Il Covid si conferma una malattia fatale soprattutto per le persone anziane con coomorbilità. Lo rileva ancora una volta l'Iss che ha aggiornato il suo rappporto sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 appena pubblicato su Epicentro.
Al 4 ottobre, infatti, sono solo 407, su 36.008 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni e di qeusti solamente 89 avevano meno di 40 anni.
L'età media dei deceduti si colloca a 80 anni e secondo le stime effettuate nel report su un campione di 4.400 cartelle cliniche di pazienti deceduti solo il 3,6% del campione non pfesentava patologie preesistenti all'infezione Covid.
Tra le co-morbosità preesistenti aumentano le persone con fibrillazione atriale, demenza (più che raddoppiate) e insufficienza respiratoria cronica (quasi raddoppiate). In generale poi, nel secondo trimestre dell'epidemia, aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: ciò sembra indicare che i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre.
“Questo dato – sottolineano gli autori - può essere spiegato da maggiori conoscenze circa l’infezione e maggiori capacità e tempestività di cura della stessa nel periodo giugno-agosto. Inoltre è verosimile che nei mesi di marzo e aprile il COVID-19 sia stato sotto-diagnosticato in molti deceduti anziani fragili (come per esempio quelli in RSA). Questo può aver portato una sottostima del carico di patologie dei deceduti in tale periodo”.
Il report:
L’analisi si basa su un campione di 36.008 pazienti deceduti e positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109, Range InterQuartile - IQR 74-88). Le donne sono 15.365 (42,7%). L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 25 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 56 anni). Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 – uomini 79).
Le patologie preesistenti. Questo dato è stato ottenuto da 4.400 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,4 (mediana 3, Deviazione Standard 2,0). Complessivamente, 160 pazienti (3,6% del campione) presentavano 0 patologie, 599 (13,6%) presentavano 1 patologia, 874 (19,9%) presentavano 2 patologie e 2767 (62,9%) presentavano 3 o più patologie.
Prima del ricovero in ospedale, il 22% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 14% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina). Nelle donne (n=1603) il numero medio di patologie osservate è di 3,6 (mediana 3, Deviazione Standard 2,0); negli uomini (n=2797) il numero medio di patologie osservate è di 3,3 (mediana 3, Deviazione Standard 2,0).
Diagnosi di ricovero. Nel 91,3% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19. In 349 casi (8,7% dei casi) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione. In 50 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 122 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto-IMA, scompenso cardiaco, ictus), in 48 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 129 casi altre patologie.
Sintomi. I sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 sono: febbre, dispnea e tosse. Meno frequenti sono diarrea e emottisi. Il 7,1% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Complicanze. L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (94,7% dei casi), seguita da danno renale acuto (23,2%), sovrainfezione (18,2%) e danno miocardico acuto (10,9%)
Terapie. La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86,6% dei casi), meno usata quella antivirale (57,9%), più raramente la terapia steroidea (43,5%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 1138 casi (26,3%) sono state utilizzate tutte e tre le terapie. Al 4,6% dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 è stato somministrato Tocilizumab.
Tempi. I tempi mediani (in giorni) che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (12 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (5 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (7 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è di 5 giorni più lungo in coloro che sono stati trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non sono stati trasferiti (11 giorni contro 6 giorni).
Decessi in pazienti con meno di 50 anni. Al 4 ottobre 2020 sono 407, dei 36.008 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 89 di questi avevano meno di 40 anni (59 uomini e 30 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 11 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.