Ieri in conferenza stampa, anticipando le misure che dal prossimo 26 aprile porteranno ad alcune graduali aperture con il ritorno della zona gialla, il presidente del Consiglio
Mario Draghi ha parlato di un "rischio ragionato". Ma è davvero così?
Con le zone gialle, bar e ristoranti potranno tornare ad aprire anche a cena, ma solo con tavoli all'aperto, mentre cinema e teatri torneranno a lavorare con posti contingentati. Le palestre, invece, dovranno aspettare giugno per riprendere l'attività. Queste alcune delle misure che incideranno sulla vita economica di quegli italiani più colpiti in quest'ultimo anno dal punto di vista lavorativo. Basterà però passare in zona arancione e rossa per dover richiudere tutto nel giro di pochi giorni. E ancora, non tutti i ristoranti e bar sono dotati di adeguati spazi all'aperto. Il loro lavoro, inoltre, sarà fortemente condizionato anche dal meteo oltre che da quel coprifuoco che resterà ancora vigente fino alle 22. Il vantaggio in termini 'economici' appare dunque esiguo. Anche teatri e cinema hanno già dichiarato a più riprese come aperture contingentate potrebbero non essere economicamente sostenibili.
Si riapriranno poi le scuole in presenza in zona gialla e arancione. Per la zona rossa, si studierà in presenza fino alla terza media, mentre per le superiori ci sarà il limite del 50%, il resto in Dad. C'è da sottolineare come tutto questo avverrà senza che nulla di fatto sia cambiato per risolvere il problema trasporti e con la consapevolezza che la variante inglese, ormai predominante nel nostro Paese, rende rischiosa anche una permanenza prolungata in spazi chiusi con due metri di distanza.
Tutto ciò in un contesto epidemiologico che vede ancora 15 mila contagi, oltre 3.300 ricoverati in terapia intensiva, più di 400 decessi al giorno ed una campagna vaccinale che stenta a decollare e che, dopo aver 'bucato' l'obiettivo 300 mila vaccinazioni al giorno a fine marzo, ha dovuto posticipare il raggiungimento delle 500 mila al giorno a maggio.
Siamo quindi davvero sicuri che l'aumentato rischio collettivo, a fronte dell'esiguo vantaggio solo di una piccola parte di quelle categorie economiche più colpite, si possa definire "ragionato", soprattutto in considerazione del fatto che gli unici elementi frenanti per una ripresa delle infezioni (oltre ai vaccini che però ancora non decollano come sperato) sono i nostri comportamenti (mascherine, distanziamento, ecc.) e lo stare all'aria aperta?
Giovanni Rodriquez