Viviamo oramai da anni il dramma dell’iper-afflusso dei pazienti in pronto soccorso assistendo impotenti ai disagi di chi rimane in barella per giorni in attesa di un posto letto. La sensazione è che a subire maggiormente questo dramma siano i pazienti anziani e pluripatologici, che in molti casi non sarebbero dovuti accedere per nulla in ospedale.
Spesso a questi pazienti l’ospedale non può offrire nulla di più di quanto non si possa fare al domicilio del paziente, con l’aggravante di decontestualizzarlo dalle proprie abitudini, farlo disorientare peggiorando ancora di più le sue condizioni cliniche, per non parlare del rischio di contrarre infezioni data la promiscuità con cui viene necessariamente assistito.
Abbiamo voluto analizzare il fenomeno studiando i flussi di pazienti negli ultimi 10 anni presso l’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma: DEA di secondo livello, dove vengono portatati sia tutti i malati del territorio limitrofo che tutti i casi ritenuti più complicati da un vasto territorio regionale o malati che necessitano di prestazioni super specialistiche non presenti in altri ospedali.
Analizzeremo:
• i dati dei pazienti in attesa di ricovero
• i flussi dei pazienti passati nel ps nel 2016
• i dati degli accessi in pronto soccorso negli ultimi 10 anni
• i dati degli accessi in p.s per popolazione anziana (65-75-85 ed oltre 95 anni)
• gli esiti di tali accessi in ricoveri
• i ricoveri nei reparti nel 2016 per classi di età
Cercheremo di identificare quelli che possono essere indicati quali comportamenti impropri
• Nell’accesso in P.S.
• Nel ricovero
Vedremo se tolti tali casi i posti letto disponibili possano bastare o meno, ovvero se riusciremmo ad evitare le attese in pronto soccorso per il posto letto.
Proporremo infine soluzioni alternative o parallele al ricovero in un DEA di secondo livello.
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Francesco Medici
Team Leader Pronto Soccorso San Camillo Forlanini di Roma
Direttivo Nazionale COSMED- Consigliere Nazionale ANAAO - Socio fondatore ANMOS