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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Studi e Analisi

Salute Mentale. Le disuguaglianze regionali sempre più evidenti. Ecco la situazione nei 21 sistemi di cura per la salute mentale italiani

di Fabrizio Starace
immagine 16 dicembre - L’analisi, realizzata dalla Socità italiana di epidemiologia psichiatrica, offre un quadro della situazione attuale e dell’andamento dei principali indicatori di struttura e attività del sistema di cura per la salute mentale. Per ciascuna Regione viene riportato il “posizionamento” rispetto agli indicatori SIEP in termini di variazione percentuale tra il valore di riferimento nazionale e il valore che l’indicatore assume nella specifica Regione. Ecco qual è la situazione
Le disuguaglianze inter-regionali del sistema di cura per la Salute Mentale sono state già documentate dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica. Con questa nuova aggiornata analisi dei dati del Sistema Informativo Salute Mentale si offre un quadro sinottico dei principali indicatori di struttura e attività dei DSM nei 21 sistemi sanitari italiani. Per ciascuna Regione viene riportato il “posizionamento” agli indicatori SIEP in termini di variazione percentuale tra il valore di riferimento nazionale e il valore che l’indicatore assume nella specifica Regione (scarica qui il rapporto completo).
 
Questa modalità consente di evidenziare più rapidamente le criticità regionali e costituisce a nostro avviso uno strumento prezioso a disposizione della programmazione. All’indomani della pubblicazione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza che destina alla Salute solo 9 dei 196 mld. che arriveranno dall’Europa, senza alcun investimento specifico nell’area Salute Mentale, crediamo che questi dati debbano far riflettere. Innanzitutto sul piano tecnico e dell’accuratezza.
 
Come interpretare l’improvviso calo dei posti letto ospedalieri in Campania (che passano da più di 10 / 100.000 ab. maggiorenni, degli anni precedenti, a 3,6 nel 2018)? O la dotazione di personale in Lazio (che nel 2018 risulta pari a 16,8 / 100.000 ab. maggiorenni, mentre negli anni precedenti aveva registrato un 80,8 / 100.000)? E, nel caso degli utenti presenti in strutture residenziali psichiatriche, come valutare il fatto che più della metà delle Regioni non valorizza alcuna presenza in strutture residenziali intensive o estensive, mentre vengono riportate presenze residenziali presso CSM che appaiono verosimilmente errate?  Le informazioni pubblicate dal Ministero vengono inviate dopo verifica dalle amministrazioni regionali. Come spiegare allora gli errori di codifica o i clamorosi outliers?
 
In tutti i casi, la disponibilità di queste informazioni ha enormi potenzialità. Oltre ad obbligare i sistemi regionali ad uscire dall’autoreferenzialità, interrogandosi sulla validità dei dati utilizzati (auspicabilmente) a sostegno delle scelte di politica sanitaria, esse smantellano il comodo alibi dell’insipienza che “giustifica” l’inazione; infine, interrogano le politiche sanitarie regionali e nazionali sugli atti adottati o programmati per il ripristino di equità, efficacia ed efficienza.
 
LE REGIONI
Piemonte
L’analisi dei dati strutturali relativi alla rete dei servizi presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, una certa sofferenza delle strutture territoriali e semiresidenziali (rispettivamente -21,1% e –29,5%) ma segnala una rilevante presenza dell’offerta residenziale (+86,9%) con una durata maggiore del trattamento (+43,5%), anche se con un numero decisamente inferiore di nuove ammissioni nell’anno di riferimento (-69,1%).
 
I posti letto ospedalieri e i posti semiresidenziali sono sovrapponibili alla media nazionale, mentre si riscontra una maggiore presenza di posti residenziali (+90,2%). I costi medi annui per residente e la quota percentuale di spesa sanitaria per la Salute Mentale sono inferiori del 14,8% al valore nazionale. Ciò si riflette con tutta probabilità nella ridotta dotazione di personale (-10,5%), sull’incidenza trattata e sull’incidenza trattata di schizofrenia (rispettivamente -15,8% e -54,5%). Le prestazioni per utente sono inferiori del 14,1%.
 
Per quanto concerne l’area ospedaliera, il tasso di ricoveri in SPDC è superiore a quello nazionale del 12,1%, mentre risulta inferiore quello dei ricoveri in TSO (-26,1%); il tasso di ospedalizzazione con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici risulta quasi triplicato rispetto alla media nazionale (+143,9%). La percentuale di pazienti che riceve una visita entro 14 gg dalla dimissione è lievemente superiore (+13,1%). I PS sembrano assorbire una notevole proporzione di domanda psichiatrica con un numero di accessi per motivi psichiatrici superiore del 36,2% al dato nazionale. Relativamente ai trattamenti farmacologici si rilevano scostamenti significativi ed in aumento per tutte le categorie farmacologiche considerate (antidepressivi +44,1%, antipsicotici +70,1% e Sali di litio +38,5%).
 
