“Le misure di distanza fisica su larga scala e le limitazioni al movimento, spesso denominate "lockdown", possono rallentare la trasmissione di COVID-19 limitando il contatto tra le persone. Tuttavia, queste misure possono avere un profondo impatto negativo su individui, comunità e società portando la vita sociale ed economica quasi a un punto morto. Tali misure colpiscono in modo sproporzionato i gruppi svantaggiati, comprese le persone in povertà, i migranti, gli sfollati interni ei rifugiati, che molto spesso vivono in ambienti sovraffollati e con risorse, e dipendono dal lavoro quotidiano per la sussistenza”. È quanto scrive l’Oms che in ogni caso “riconosce che in alcuni punti alcuni paesi non hanno avuto altra scelta che emettere ordini di soggiorno e altre misure per guadagnare tempo”.
“I governi – sottolinea l’Oms - devono sfruttare al massimo il tempo extra concesso dalle misure di "blocco" facendo tutto il possibile per sviluppare le proprie capacità di rilevare, isolare, testare e curare tutti i casi; tracciare e mettere in quarantena tutti i contatti; coinvolgere, responsabilizzare e consentire alle popolazioni di guidare la risposta della società e altro ancora”.
In questo senso l'OMS “spera che i paesi utilizzino interventi mirati dove e quando necessario, in base alla situazione locale”.