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QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Studi e Analisi

Novartis, vale lo 0,1% del Pil italiano

immagine 1 marzo - Uno studio misura per la prima volta in Italia l’impatto di un’impresa farmaceutica sull’economia del Paese. Il contributo di Novartis è pari allo 0,1% del Pil nazionale, che sale allo 0,2% per il Pil della Regione Lombardia e Toscana e allo 0,3% di quello della P.A. di Trento. Il fatturato di Novartis in Italia nel 2009 è stato di 1.578 milioni di euro. Pari a 136 milioni le risorse destinate nello stesso anno a ricerche e studi clinici svolti da ospedali e università di varie Regioni d’Italia.
Con i suoi quattro maggiori insediamenti, gli investimenti in innovazione e le attività produttive, il Gruppo Novartis ha un impatto sul sistema economico italiano che vale lo 0,1% al Prodotto Interno Lordo nazionale. Percentuale che sale allo 0,2% per il Pil di Lombardia e Toscana e allo 0,3% per quello della Provincia Autonoma di Trento. Nella 'produzione attivata', formata dalla somma del valore della produzione Novartis e di quella indotta nei settori collegati, l’impatto complessivo sull’economia italiana è di oltre 2 miliardi di euro, più che doppio rispetto al valore della produzione Novartis in Italia. In particolare, i due comparti che risultano maggiormente avvantaggiati dalle attività di Novartis sono quello dell’informatica e della ricerca, con 737 milioni, e quello dei prodotti chimici e farmaceutici, con 577 milioni.

A misurare il “caso Novartis” nell’“impatto delle aziende della filiera della salute sul sistema economico italiano. Il caso Novartis" è stato il Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario (Ce.Ri.S.Ma.S.) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’ambito del convegno "Economia, territorio e società: il valore aggiunto dell’industria farmaceutica" organizzato ieri a Milano.
Uno studio primo nel suo genere, per un settore che, come evidenziato da Americo Cicchetti, Professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel Consiglio Direttivo del Ce.Ri.S.Ma.S, “viene generalmente analizzato secondo un’ottica di politica sanitaria, trascurando spesso il fatto che esso costituisce un settore industriale tra i più rilevanti in termini economici".  

L’indagine ha adottato una metodologia denominata 'analisi d’impatto', utilizzata abitualmente in occasione di nuovi importanti investimenti produttivi o grandi eventi, come l’EXPO, applicandola a Novartis, tanto a livello nazionale quanto nelle quattro specifiche aree italiane dove la presenza dell’azienda è maggiormente significativa: Lombardia, dove hanno sede l’Headquarters e la maggior parte delle società italiane del Gruppo; Toscana, dove ha sede la divisione Vaccini e Diagnostici, con le attività di ricerca e produttive; Campania, con il grande insediamento produttivo farmaceutico di Torre Annunziata; Provincia Autonoma di Trento, con l’unità produttiva Sandoz Industrial Products.

"Abbiamo fatto ricorso alle tavole di Input-Output (o delle interdipendenze settoriali) di Leontief, un modello che ci ha permesso di valutare con precisione gli impatti diretti e quelli indiretti legati alla presenza di Novartis sul territorio", ha chiarito il coordinatore dell’indagine Enzo Pontarollo, Professore ordinario di Economia Industriale all’Università Cattolica del Sacro Cuore. "Dall’analisi d’impatto relativa alle quattro aree maggiormente interessate all’attività di Novartis e all’intera economia nazionale si sono ricavati i risultati quantitativi relativi alla 'produzione attivata', comprensiva sia della produzione Novartis che di quella dell’indotto, al valore aggiunto, dato assimilabile al Pil, e ai posti di lavoro generati. Per tutte queste tre voci, i risultati dimostrano che Novartis ha un impatto economico decisamente significativo".

"L’impatto del nostro Gruppo sull’economia e sull’occupazione in Italia è molto rilevante, e voglio sottolineare che ciò si deve in buona misura al forte impegno nell’innovazione, e alle sue ricadute nella R&S e nella produzione", ha commentato Mark Never, Country President di Novartis in Italia, secondo il quale è “urgente che questo nostro impegno sia riconosciuto e premiato. Mi aspetto che, alle aziende come Novartis, che fanno ricerca e investono molto in innovazione in questo paese, venga riservato nel market access un 'trattamento preferenziale' rispetto a chi svolge solo attività commerciale, senza investire nulla in R&S. È un requisito indispensabile perché l’Italia mantenga livelli accettabili di attrattività per gli investimenti”.

Ecco i principali dati della ricerca presentati ieri a Milano.
I dati economico finanziari su cui ci si è basati sono quelli relativi al 2009.
Le tavole relative all’economia italiana sono elaborate dall’ISTAT, quelle regionali sono elaborate dall’IRPET, Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana.
Per facilitare il raffronto tra i valori economici immediatamente ‘visibili’ dell’azienda e il reale impatto economico delle sue attività, la tabella riporta da un lato i dati di Novartis in Italia, dall’altro quelli ricavati dall’indagine, attraverso l’applicazione della metodologia delle tavole di Input-Output.

 
 
*Valore della produzione  Per quanto riguarda la Lombardia il valore della produzione si differenzia significativamente dal valore di fatturato (1.048 mio €) in quanto la sede di Origgio è il punto di intersezione tra produzioni e ricerche effettuate nel nostro Paese e quelle del Gruppo. Nello studio si è utilizzato il valore della produzione anziché del fatturato, che avrebbe altrimenti generato una sovrastima dell’impatto dell’azienda sull’economia italiana. Il fatturato di Novartis in Italia nel 2009 è stato di 1.578 milioni di euro.

**Produzione attivata     É la somma del valore della produzione Novartis e di quella indotta nei settori collegati.

***Totale Italia     Comprende anche i dati relativi all’unità locale di Marcon in provincia di Venezia (47 dipendenti) e gli effetti sulle singole regioni e sull’intero Paese indotti dai redditi dei dipendenti Novartis.

Dai risultati complessivi dell’indagine emerge che:
  • In due Regioni, il contributo delle attività Novartis al Prodotto Interno Lordo si aggira intorno allo 0,2% e, nella Provincia Autonoma di Trento, è prossimo allo 0,3%. Si tratta, a giudizio degli esperti che hanno condotto lo studio, di dati significativi. Non è, infatti, frequente che una singola azienda sia in grado di generare un impatto di questa ampiezza su un PIL territoriale
  • Nella produzione attivata, l’impatto complessivo sull’economia italiana, di 2.074 milioni di euro, è più che doppio rispetto al valore della produzione realizzata nei siti produttivi Novartis in Italia.
  • Sempre relativamente alla produzione attivata, i due comparti che risultano maggiormente avvantaggiati dalle attività di Novartis sono quello dell’informatica e della ricerca, con 737 milioni, e quello dei prodotti chimici e farmaceutici, con 577 milioni. A questi seguono il commercio, i trasporti e l’immobiliare
  • Rilevante, secondo i ricercatori, è il dato che riguarda l’impatto occupazionale, con un totale di 14.966 posti di lavoro generati. Da sottolineare, come elemento ulteriormente qualificante, che quasi la metà di questi posti di lavoro (6.961) riguarda il settore della ricerca e sviluppo. A quest’ultimo settore Novartis ha destinato nel corso del 2009 risorse finanziarie per 192 milioni di euro: una parte significativa (136 milioni di euro) ha riguardato spese per ricerche e studi clinici svolti da ospedali e università di varie Regioni d’Italia.
     
1 marzo 2011
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