di inquadramento del medico in formazione
A scattare la fotografia della condizione formativa dei medici specializzandi è una Survey che ha coinvolto oltre 1.300 medici in formazione, ideata ed elaborata dai rappresentanti dell’
Associazione Liberi specializzandi (Als), presente in tutte le 40 Università Italiane e membro dell’Osservatorio nazionale della Formazione Medica.
Obiettivo della Survey, prima del suo genere, è stato quello di indagare sulla conoscenza delle normative sulla formazione medica post-laurea, da parte dei medici specializzandi e del loro reale rispetto. In tutto 14 le domande sulla conoscenza e il rispetto dei temi inerenti l’orario di lavoro, le assenze giustificate, le malattie e lo smonto-notte alle quali hanno risposto 1.353 specializzandi (l’82% tra il 1 e il terzo anno di specializzazione). Una survey, sottolinea l’Als, che necessiterà di ulteriori aggiornamenti ed implementazioni nei prossimi mesi per verificare altri ambiti relativi alla formazione medica ed eventuali miglioramenti a seguito degli accreditamenti in essere (aprile-maggio 2021).
Dai risultati emerge un sistema con diverse criticità che devono essere rapidamente risolte. Ci sono infatti realtà in cui la formazione medica è altamente insufficiente e sulle quali bisogna intervenire, sottolinea l’Als. Anche la normativa sulla formazione medica è ormai anacronistica: “In un paese industrializzato come l’Italia – spiega l’Als – non possono esserci scuole di specializzazione in cui il medico al formazione gli vengono negati i diritti relativi al monte ore, alle assenze giustificate o di malattia ed infine allo smonto notte”.
Manca poi agli specilizzandi la possibilità di poter dire la loro: la normativa prevede l’utilizzo questionari anonimi ufficiali e certificati in cui gli specializzandi possono segnalare le criticità presenti nelle proprie scuole. Ma al 1999 sono stati utilizzati soltanto due volte. Per questo, come emerge dalla Survey, gli specializzandi auspicano l’attivazione di un portale ministeriale dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica dove, mediante codice identificativo fornitogli all'inizio di ogni anno accademico, possano segnalare anonimamente il mancato rispetto delle normative.
Ma vediamo in sintesi i risultati emersi.
Assenze Giustificate e Malattia. Il medico in formazione specialistica ha diritto per ogni anno di specializzazione, ovvero l’intervallo compreso tra i due esami di passaggio all’anno successivo di corso, a 30 giorni di assenze giustificate. Se compie più di 40 giorni di assenze per malattia, correlata da certificati medici comprovanti, interrompe temporaneamente la specializzazione e recupererà i giorni di formazione al suo rientro in specializzazione. In nessun caso di malattia perde il suo contratto di specializzazione. Su questo fronte gli specializzandi sono molto informati: il 94,8% era a conoscenze dei 30 giorni di assenze giustificate annuali e l’89,3% dei 40 giorni consecutivi di assenze di malattia che sospendono il contratto senza una sua irreversibile decadenza. Tuttavia il 21.2% degli specializzandi ignora che che le assenze di malattia inferiori al 40 giorni non devono essere recuperate ma bensì devono essere conteggiate nei canonici 30 giorni attuali. Soprattutto ben il 17.2% degli specializzandi dichiara che nella propria scuola di specializzazione le assenze di malattia non vengono conteggiate tra i giorni di assenze giustificate e il 29,7% (quasi uno specializzando su tre) dichiara che nella sua scuola non viene rispettato l’utilizzo di 30 giorni di assenze giustificate annuali.
Ratifica assenza di malattia. Per ratificare l’assenza di malattia il 56,1% allega il certificato medico (non richiesto per legge) e il 38,6% la comunica solo verbalmente o in maniera scritta senza alcun certificato. Ma il dato molto grave è che il 5.2% degli specializzandi dichiara che nella sua scuola non è prevista l’assenza di malattia.
Orari di Lavoro. Su questo fonte la legge stabilisce che la formazione settimanale minima sia di 34 ore settimanali pratiche e 4 di attività teorica (lezioni) e che non si possono eccedere le 48 ore settimanali. Ma il 32,3% degli specializzandi ignora la norme. Una non conoscenza, sottolinea l’Als che preoccupa “perché un sistematico non-rispetto dell’orario settimanale comporta non solo una non ottimale formazione, ma anche e soprattutto una errata gestione della formazione da parte del proprio tutor”. Inoltre alla domanda se, nell’ultimo anno, sono stati superate le 48 ore settimanali, se quasi uno su tre (29,4%) dichiara di avere appena iniziato la specializzazione, il 52,3% da una risposta affermativa influenzata dalla pandemia da Sars-CoV-2. Ma alla luce del fatto solo il 10,6% dichiara di non aver “mai superato le 48 ore settimanali” è facile presumere che questa condizione esisteva anche pre-pandemia.
Turno di notte e Smonto Notte. I medici in formazione specialistica non sono lavoratori inquadrati con contratto di lavoro e svolgono la loro formazione affiancati obbligatoriamente da un tutor che può ritenere opportuno, ai fini della loro formazione, far svolgere loro turni notturni. Eppure nonostante i medici siano a conoscenza della norma a (82%) il 13,6% che dichiara che questa regola imprescindibile non viene rispettata: “Ciò illustra – sottolinea l’Als – una grave irregolarità poiché il medico in formazione specialistica che si trova senza il proprio tutor di notte dovrà giocoforza effettuare scelte terapeutiche in totale autonomia e tali scelte possono essere oggetto di denunce da parte dei pazienti e di agenti del Nas in caso di controllo a sorpresa”.
Anche sul cosiddetto “Smonto notte”, ovvero l’astensione di 12 ore alla formazione il giorno successivo lo svolgimenti di attività lavorativa nelle ore notturne, il 94,4% conosce la norma regolata dalla legge 161/2014. Tuttavia escludendo gli specializzandi che hanno appena iniziato la specializzazione: alla domanda se è stato o meno concesso questo diritto 498 dichiarano “Sì, sempre” e 125 dichiarano “Sì spesso”, 68 dichiarano “raramente” e 99 dichiarano “no”. “Questi risultati – conclude l’Als – certificano l’esistenza di un malcostume e il mancato rispetto del monte-orario, facendo presagire il mancato rispetto in quelle scuole anche di altri diritti sacrosanti dei medici in formazione specialistica”.
A cura di E.M.