Valle D’Aosta
La mancata trasmissione dei dati non consente il confronto sulla presenza di servizi territoriali. Si riscontra un’ampia offerta di servizi residenziali in termini di strutture, di posti (rispettivamente +76,5% e +225,0%), presenze (+16,0%), anche se con un minor numero di ammissioni (-14,5%) e una durata del trattamento ridotta (-34,8%). Le strutture semiresidenziali risultano maggiormente diffuse rispetto alla media nazionale (+15,0%), mentre i posti risultano allineati al valore di riferimento nazionale. Le presenze e gli accessi risultano superiori al valore di riferimento (rispettivamente +16,0% e +87,0%).
 
La dotazione di personale destinato ai servizi di Salute Mentale risulta significativamente maggiore rispetto alla media nazionale (+77,2%), dato che va probabilmente interpretato considerando la necessità di mantenere dotazioni di personale standard anche in strutture che servono territori con bassa densità di popolazione.
 
Nonostante ciò, si rileva una riduzione del costo pro-capite per la Salute Mentale (-22,7%) e della spesa per la Salute Mentale sul FSR (-23,0%). Con riguardo all’attività territoriale, l’utenza trattata risulta inferiore sia in termini di prevalenza (-9,8%) che di incidenza (-34,2%); risulta basso anche il numero di prestazioni mediamente erogate per utente (-12,9%).
 
L’offerta e il ricorso ad interventi in ambito ospedaliero rappresentano un momento terapeutico sicuramente centrale nella pratica regionale, come dimostrano la disponibilità di posti letto maggiore rispetto alla media nazionale (+36,6%), il ricorso a TSO (+35,8%) e in generale il numero di ricoveri ospedalieri effettuati in SPDC in regime volontario, come suggerito dalle dimissioni da reparti di psichiatria (+54,4%); la degenza media è inferiore rispetto ai valori medi nazionali. Le riammissioni entro 30 gg dalla dimissione sono superiori del 43,8% rispetto alla media nazionale e una bassa proporzione di soggetti in contatto coi servizi territoriali entro 14 gg dalla dimissione (-17,8%). Si osserva una minore frequenza di accessi in PS (-26,1%). Infine, si segnala un minore ricorso al trattamento farmacologico, più contenuto per antidepressivi (-1,8%) e litio (-6,6%), decisamente più marcato per antipsicotici (-48,7%).
 
Lombardia
L’analisi degli indicatori relativi alla Rete dei servizi regionali mostra, rispetto al valore di riferimento nazionale, una significativa carenza di strutture territoriali (-27,7%). Risultano inferiori alla media nazionale anche le strutture residenziali (-6,1%) per le quali si registra una durata di trattamento molto contenuta rispetto alla media nazionale (-46,2%), accompagnata da un numero di presenze e di nuove ammissioni nell’anno superiori alla media nazionale (rispettivamente +24,2% e +39,5%). Si registra una maggiore presenza sul territorio regionale di strutture semiresidenziali (+10,4%), con un conseguente aumento dei posti, delle presenze e del numero medio di accessi (rispettivamente +5,7%, +35,2% e +39,3%).
 
La disponibilità di personale è superiore alla media (+15,3%), così come il costo pro-capite e la spesa sul FSR per la Salute Mentale (+13,0% e +8,4%). I servizi sembrano rispondere adeguatamente alla domanda dell’utenza (prevalenza trattata: +4,7%), anche se appaiono meno efficaci nell’intercettare i nuovi casi (incidenza trattata: -28,6%). Si osserva un maggiore utilizzo dei PS (+46,1%) ed è dunque possibile ipotizzare, che i servizi di Salute Mentale siano meno in grado di prevenire e/o gestire sul territorio le situazioni di crisi.
 
 Il ricorso a trattamenti coercitivi risulta decisamente inferiore alla media nazionale (-24,3%); il numero di ricoveri in SPDC volontari rimane lievemente superiore (+6,5%), così come i casi di riammissione entro i 30 giorni (+11,7%). Si osserva una alta proporzione di soggetti in contatto coi servizi territoriali entro 14 gg dalla dimissione (+32,8%). La prescrizione di antidepressivi risulta minore rispetto alla media nazionale (-10,4%), così come le prescrizioni di antipsicotici e di litio.
 
Bolzano
Il mancato invio di alcuni dati non ha consentito il calcolo degli indicatori relativi a dotazione e utenza dei servizi di Salute Mentale, in riferimento al contesto territoriale della P.A. di Bolzano. Inoltre, nel 2018 non è disponibile il dato sul personale in servizio. In ogni caso, i dati a nostra disposizione fanno ipotizzare uno sbilanciamento dell’offerta sul versante ospedaliero. Le disponibilità di posti letto in SPDC, così come le dimissioni risultano decisamente superiori alla media nazionale (rispettivamente +52,3% e +71,7%), la durata complessiva dei ricoveri in SPDC risulta essere lievemente superiore alla media (+5,5%).
 
Risultano inoltre significativamente elevate le dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici (+152,7%). D’altro canto va riportata una netta riduzione del ricorso a trattamenti coercitivi in TSO (-76,0%). Al contrario, risultano inferiori rispetto ai valori nazionali i posti residenziali e semiresidenziali (rispettivamente -37,3% e -46,3%). Le risorse regionali per la Salute Mentale vedono la provincia di Bolzano ampiamente al di sopra della media nazionale, sia per quanto riguarda il costo pro-capite (+69,1%) che la spesa sul FSR (+65,6%). Si segnala una maggiore prescrizione di Sali di litio (+45,9%) e una prescrizione di farmaci antidepressivi leggermente superiore alla media nazionale (+8,1%); gli antipsicotici risultano invece prescritti con minore frequenza rispetto al resto del Paese (-36,1%).
 
