“La spesa sanitaria pro capite è di circa 1.800 euro in Italia nel 2016 e di 2.800 nella media UE a 15. Siamo a 3.000 euro circa in Francia e Danimarca e a 3.800 in Germania. Consistente anche il divario interno al nostro Paese: circa 1.600 euro nel Mezzogiorno e 2.000 euro nel Centro-Nord, il 25%”. È quanto evidenzia il Rapporto Svimez 2019 presentato oggi.
Lo squilibrio tra necessità e risposte ricevute si rileva, ad esempio, per le famiglie che hanno un componente con problemi di salute. L’analisi territoriale evidenzia che dove la richiesta è maggiore la risposta è minore: nel Mezzogiorno il 35,6% delle famiglie vorrebbe ricevere aiuto ma solo il 12,5% lo riceve. Sensibile il divario anche al Nord dove il 23,5% vorrebbe ricevere aiuto ma solo il 13,5% lo riceve. Le famiglie del Centro sono quelle che trovano una risposta abbastanza in linea con le loro richieste (il 19,9% vorrebbe ricevere aiuto e il 18,8% lo riceve).
Con riguardo ai servizi sanitari, risulta dall’indagine che nel 2016 sono stati utilizzati dal 69,5% delle famiglie e che il 60,4% (circa 15,2 milioni) ha sostenuto delle spese, affrontate con difficoltà nel 62% dei casi. Rispetto al complesso delle famiglie le maggiori difficoltà si osservano in quelle più povere: nel Mezzogiorno (73,2%), nei primi due quintili di reddito la percentuale di famiglie che incontra difficoltà è sensibilmente più elevata (77,9 e 75,5% rispettivamente).
A livello territoriale le maggiori difficoltà si incontrano nelle aree meno sviluppate: nel Mezzogiorno la percentuale di famiglie che incontra difficoltà è del 73,2%.
Continua l’emigrazione ospedaliera dal Sud verso il Centro-Nord La quantità e qualità dei servizi sociali nel Mezzogiorno risultano ancora decisamente inferiori a quelle del resto del Paese. Questo spiega un più elevato tasso di emigrazione ospedaliera verso le regioni del Centro-Nord, riferito ai casi di ricovero per interventi chirurgici acuti. Nel Mezzogiorno circa il 10% del totale dei residenti ricoverati per tali patologie si sposta verso altre regioni, a fronte di valori compresi tra il 5% e il 6% nelle regioni del Centro-Nord. Il tasso di emigrazione si riduce in Basilicata e Sicilia, resta sostanzialmente stabile in Campania e aumenta in tutte le altre regioni meridionali. Il basso tasso di gradimento dei servizi sanitari al Sud dipende da numerosi fattori, ambientali, strutturali e organizzativi, ma anche da una meno consistente dotazione di posti negli istituiti di cura. I posti letto in degenza ordinaria per 1.000 abitanti sono, nel 2016, 3,18: 3,37 nel Centro-Nord e 2,82 nel Mezzogiorno. Divari sensibili si rilevano per le lungo degenze e la riabilitazione.
Divari ancora più ampi tra Nord e Sud del Paese si rilevano nella dotazione di posti letto nei presidi 30 residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari. I posti letto complessivi per 100.000 abitanti, sono 791 nel Centro-Nord e 363 nel Mezzogiorno. Relativamente più equilibrata è la situazione del Mezzogiorno con riguardo ai minori (173 posti letto a fronte di 201 nel Centro-Nord), peraltro, in netto peggioramento dal 2009 soprattutto nelle regioni meridionali. Ampi squilibri si rilevano con riguardo ai posti letto per disabili (53 posti letto a fronte di 100 nel Centro-Nord), e ai posti letto per anziani (1.137 posti letto a fronte di 2.608 nel Centro-Nord).
Assistenza domiciliare. Nel 2016 la spesa dei comuni per i servizi sociali, al netto del contributo degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, ammonta in volume a circa 7 miliardi 55 milioni di euro, corrispondenti allo 0,42% del PIL nazionale. Aumenta leggermente la spesa media per abitante (116 euro a livello nazionale). Al Sud la spesa pro capite è decisamente inferiore rispetto al resto d’Italia: 74 euro nel 2016 in aumento rispetto all’anno precedente (70 euro pro capite), a fronte dei 139 del Centro-Nord stabile rispetto al 2015. Per quanto riguarda l’Assistenza domiciliare integrata (ADI) erogata dai comuni, dal 2007 al 2016 la quota di persone presa in carico ogni cento persone di 65 anni è calata dallo 0,8 allo 0,6%. La quota di anziani presa in carico ogni 100 abitanti è pari allo 0,2% nel Mezzogiorno a fronte dello 0,3% del 2007; nel Centro-Nord, invece, l’assistenza domiciliare interessa lo 0,7% degli anziani con 65 anni e più rispetto all’1,1% del 2007. In calo nel Centro-Nord anche il numero di Comuni che eroga il servizio che invece cresce nel Mezzogiorno dove, peraltro, si riduce il numero medio di utenti presi in carico.