Coronavirus. Nuova lieve crescita dei casi ma scendono per la prima volta i pazienti in terapia intensiva. Il totale dei casi sale a 124.632 di cui 20.996 guariti e 15.362 decessi
4 aprile - Rispetto a ieri si registrano 4.805 casi in più. Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 27.220 i malati in Lombardia, 12.523 in Emilia Romagna, 9.063 in Veneto, 9.693 in Piemonte, 3.497 nelle Marche, 2.496 in Campania, 2.894 in Liguria, 5.054 in Toscana, 3.106 nel Lazio, 1.336 in Friuli Venezia Giulia, 1.726 in Sicilia, 1.973 in Puglia, 1.356 in Abruzzo, 1.753 nella Pa di Trento, 171 in Molise, 927 in Umbria, 1.201 in provincia di Bolzano, 662 in Calabria, 789 in Sardegna, 560 in Valle d’Aosta e 244 in Basilicata Gli operatori sanitari contagiata superano i 12 mila. IL REPORT
I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 124.632 (+4.805 rispetto a ieri pari al +4%), tra cui 20.996 persone guarite (+1.238 rispetto a ieri pari al +6%) e 15.362 deceduti (+681 rispetto a ieri pari al +5%). Le persone attualmente positive sono quindi 88.274 (+2.886 rispetto a ieri pari al +3%). Complessivamente sono stati effettuati 657.224 tamponi, dei quali oltre 430 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto.
Questi i dati principali dell'aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Rispetto a ieri incrementa l’aumento dei casi e dei nuovi positivi, in lieve flessione i decessi. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia però scende il numero dei pazienti in terapia intensiva. A livello regionale oggi si nota una crescita sopra la media dei nuovi positivi in Piemonte, Campania, Liguria e Sardegna.
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 27.220 i malati in Lombardia (+931 rispetto a ieri pari al +3%), 12.523 in Emilia Romagna (+345 pari al +2%), 9.093 in Veneto (+232 pari al +2%), 9.693 in Piemonte (+563 pari al +6%), 3.497 nelle Marche (-134 pari al -4%), 2.496 in Campania (+144 pari al +6%), 2.894 in Liguria (+148 pari al +5%), 5.054 in Toscana (+145 pari al +3%), 3.106 nel Lazio (+97 pari al +3%), 1.336 in Friuli Venezia Giulia (+12 pari al +1%), 1.726 in Sicilia (+62 pari al +4%), 1.973 in Puglia (+24 pari al +1%), 1.356 in Abruzzo (+55 pari al +4%), 1.753 nella Pa di Trento (+94 pari al +6%), 171 in Molise (+27 pari al +19%), 927 in Umbria (+7 pari al +1%), 1.201 in provincia di Bolzano (-8 pari al -1%), 662 in Calabria (+0), 789 in Sardegna (+45 pari al +6%), 560 in Valle d’Aosta (+0) e 244 in Basilicata (-3 pari al -1%).
Le vittime sono 8.656 in Lombardia (345 in più di ieri pari al +4%), 1.977 in Emilia Romagna (+75 pari al +4%), 607 in Veneto (+35 pari al +6%), 574 nelle Marche (+17 pari al +3%), 1.128 in Piemonte (+85 pari al +8%), 542 in Liguria (+23 pari al +4%), 212 nel Lazio (+13 pari al +7%), 145 in Friuli Venezia Giulia (+9 pari al +7%), 153 in Abruzzo (+7 pari al +5%), 307 in Toscana (+17 pari al +6%), 186 in Campania (+5 pari al +3%), 82 in Valle d’Aosta (+12 pari al +17%), 210 nella Pa di Trento (+6 pari al +3%), 146 nella Pa di Bolzano (+7 pari al +5%), 111 in Sicilia (+10 pari al +10%), 41 in Sardegna (+0), 49 in Calabria (+4 pari al +9%), 11 in Molise (+0), 41 in Umbria (+2 pari al +5%), 11 in Basilicata (+0) e 173 in Puglia (+9 pari al +5%).
Delle persone attualmente positive (88.274) sono ricoverate con sintomi 29.010 (+269 pari a +0,9% rispetto a ieri), 3.994 (-74 pari a -1,8%) sono in terapia intensiva, mentre 55.270 (+2.691 pari al +5%) si trovano in isolamento domiciliare.
“Il calo delle terapie intensive è una notizia importante perché consente ai nostri ospedali di respirare. E' il primo valore negativo dall'inizio dell'emergenza”, ha detto Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, in conferenza stampa.
“Dal 27 di marzo a oggi siamo passati da più di 120 accessi alle terapie intensive a un saldo negativo di 74. Abbiamo 74 malati in meno nelle terapie intensive, e anche i deceduti sono scesi dai 970 del 27 ai 680 attuali. Però valga il messaggio forte che questo non deve essere minimamente letto come un messaggio che ormai abbiamo superato la fase critica, pericolo scampato: non abbiamo ancora scampato nulla. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva” ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.
“Il ministro Speranza – ha precisato - ha ricordato oggi l'importanza di rispettare le norme di distanziamento sociale. Anche il sindaco di Milano ha sottolineato l'incremento degli spostamenti, ognuno di noi deve avere dei comportamenti improntati al più alto senso di responsabilità individuale. È l'unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita”.
Rispetto alle polemiche sulla lentezza nel fornire le autorizzazioni alla produzione di mascherine da parte dell’Iss Locatelli ha rimarcato che “non c'è alcun collo di bottiglia che voglia penalizzare la produzione di mascherine. L’Iss ha analizzato più di 250 proposte, 73 hanno avuto l'approvazione per la produzione, e 2 l'autorizzazione per l'immissione in commercio”.
Per quanto riguarda l’uso delle mascherine dopo l’obbligo messo dal Veneto di usarle negli esercizi commerciali e dalla Lombardia di coprire naso e bocca quando si esce (anche solo con un foulard) Locatelli ha ricordato che “c’è grande dibattito sull'uso delle mascherine, anche nella comunità scientifica. C'è una quota di asintomatici che può infettare, ma la misura fondamentale è il rispetto del distanziamento sociale. Poi tutte le riflessioni sono oggetto di valutazione del Comitato tecnico scientifico. Ma le indicazioni chiare su che tipi di mascherine impiegare per i sanitari e per i soggetti infettati le abbiamo largamente ripetute. In questo momento non abbiamo dato questa indicazione”.
Il numero uno del Css ha poi evidenziato come “in Italia centrale e meridionale c'è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato”.
Rispetto invece a quando si potranno allentare le misure Locatelli ha spiegato che il “primo obiettivo era abbassare R con zero per portarlo a uno, ossia ogni positivo ne contagia solo un altro. Questo obiettivo è stato raggiunto, ora vogliamo andare oltre, ancora di più ridurre questo dato e portarlo sotto uno, per avere l'evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno assestata come incremento giornaliero, meglio ancora declina. Per un po' di mesi dovremo convivere con questa infezione, ovviamente l'obiettivo è ridurre sempre di più questo numero”.