Trento
L’analisi dei dati relativi alla P.A. di Trento mette in evidenza una presenza di strutture territoriali in relazione alla popolazione inferiore alla media nazionale (-9,2%). Anche l’area della residenzialità e della semiresidenzialità mostrano un numero di strutture inferiore (rispettivamente -21,5% e -17,3%), così come i posti all’interno delle strutture (rispettivamente -65,7% e -50,0%). Risultano inoltre molto ridotte le presenze, le nuove ammissioni e la durata di degenza in strutture residenziali (rispettivamente -40,8%, -32,8% e -43,0%).
 
I posti letto di degenza ordinaria sono leggermente superiori alla media nazionale (+9,0%). I ricoveri in SPDC e quelli con diagnosi psichiatrica sono inferiori alla media nazionale (rispettivamente -12,5% e -4,0%), seppure con una durata di degenza maggiore (+16,2). I casi di reingresso in SPDC prima dei 30 giorni dalla dimissione sono superiori al valore nazionale del 26,7% e il ricorso a trattamenti coercitivi è superiore del 23,0%. La continuità assistenziale è assicurata in misura superiore al 125,4% della media. Minori sono i casi di accesso in PS per motivi psichiatrici (-40,3%). Prevalenza e incidenza trattata sono in linea coi valori nazionali, a meno dell’incidenza di schizofrenia che risulta ridotta del 40,5%. Questo a fronte di risorse umane ed economiche per la Salute Mentale decisamente maggiori rispetto al resto d’Italia: dotazione di personale (+59,5%), costo pro-capite (+109,5%) e spesa sul FSR (+107,0%). I farmaci prescritti sono ridotti per tutte le classi farmacologiche considerate nella rilevazione: antidepressivi (-11,8%), antipsicotici (-35,1%) e litio (-19,3%).
 
Veneto
La Regione Veneto presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, un’elevata disponibilità di strutture per la Salute Mentale: territoriali e ospedaliere, residenziali e semiresidenziali. In particolare il numero delle strutture territoriali è più che doppio della media nazionale; elevato è anche il numero delle strutture semiresidenziali (+89,1%), che garantiscono l’accesso a un numero molto maggiore di persone rispetto alla media del Paese (+81,3%). I costi sostenuti dalla Regione per la Salute Mentale (costo pro-capite -30,2% e spesa sul FSR -31,8%) risultano inferiori alla media nazionale. La dotazione di personale è leggermente superiore alla media (+11,0%).
 
 È possibile che l’ampia offerta di posti letto in SPDC influenzi il dato di una maggiore ospedalizzazione in SPDC (+34,9%) con durata di degenza media sensibilmente superiore (+54,5%). La continuità assistenziale viene garantita in misura minore rispetto alla media (-27,6%). Dati positivi riguardano: il ricorso inferiore alla media a trattamenti coercitivi in TSO (-46,3%) e gli accessi in PS per motivi di pertinenza psichiatrica (-20,2%). La prescrizione di psicofarmaci risulta inferiore per tutte le categorie considerate: antidepressivi (-14,9%), antipsicotici (-42,5%) e litio (-37,9%).
 
Friuli Venezia Giulia
Il Friuli-Venezia Giulia mostra, rispetto al valore di riferimento nazionale, voci di spesa e di dotazione di personale che si discostano in positivo rispetto alla media (dotazione personale: +51,7%, costo pro-capite: +11,7%, spesa sul FSR: +9,8%). Le strutture territoriali risultano molto superiori rispetto alla media nazionale (+239,3%).
 
Ad una presenza elevata di strutturesemiresidenziali (+789,5%) corrisponde una elevata presenza di posti semiresidenziali (+127,2%) con un numero di presenze più elevato (+668,8%) ma un minor numero di accessi in media per utente (-78,1%). Si riscontra una presenza di strutture residenziali maggiore del 166,8% rispetto alla media nazionale ma con un numero di posti minore (-27,2%), a fronte di un utilizzo contenuto delle strutture stesse, con un numero ridotto di presenze (-36,9%) e minore durata del trattamento (-91,3%); è maggiore il numero di nuove ammissioni (+33,7%).
 
Alla sensibile riduzione dei posti letto in SPDC (-64,1%) corrisponde un ridotto ricorso ai ricoveri (-59,4%), con durate di degenza più brevi (-36,2%), mentre le dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti ospedalieri non psichiatrici risultano maggiori della media (+21,0%). La prevalenza trattata non si discosta dalla media nazionale, mentre si rileva una prevalenza trattata di schizofrenia superiore alla media (+51,3%) e valori di incidenza trattata e incidenza trattata di schizofrenia inferiori alla media (rispettivamente -52,4% e -56,2%). Un dato particolarmente importante è il numero di prestazioni per utente che risulta essere decisamente superiore rispetto alla media nazionale (+258,3%) e che, in associazione ad una continuità assistenziale superiore del 96,3%, potrebbe giustificare il minore ricorso ai PS, una drastica riduzione dei TSO e dei reingressi a 30 giorni (rispettivamente -33,5%, -71,6% e -13,8%). In termini di prescrizione farmacologica la Regione Friuli-Venezia Giulia presenta valori inferiori rispetto alla media nazionale, per tutte le tre categorie considerate: antidepressivi (-19,4%), antipsicotici (-43,3%) e litio (-61,6%).
 
