Mal di testa, dolori diffusi, raffreddore, mal di gola, tosse, disturbi gastrointestinali e chi più ne ha più ne metta. I sintomi dell’influenza stagionale sono ben conosciuti a tutti perché tutti, prima o poi, hanno avuto a che fare con i virus che, di anno in anno, portano l’epidemia in giro per il mondo.
Stando ai più recenti dati disponibili (a oggi) gli italiani costretti a letto sono stati, all’incirca 2 milioni e 800 mila. Ma siamo vicini al picco e quindi la cifra potrebbe facilmente aumentare. E di conseguenza aumenteranno anche i costi per l’economia nazionale che, finora, ha già perso una cifra assai vicina ai 144 milioni di euro.
A fare questa particolare stima delle conseguenze dell’epidemia influenzale, è stata la Camera di Commercio di Milano che si è servita, per fare i conti al virus, di dati Istat e del ministero della Salute (prendendo a parametro un’incidenza del virus uguale nelle diverse province).
In sostanza il sistema economico in questo lasso di tempo, avrebbe perso a causa della malattia, più di 2 milioni e 300 mila giorni. Per determinare questo dato gli esperti della Camera di commercio milanese ha preso in considerazione sia i lavoratori che gli imprenditori e lavoratori, calcolando una media di tre giorni di convalescenza pro capite, escludendo ovviamente il costo del fine settimana. E si è scoperto così che la cifra segnalata (144 milioni di euro) ha già superato – e di molto – quella dello scorso anno: i milioni di euro persi in più rispetto alla stagione influenzale 2008-2009, sono infatti 55.
Nel disaggregare i dati generali riferiti a tutta Italia (si vedano
tabella 1 e
tabella 2), spicca la classifica delle province più colpite: in testa troviamo Milano con oltre 12 milioni di euro e 178 mila giorni di malattia; al secondo posto Roma con 10 milioni e 400 mila euro e 167 mila giorni persi. Terzo gradino del “podio” per Torino (5,9 milioni di euro per 95 mila giorni) seguita da Napoli (5,4 milioni di euro) e Brescia (3,6 milioni di euro). Tra le prime 10 città italiane troviamo Bari, Bergamo, Bologna, Firenze e Verona, tutte con più di 2 milioni di euro di costi.
Altre informazioni contenute nello studio confermano la particolare incidenza del virus nella “stagione” influenzale 2010-2011. Lo scorso anno, ad esempio, il “picco” il picco di contagio si ebbe nei mesi autunnali e ha reso così “poco significativo” il confronto. Più simile all’attuale , la stagione 2008-2009. Ma solo per l’incidenza del contagio; i costi, infatti, furono comunque inferiori: circa 90 i milioni di euro persi tra ottobre 2008 e gennaio 2009.