Colpisce tra il 5 e il 10% della popolazione femminile in età riproduttiva, è il più frequente disturbo ormonale delle donne in grado di provocare disagi chesi manifestano con mancanza o ritardi (40- 60 giorni) delle mestruazioni, infertilità, obesità, irsutismo e acne. È la Sindrome dell’Ovaio policistico (Pcos) che se da un lato può essere guarito grazie alla collaborazione tra più specilastici, dall’altro è una spia precoce di importanti patologie in età adulta, prima fra tutte le malattie cardiovascolari.
A dirlo è uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica “
Fertility & sterility”, svolto da un gruppo di ginecologi e cardiologi dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, condotto su un campione di 30 donne con Ovaio policistico in età compresa tra i 18 e i 37 anni, con anamnesi negativa per patologie cardiovascolari.
La novità del lavoro consiste nell’identificare nelle donne un’anomalia del sistema immunitario sovrapponibile a quella descritta in caso di angina instabile, dunque un possibile marker di rischio cardiovascolare.
La conclusione dello studio pertanto è che le donne con diagnosi di Pcos “devono fare maggiore prevenzione a partire dalla fase della loro vita in cui manifestano anche solo disturbi ginecologici a volte sottovalutati perchè ritenuti innocui”. A dirlo è Rosanna Apa ginecologa che ha coordinato lo studio. Sempre la Apa aggiunge “tale attenzione può portare a benefici a lungo termine per la salute del cuore e non solo. È necessario sensibilizzare gli stessi medici di famiglia nei confronti delle giovani donne con Pcos, al fine di monitorarne e limitare i più frequenti fattori di rischio cardiovascolare, pressione arteriosa, sovrappeso, disordini del metabolismo lipidico e glucidico”.