Liguria
La Regione Liguria presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, un assetto dei servizi di Salute Mentale con un numero di strutture territoriali significativamente inferiore (-52,3%), ma con un’offerta molto maggiore di strutture e posti residenziali (rispettivamente +66,5% e +190,5%), che verosimilmente influenza il più elevato numero di presenze annuali e di ammissioni nelle strutture stesse.
 
Si rileva un’offerta maggiore anche per le strutture semiresidenziali (+26,6%) e per le presenze e le ammissioni presso queste strutture (rispettivamente +14,5% e +44,1%), anche se con un numero inferiore di posti (-10,2%).  I posti letto in SPDC sono più numerosi che nel resto del Paese (+16,8%), ed il ricovero ospedaliero in SPDC si verifica con frequenza decisamente superiore alla media del Paese (+61,9%), sia pure con una durata della degenza media più contenuta (-31,4%). Nelle fasi successive al ricovero si osserva una ridotta continuità assistenziale (-10,1%) e un numero di reingressi a 30 giorni dalla dimissione superiore del 10,5% rispetto alla media nazionale.
 
A fronte di una spesa in linea col valore di riferimento, la dotazione di personale appare decisamente superiore ai valori medi (+64,2%). I servizi territoriali sembrano in grado di soddisfare la domanda (prevalenza trattata +20,5% e incidenza trattata +7,9%), ma è significativamente ridotta la capacità di intercettare nuovi casi di schizofrenia (-27,7%). Le situazioni di urgenza psicopatologica risultano gestite mantenendo il numero di accessi in PS per disturbi psichiatrici e di TSO in linea col dato nazionale. I dati relativi al trattamento farmacologico presentano un incremento nella prescrizione di antidepressivi e sali di litio (+56,1% e +19,3%), e un ridotto utilizzo di antipsicotici (-20,6%).
 
Emilia-Romagna
I dati della Regione Emilia-Romagna mostrano la presenza di un rilevante investimento di risorse nei servizi per la Salute Mentale. Rispetto alla media del Paese infatti, tutti gli indicatori di spesa e di dotazione del personale riportano valori ampiamente superiori (costo pro-capite +41,5%, spesa sul FSR +34,0%, dotazione di personale +31,1%). Anche la capacità di soddisfare la domanda dell’utenza (prevalenza trattata +28,1%), di intercettare nuovi casi (incidenza trattata +49,5%) e il numero di prestazioni per utente (+70,3%) presentano un positivo scostamento dai valori di riferimento, sebbene sia presente un numero inferiore di strutture territoriali (-23,7%).
 
Tuttavia si evidenziano alcune criticità: un maggiore ricorso a ricoveri, siapresso reparti psichiatrici (+37,8%) dove si registra un maggior numero di episodi di reingresso a 30 giorni (+7,8%), che con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici (+78,8%), e un numero di TSO significativamente in eccesso rispetto alla media nazionale (+66,2%). La degenza media è peraltro ridotta (-17,3%), e la continuità assistenziale alle dimissioni è significativamente migliore (+27,0%). Gli accessi al PS per motivi psichiatrici sono superiori alla media nazionale (+28,2%).
 
Per quanto riguarda la rete dei servizi per la Salute Mentale, si osserva da un lato una ridotta rappresentazione delle strutture semiresidenziali (-33,1%) e dall’altro un incremento della disponibilità di posti letto ospedalieri (+29,5%) insieme ad una presenza considerevole di strutture residenziali (+59,5%). A quest’ultimo dato si accompagna una presenza e un numero di nuovi ammessi in strutture residenziali molto superiore alla media nazionale (rispettivamente +129,1% e +191,2%), con una durata media del trattamento inferiore (-22,5%). Relativamente all’attività di prescrizione farmacologica si rileva un incremento delle prescrizioni di antidepressivi (+17,5%) mentre la prescrizione dei Sali di litio (-8,7%) e degli antipsicotici (-49,0%) è ridotta rispetto al valore di riferimento nazionale.
 
Toscana
I servizi di Salute Mentale della Toscana presentano aspetti contrastanti rispetto al valore di riferimento nazionale. Positivo è il dato relativo alla disponibilità di strutture territoriali (+128,0%), semiresidenziali (+69,2%) e di posti semiresidenziali (+41,9%). Queste ultime mostrano presenze inferiori alla media nazionale e un numero di accessi superiore (rispettivamente -23,2% e +18,8%).
 
