Si è recentemente concluso il Progetto nazionale di promozione dell’attività motoria, promosso dal CCM, ministero della Salute e cofinanziato dal ministero della Gioventù. La regione Veneto, ULSS 20 di Verona ha coordinato le attività, che hanno coinvolto in totale sei regioni oltre al Veneto: Piemonte, Marche, Emilia Romagna, Lazio e Puglia.
Obiettivi del progetto sono stati la promozione del movimento nella vita quotidiana e lo sviluppo di reti locali di soggetti che concorrono alla promozione dell’attività motoria (Associazioni, Comuni, scuole, operatori sanitari, educatori, istruttori, medici di medicina generale).
Ecco ampi stralci della relazione conclusiva:
Sembra di poter concludere che sia stata superata la fase sperimentale e propedeutica della promozione dell’attività motoria e che si tratti ora di assicurare continuità, coordinamento e qualità a questa materia.
Per quanto riguarda l’indagine specifica effettuata nelle scuole, coinvolgendo vari interlocutori e vari segmenti dell’attività del Progetto nazionale di promozione dell’attività motoria, oltre ad aver instaurato rapporti con un numero notevole di istituti e di studenti (circa 100.000 studenti), complessivamente si sono ottenute informazioni rilevanti sulla situazione di contesto nella quale si inseriscono gli interventi di promozione dell’attività motoria diretti a bambini e ragazzi. I dati riportati in questa relazione non significano solamente la restituzione del lavoro effettuato e la messa in rete di informazioni utili a valutare l’attività svolta ma contribuiscono anche a illustrare il quadro complessivo nel quale si sviluppano oggi molte iniziative di promozione dell’attività motoria dirette all’età evolutiva. Una indicazione che può avere immediate ricadute anche di tipo operativo è quella che riguarda la presenza di barriere diffuse alla messa in atto di stili di vita attivi da parte dei ragazzi sia all’interno della scuola che all’esterno. Sembrerebbe logico affiancare interventi educativi a percorsi di adeguamento delle scuole per quanto riguarda le opportunità che offrono nell’ambito dell’educazione fisica e sul tema della facilitazione del movimento nella vita quotidiana. Accanto a dati di tipo tecnico (presenza di palestre e di impianti sportivi scolastici) sono state raccolte anche le percezioni dei soggetti di riferimento (insegnanti, esperti, genitori) su una serie di tematiche di grande rilievo. Alcuni dati ricavati devono considerarsi puramente indicativi e necessitano di ulteriori verifiche ed approfondimenti. Alcuni quesiti sottoposti ai genitori (mutuati dal questionario di “OKkio alla salute”) forniscono spunti di notevole interesse sui quali è opportuno riflettere.
Le informazioni ottenute con queste rilevazioni, pur non potendo essere paragonate a quelle ottenibili in condizioni sperimentali, possono delineare un quadro di insieme che costituisce di per sé una rappresentazione dei bisogni ed un’ipotesi di lavoro. La collaborazione dei genitori è stata molto buona, considerando che il tasso di adesione al progetto è stato pari al 75%, e ci ha permesso di ricavare dall’indagine alcuni spunti che possono essere utili in prospettiva futura. Innanzitutto emerge la difficoltà di contestualizzare e seguire le innumerevoli proposte di promozione della salute che vengono effettuate a scuola, questo rappresenta già una criticità che rende difficile il coinvolgimento dei genitori nel cambiamento dello stile di vita del loro bambino e della famiglia in generale. La rilevazione evidenzia, come prevedibile, che le mamme sono coinvolgibili più facilmente rispetto ai papà in quanto più presenti nella vita scolastica. Questo implica la necessità di ricercare strumenti comunicativi efficaci e adeguati al target, in particolare per quei gruppi di popolazione in cui le donne possono presentare svantaggi dal punto di vista socio-culturale (ad es. gruppi emarginati o immigrati). La difficoltà manifestata nel riportare gli elementi identificativi delle campagne di promozione della salute (succede in quasi la metà dei casi) è indicativa della necessità di fare proposte complessive e non settoriali, fortemente contestualizzate dal punto di vista degli obiettivi di salute che favoriscono la partecipazione attiva dei genitori.
È necessario quindi rappresentare unitariamente ed efficacemente ai soggetti coinvolti la promozione della salute evitando il sovrapporsi di iniziative scollegate tra loro o magari sovrapponibili. Individuare iniziative inserite nella cornice di “Guadagnare salute” e presentarle complessivamente agli esperti che intervengono nella scuola, agli insegnanti, ai genitori, ai ragazzi sembra l’ipotesi più ragionevole. Questa complessa operazione di coordinamento non può essere totalmente delegata a livello locale ma deve almeno prevedere un livello regionale. A livello locale possono essere sviluppate comunque iniziative complementari coerenti con il quadro complessivo. L’ostacolo più rilevante rilevato nel corso dell’esperienza è costituito anche in questo caso dall’autoreferenzialità dei proponenti e dalla refrattarietà a mettere in atto processi integrati di valutazione. Critico si presenta anche lo scarso coinvolgimento dei pediatri su questi temi; queste figure possono costituire efficaci amplificatori della cultura della prevenzione nei confronti dei genitori. Il ruolo della famiglia e della società nel percorso di cambiamento è essenziale, pena l’impossibilità di innescare un processo duraturo di modifica degli stili di vita.
Dagli interventi effettuati sono emerse proposte che confermano che la promozione dell’attività fisica necessita di azioni che riguardano molteplici ambiti d’azione:
- ripensare la viabilità nei quartieri al fine di facilitare gli spostamenti a piedi e in bici, valorizzando gli interventi già fatti e diffondendo nella popolazione la consapevolezza dei benefici di salute che questi cambiamenti comportano;
- aumentare la sensibilizzazione sull’utilità degli spostamenti a piedi o bici continuando il lavoro nelle scuole (Miglia Verdi e Pedibus) e coinvolgendo per esempio i dipendenti delle Aziende pubbliche per incentivare i trasferimenti attivi casa-lavoro;
- individuare le aree verdi presenti in ogni quartiere e migliorarne la conoscenza, valorizzarne la fruizione e riqualificandole per permettere ai cittadini di svolgere liberamente attività fisica;
- parallelamente alla riqualificazione continuare a monitorare l’utilizzo delle aree verdi al fine di individuare i determinanti positivi e negativi e le prospettive d’azione.