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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Studi e Analisi

Sdo 2017. Si conferma aumento delle infezioni ospedaliere. In tutto sono state oltre 10mila 

immagine 28 marzo - I peggioramenti più evidenti nelle infezioni post-chirurgiche si hanno nella Pa di Bolzano, in Abruzzo, Puglia e Piemonte ma è in aumento (+25,68 casi ogni 100.000 dimissioni) anche la media italiana e solo in otto Regioni si registra un calo. Il più significativo in Calabria (-71,90 casi su 100mila dimsissioni) e in Valle d’Aosta (-125,08). Registrati anche i casi di embolia polmonare e di trombosi venosa profonda post chirurgiche per un totale di 5.549 casi pari a un'incidenza di 149 casi ogni 100mila dimissioni ospedaliere.
In metà Italia aumentano le infezioni ospedaliere tra il 2016 e il 2017. E soprattutto quelle post chirurgiche. In tutto ne sono state censite attraverso le schede di dimissione ospedaliera 10.135, di cui 541 dovute a cure mediche e 9.594 post chirurgiche (si tratta di un'incidenza ogni 100mila ricoveri per le prime pari a 12,37 e per le seconde a 258,76.

E anche i casi di embolia/trombosi post chirurgica (un altro degli indicatori di rischio clinico inseriti nelle Sdo) aumentano e nel 2017 sono stati 5.549, con un'incidenza di 149,67 ogni 100mila dimissione chirurgiche.  

 


I risultati delle Sdo 2017 confrontati con quelli delle Sdo 2016 parlano chiaro e confermano se non addirittura peggiorano la posizione italiana di ultima in Europa per il contenimento delle infezioni ospedaliere. 

In dieci Regioni (il dato del Molise non è rilevato per nessuno dei due anni) le infezioni dovute a cure mediche sono aumentate in un anno per centomila dimissioni, mentre in altre dieci Regioni – ma solo di 0,02 ogni 100mila dimissioni - sono diminuite.

Al top degli aumenti Piemonte, Trento, Valle d’Aosta e Umbria che in un solo anno hanno collezionato oltre 10 infezioni mediche in più su centomila dimissioni (rispettivamente 13,99; 13,67; 10,65 e 10,41).

Va decisamente peggio per le infezioni post-chirurgiche. Nella Pa di Bolzano, in Abruzzo, Puglia e Piemonte l’aumento è superiore ai 50 casi ogni 100mila dimissioni in un solo anno (rispettivamente 66,06; 58,79; 54,36 e 50,22), ma è in aumento (+25,68 caso ogni 100mila dimissioni) anche la media italiana e solo in otto Regioni si registra un calo che rispetto agli aumenti ha valori significativi solo in Calabria (-71,90) e in Valle d’Aosta (-125,08).

Questa volta le Regioni in piano di rientro sono ‘spalmate’ lungo tutta la classifica, dall’Abruzzo con la sua crescita di +58,79 infezioni ogni 100mila dimissioni alla Campania, di poco sotto la media nazionale con -21,16 casi in più, fino alla Calabria che, appunto, di casi ne ha fatti registrare -71,90.

Tra gli indicatori di rischio clinico, come li definiscono le Sdo, ci sono poi l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda.

Qui i numeri salgono ancora e in cime alla classifica c’è il Molise con 121,07 casi per centomila dimissioni in più tra il 20916 e il 2017, seguita da Trento sempre al di sopra dei nuovi 100 casi (106,43).

La media italiana è di +1,56, ma solo otto regioni hanno il segno meno e tra queste chi ha fatto meglio sono Umbria (-55,67), Liguria (-48,90) e Toscana (-28,53).   

 

 
28 marzo 2019
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