Si rileva una presenza di strutture e posti residenziali inferiore al valore di riferimento (rispettivamente -14,0% e -36,5%), accompagnata da un numero di ammissioni e di presenze inferiori; tuttavia, la durata media del trattamento residenziale risulta sensibilmente maggiore (+113,7%). La dotazione di personale risulta superiore alla media nazionale (+47,3%), mentre la spesa sanitaria per la Salute Mentale risulta leggermente inferiore (costo pro-capite -5,6%, spesa sul FSR -8,6%). Nonostante le prestazioni per utente siano ampiamente sopra la media nazionale (+70,3%), i dati relativi alla prevalenza e all’incidenza trattata segnano valori in negativo, soprattutto per quanto riguarda la prevalenza e l’incidenza di schizofrenia (rispettivamente -44,4% e -32,3%).
 
Nel complesso i ricoveri in SPDC sono di poco superiori alla media nazionale (+4,7%) e le dimissioni con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici sono nettamente inferiori al valore di riferimento (-32,1%). I servizi regionali mostrano anche ridotti tassi di TSO (-50,4%) e di accessi in PS (-21,1%). Anche l’efficacia del follow-up misurata attraverso i reingressi a 30 giorni dell’utenza dimessa dai SPDC mostra valori più bassi (-15,6%). Nonostante questo, i contatti entro 14 giorni dalla dimissione risultano inferiori al valore nazionale (-28,7%). I servizi di Salute Mentale della Regione Toscana si distinguono per una tendenza decisamente superiore alla media relativa alla prescrizione farmacologica: la prescrizione di antidepressivi è maggiore del 69,1%, la prescrizione di antipsicotici è maggiore del 15,2% e la prescrizione di Sali di litio è maggiore del 95,2%.
 
Umbria
In Regione Umbria si rileva, rispetto al valore di riferimento nazionale, una disponibilità di strutture e di posti residenziali superiore rispettivamente del 134,7% e del 52,5%, associati a un numero di presenze e a una durata del trattamento maggiori (rispettivamente +20,9% e +38,9%) e ad un numero di nuove ammissioni inferiore (-46,4%). Risultano superiori alla media nazionale anche il numero di strutture e di posti semiresidenziali (rispettivamente +86,5% e +70,7), nonché il numero medio di accessi per utente (+22,7%), mentre le presenze sono in linea col valore di riferimento.
 
La sensibile riduzione di dotazione di personale (-30,9%) si verifica nonostante una spesa regionale superiore alla media (costo pro-capite per Salute Mentale +23,2%; spesa sul FSR +19,7%). Il numero inferiore di ricoveri in SPDC (-45,0%), verosimilmente in relazione ad una minore disponibilità di posti letto (-49,1%), assieme alla segnalata offerta residenziale, fa ritenere che sia quest’ultima ad assorbire parte consistente delle risorse destinate alla Salute Mentale. Alcune criticità emergono inoltre dalla lettura dei dati sulla capacità di intercettare la nuova domanda (incidenza trattata -26,9%) e relativamente alla gestione delle situazioni di crisi, come dimostra l’elevato tasso di TSO (+94,4%). Coerentemente col minor numero di ricoveri in SPDC si rileva una minore frequenza di riammissioni a 30 giorni (-60,3%).
 
L’attività di prescrizione farmacologica regionale mostra un incremento sia per gli antidepressivi che per gli antipsicotici (rispettivamente +23,3% e 35,3%), mentre mostra una riduzione per i Sali di litio (-23,1%).
 
Marche
I dati relativi ai servizi di Salute Mentale della Regione Marche mostrano minori investimenti (costo pro-capite -19,3% e spesa sul FRS -18,2%), la presenza di una dotazione strutturale limitata (strutture territoriali -13,3%, strutture residenziali -19,6% e strutture semiresidenziali -24,8%), a fronte di una forte presenza di posti residenziali (+110,5%) a segnalare la presenza di grosse concentrazioni di posti letto in un numero limitato di strutture. Risultano di conseguenza superiori anche le presenze e la durata dei trattamenti residenziali, ma con un tasso di nuove ammissioni molto ridotto (-63,1%).
 
 I servizi dispongono di una dotazione di personale ridotta (-10,1%), associata a tassi di prevalenza e incidenza inferiori al valore medio di riferimento (rispettivamente -15,4% e –58,0%), mentre si riscontra una capacità prestazionale decisamente superiore alla media nazionale (+62,8%). I posti letto ospedalieri e i ricoveri in ambito psichiatrico sono leggermente superiori alla media, mentre sono più elevate le dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici (+41,3%) e il tasso di TSO (+29,5%). Sono ridotti gli accessi in PS (-17,1%) e i reingressi a 30 giorni (-33,8%). La pratica prescrittiva regionale mostra trattamenti sostanzialmente in linea rispetto alla media nazionale.
 
Lazio
I dati relativi ai servizi di Salute Mentale della Regione Lazio mostrano, rispetto al valore di riferimento nazionale, carenze diffuse rispetto all’offerta di strutture territoriali (-31,6%), e semiresidenziali (-34,5%); anche i posti letto in SPDC (-30,6%) e l’offerta residenziale (-35,0%) sono al di sotto dei valori di riferimento nazionali.
 
La dotazione di personale risulta molto inferiore (-67,6%),a fronte di voci di spesa non significativamente difformi dalla media nazionale. I ricoveri in SPDC e la durata complessiva delle degenze sono ridotti (rispettivamente -20,3% e –13,4%). Anche le dimissioni con diagnosi psichiatrica tendono ad essere molto inferiori alla media nazionale (-57,3%). Questo dato tuttavia viene bilanciato da una più ampia presenza dell’utenza in strutture residenziali (+34,9). Inoltre, si riscontra un tasso di nuove ammissioni nell’anno presso queste strutture del 73,2% maggiore rispetto alla media nazionale. I servizi territoriali mostrano una buona capacità di intercettare la nuova domanda di Salute Mentale (incidenza trattata: +26,4%), anche per la diagnosi di schizofrenia (+74,3%).
 
Lo stesso non accade se consideriamo la prevalenza. Le prestazioni per utente sono inferiori al dato medio nazionale (-19,5%). Le situazioni di crisi appaiono gestite con una certa efficacia come dimostrerebbero i tassi significativamente più bassi di TSO (-24,5%) e di accessi in PS (-34,9%). Tuttavia, le persone in contatto con i servizi a 14 gg dalla dimissione sono nettamente inferiori alla media (-59,2%), a segnalare una carente continuità ospedale-territorio. Relativamente all’utilizzo dei farmaci si osserva una frequenza di prescrizione di antidepressivi inferiore (-10,2%); gli antipsicotici e i sali di litio sono prescritti in misura lievemente superiore al dato di riferimento (rispettivamente +10,3% e +7,0%).
 
Abruzzo
La Rete dei Servizi di Salute Mentale della Regione Abruzzo mostra, rispetto al valore di riferimento nazionale, considerevoli carenze rispetto all’offerta di strutture territoriali (-46,1%), e semiresidenziali (-18,3%); anche i posti letto in SPDC (-37,1%) e l’offerta residenziale (-14,0%) sono al di sotto dei valori di riferimento.  trattamenti in strutture residenziali sono sensibilmente più brevi del valore di riferimento (-79,5%).
 
Le risorse economiche sono in linea con la media nazionale. Le criticità evidenziate si associano a una sensibile riduzione delle prestazioni per utente (-58,1%) e della prevalenza trattata di schizofrenia (-14,5%), mentre si osserva una buona capacità di intercettare i nuovi casi (+34,7%), soprattutto nuovi casi con diagnosi di schizofrenia (+61,4%). Il ricorso alla gestione ospedaliera in SPDC risulta inferiore alla media (-12,6%), così come risulta molto contenuto il tasso di dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici (-50,6%).
 
I servizi presentano grosse difficoltà nel garantire continuità ospedale-territorio (-87,0%). La gestione della crisi mostra dati superiori di ricorso al TSO (+51,0%) e inferiori per gli accessi in PS (-59,9%). La presenza di utenti in strutture residenziali è leggermente inferiore al valore medio nazionale (-5,0%), ma risultano maggiori le nuove ammissioni (+101,3%). La prescrizione di farmaci risulta diminuita per gli antidepressivi (-5,6%), mentre si osserva un incremento per gli antipsicotici (+39,2%) e per i Sali di litio (+21,1%).
 
Molise
La Regione Molise presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, una minore presenza di strutture territoriali (-54,7%). Le strutture residenziali sono presenti in numero superiore alla media (+70,9%), con conseguente aumento del numero di presenze (+151,1%) e di ammissioni (+230,2%), mentre la durata del trattamento risulta inferiore al valore medio nazionale (-24,8%). Si osserva una dotazione di personale inferiore al valore di riferimento (-22,6%), dato in controtendenza rispetto all’anno precedente.
 
La spesa risulta ridotta rispetto alla media nazionale, sia come costo pro-capite (-20,5%) che come spesa sul FSR (-23,2%). I dati riferiti all’utenza in carico e alla capacità di intercettare nuova utenza non si discostano significativamente dal dato medio del Paese; mentre risulta molto inferiore la capacità di intercettare nuovi casi di schizofrenia (-48,3%). Le prestazioni per utente sono inferiori al dato di riferimento (-55,0%).
 
Si ricorre al trattamento ospedaliero con frequenze inferiori a quelle medie nazionali, sia in reparti psichiatrici (-16,8%) che con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici (-27,0%). Per quel che riguarda l’urgenza, si riscontrano tassi inferiori di TSO (-32,7%) e di accessi in PS (-44,4%). Positivi sono i dati relativi alla continuità assistenziale (+28,7%) che si associano ad un tasso di reingressi a 30 giorni inferiore alla media nazionale (-24,3%). I dati relativi alla prescrizione farmacologica indicano una riduzione nell’erogazione sia per gli antidepressivi (-23,5%) che per i Sali di litio (-14,1%); la prescrizione degli antipsicotici è invece molto maggiore (+52,4%) rispetto al valore nazionale.
 
Campania
L’analisi degli indicatori di Salute Mentale della Regione Campania segnala, rispetto al valore di riferimento nazionale, una dotazione di strutture territoriali e semiresidenziali ridotta (rispettivamente: -30,7% e -32,1%). La dotazione di personale è in linea col valore nazionale, mentre la spesa regionale per la salute mentale risulta significativamente più bassa (costo pro-capite -24,2%; spesa sul FSR -21,2%).
 
Si rileva un tasso di prevalenza trattata leggermente inferiore al valore di riferimento (-14,9%) ma una incidenza trattata e una incidenza trattata di schizofrenia leggermente superiori (rispettivamente +7,1% e +15,9%). Le prestazioni per utente sono significativamente ridotte rispetto al dato di riferimento (-48,6%).
 
L’offerta residenziale della Regione risulta considerevolmente ridotta rispetto alla media italiana, sia in termini di strutture (-81,5%) che di posti (-63,8%). Nonostante una durata media del trattamento significativamente più contenuta (-82,8%), il numero di utenti presenti in queste strutture e di nuovi ammessi nell’anno è pertanto molto più basso del valore medio nazionale (rispettivamente: -92,5% e -85,4%). La dotazione di posti letto in SPDC è decisamente inferiore (-62,6%), così come il ricorso al ricovero ospedaliero (-57,6%); sono inferiori al dato nazionale i ricoveri per TSO (-42,3%) e le riammissioni entro 30 giorni (-18,7%).
 
Gli accessi in PS tuttavia sono superiori alla media nazionale del 20,1% e la continuità assistenziale è inferiore del 23,5%. In termini di trattamento farmacologico i dati regionali mostrano una riduzione delle prescrizioni all’interno delle classi considerate (antidepressivi -25,6%, antipsicotici -22,8% e sali di litio -23,8%).
 
Puglia
La Regione Puglia presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, un assetto dei servizi per la Salute Mentale caratterizzato da una forte riduzione delle strutture territoriali (-46,6%) e dei posti letto in SPDC (-31,3%), mentre è notevolmente superiore la presenza di strutture residenziali (+60,4%), anche se con un numero più contenuto di posti (-7,4%). Coerentemente con il dato strutturale, i ricoveri in SPDC sono ridotti (-21,7%), così come la durata media di degenza e i ricoveri con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici (rispettivamente -5,6% e -55,5%). Si rileva tuttavia una tendenza superiore al ricorso al TSO (+33,0%).
 
Il numero di presenze in strutture residenziali è in linea con il valore nazionale, ma non lo sono le nuove ammissioni (-53,7%); il numero di presenze in strutture semiresidenziali è più contenuto rispetto al valore nazionale (-50,5%) ma con una media di accessi per utente doppia (+103,6%). Il costo pro-capite e la spesa sul FSR non si discostano significativamente dalla media nazionale, così come la dotazione di personale.
 
I servizi sembrano in grado di rispondere in modo soddisfacente alla domanda prevalente (+4,3%) e ai nuovi casi (+17,1%), seppur erogando un numero di prestazioni per utente inferiore al dato di riferimento (-17,6%). Anche la prevalenza e l’incidenza di schizofrenia risultano superiori alla media nazionale. Il dato relativo alla gestione delle situazioni di crisi con accessi in PS si presenta in linea con il valore nazionale (-3,6%), mentre i livelli di continuità assistenziale garantita sono superiori alla media (+34,9%). Le prescrizioni appaiono ridotte sia per gli antidepressivi (-25,4%) che per i sali di litio (-25,3%).
 
Basilicata
La Regione Basilicata mostra, rispetto al valore di riferimento nazionale, servizi territoriali notevolmente sotto-rappresentati (-66,7%); risulta invece aumentata la disponibilità di strutture semiresidenziali (+177,7%) anche se i posti sono inferiori (-40,1%). Le presenze in queste strutture risultano superiori alla media nazionale (+34,2%), mentre risulta molto inferiore il numero medio di accessi (-77,5%).
 
Anche le strutture residenziali sono maggiormente rappresentate rispetto al valore di riferimento (+66,0%), con un forte incremento sia nelle presenze (+98,8%) che per quanto riguarda le nuove ammissioni (+316,8%). Gli indicatori relativi alle risorse, sia umane che economiche, mostrano rilevanti carenze (dotazione del personale: -39,8%; costo pro-capite: -37,8%; spesa sul FSR: -35,0%) e si riflettono sui dati di accesso ai servizi (prevalenza trattata: -9,7%; incidenza trattata: -30,0%) e sulle prestazioni per utente (-24,3%) significativamente più bassi.
 
Dati apparentemente positivi, verosimilmente dovuti alla dotazione ridotta di posti letto in SPDC (-27,2%), emergono dagli indicatori relativi all’area ospedaliera, con ricoveri ridotti (-28,4%) e riammissioni entro 30 giorni significativamente più basse (-50,6%). Così pure si apprezza un ridotto numero di TSO (-71,6%) e di accessi in PS per motivi psichiatrici (-33,9%). Risultano inoltre molto ridotte rispetto al dato nazionale anche le dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici (-70,9%).
 
La prescrizione di psicofarmaci mostra livelli più bassi per gli antidepressivi (-26,5%), più elevati per antipsicotici e sali di litio (rispettivamente +24,0% e +18,0%).
 
Calabria
I dati disponibili per la Regione Calabria suggeriscono, quando confrontati col valore di riferimento nazionale, un’organizzazione dei servizi orientata sul versante territoriale, con una presenza di strutture superiore al valore di riferimento (+10,2%), in contrasto con una decisa riduzione dei posti letto in SPDC (-43,9%), di posti residenziali (-81,1%) e semiresidenziali (-74,1%) e la conseguente riduzione del numero di presenze e nuove ammissioni; mentre il dato della durata dei trattamenti residenziali e sugli accessi per utente nelle strutture semiresidenziali risulta in linea con la media nazionale.
 
Gli indicatori relativi alle risorse economiche mostrano rilevanti carenze (costo pro-capite: -28,8%; spesa sul FSR: -21,3%). I servizi sembrano in grado di seguire adeguatamente l’utenza territoriale (prevalenza trattata +36,4%, incidenza trattata +35,8%), anche se con prestazioni per utente inferiori (-26,3%). D’altra parte, non sembrano in grado di intercettare casi con diagnosi di schizofrenia (prevalenza trattata di schizofrenia: -8,5% e incidenza trattata di schizofrenia: -52,5%).
 
L’utilizzo delle risorse ospedaliere è inferiore al dato di riferimento nazionale sia per quanto riguarda il numero di ricoveri che la durata di degenza (rispettivamente -22,1% e -21,1%). Risultano molto ridotti rispetto alla media nazionale anche i ricoveri con diagnosi psichiatrica presso reparti non psichiatrici (-62,5%). L’utilizzo del PS per motivi psichiatrici è del 36,6% in meno rispetto al valore nazionale. Meno positivi sono i dati relativi al ricorso al TSO (+31,3%) e al contatto coi servizi territoriali entro 14 gg dalla dimissione ospedaliera (-61,8%). La prescrizione di psicofarmaci risulta complessivamente inferiore alla media nazionale, in particolare per i sali di litio (-32,1%).
 
Sicilia
La Regione Sicilia mostra, rispetto al valore di riferimento nazionale, un’organizzazione dei servizi di Salute Mentale più ricca, sia in strutture territoriali (+57,5%) che in posti letto ospedalieri (+24,3%). Sono invece ridotte le strutture residenziali (-45,7%) e semiresidenziali (-21,3%), così come i posti in queste strutture. La durata del trattamento presso strutture residenziali assume, al contrario, valori considerevolmente elevati (+104,0%). Le voci di spesa e la dotazione di personale dedicato alla Salute Mentale vedono la Regione Sicilia attestarsi su valori superiori a quelli della media nazionale. Il fatto che le prestazioni per utente risultino inferiori alla media (-31,8%) risulta pertanto di difficile interpretazione.
 
Rispetto ai livelli di performance dei servizi si osserva come la gestione nel lungo termine (prevalenza trattata +12,6%) e la capacità di intercettare la nuova domanda di Salute Mentale (incidenza trattata +30,3%) siano soddisfatte con valori superiori a quelli di riferimento. Tuttavia, il dato relativo ai ricoveri in SPDC (+26,5%) e quello del ricorso al TSO (+104,4%) sono notevolmente al di sopra della media nazionale.
 
La frequenza di reingressi a 30 giorni dalla dimissione e gli accessi in PS sono inferiori alla media nazionale (rispettivamente -7,5% e -33,5%). Si registra inoltre una ridotta capacità di assicurare continuità ospedale-territorio (-29,6%). Il ricorso al trattamento farmacologico si attesta al di sotto della media nazionale per antidepressivi e litio (rispettivamente -19,3% e -22,1%) e in misura leggermente maggiore per gli antipsicotici (+7,3%).
 
Sardegna
Ancora alla presente rilevazione, la Regione Sardegna non è in grado di inviare tutti idati del Sistema Informativo Salute Mentale; ciò non ha consentito il calcolo di numerosi indicatori. Sulla base di quelli disponibili, è possibile affermare che il sistema di cura per la salute mentale della Regione Sardegna presenta, rispetto al valore di riferimento nazionale, voci di spesa per la Salute Mentale ridotte, in termini di costo pro-capite (-29,4%) e spesa sul FSR (-26,2%), ma una dotazione di organico dei servizi superiore al dato nazionale (+17,9%).
 
La rete di strutture territoriali è fortemente ridotta rispetto alla media nazionale; notevolmente ridotte le attività relative all’utenza, con prevalenza e incidenza trattate decisamente inferiori alla media (rispettivamente -41,9% e 71,0%) e un numero di prestazioni diminuito del 27,5%. Largamente inferiore al dato nazionale anche l’incidenza trattata di schizofrenia (-76,9%). La minore disponibilità di posti letto ospedalieri (-35,2%) si accompagna ad un minor numero di ricoveri psichiatrici (-13,0%) e ad una minore durata delle degenze (-19,3%), mentre le dimissioni con diagnosi psichiatrica risultano superiori al valore medio (+6,0%).
 
Il ricorso al TSO si attesta invece al di sopra della media nazionale (+64,6%). I dati relativi all’utilizzo del PS per la gestione di quadri di pertinenza psichiatrica sono inferiori (-31,4%). Le prescrizioni di antipsicotici e di sali di litio mostrano un notevole scostamento dalla media (rispettivamente +64,3% e +76,9%).
 
Fabrizio Starace
Presidente SIEP (Società italiana di epidemiologia psichiatrica)
16 dicembre 2020
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