Sono 66 i sinistri che avvengono ogni anno in media in una struttura ospedaliera italiana, e, nonostante un trend che dal 2009 registra qualche riduzione anno su anno (fatta eccezione per l’anno 2012), globalmente nel decennio il tasso di rischio, quindi la frequenza di sinistri, è aumentato: +4,8% ogni 100 medici, +2,7% ogni 100 posti letto e +7,2% ogni 1.000 ricoveri. Questo è quanto emerge dalla sesta edizione del Medmal Claims Italia, il report di Marsh che quest’anno ha analizzato le richieste di risarcimento danni di 10 anni (2004–2013), su un campione di 89 strutture rappresentativo del territorio nazionale della sanità pubblica.
In totale sono 42.000 le richieste di risarcimento pervenute alle strutture sanitarie appartenenti al campione nei dieci anni: in pratica è come se, dal 2004 a oggi, tutti gli abitanti di una città italiana di medie dimensioni, come Imperia, Lodi o Macerata, avessero denunciato danni subiti in ospedale. Nel dettaglio, avvengono quasi 1 sinistro ogni 10 posti letto, 3 ogni mille ricoveri, 17 ogni 100 medici e 7 ogni 100 infermieri. Le specialità cliniche che subiscono la maggiore frequenza di richieste di risarcimento danni sono ortopedia (13,2%), chirurgia generale (10,3%) e ostetricia e ginecologia (7,5%). Anche il pronto soccorso registra il 13% delle denunce di sinistro e nel 2013 svetta fra tutti come il reparto che ha totalizzato più episodi di medical malpractice.
Si conferma al primo posto della classifica sinistri denunciati l’errore chirurgico (27,3%), seguono l’errore diagnostico (18%) e l’errore terapeutico (10,4%) a pari merito con le cadute di pazienti e visitatori (quasi il 10%). Se poi si analizzano gli errori per tipologia di ospedale, le strutture sanitarie di primo livello, ovvero quelle di base, hanno registrato il maggior numero di richieste danni pari al 54%, seguono le strutture di secondo livello (ospedali ad alta intensità di cura o ad alta specializzazione) 24,5% e gli ospedali universitari 20%. Molto distanziate sono le strutture mono-specialistiche come quelle ortopediche 1,2%, e quelle materno-infantili 0,4%.
Si tratta di sinistri o presunti tali, che valgono oltre un miliardo e mezzo di euro in risarcimenti, per un costo medio di quasi 60.000 euro a sinistro e che hanno fatto aumentare i valori assicurativi anche del 16,5% per i medici e del 13,4% per gli infermieri. Nel dettaglio, il valore assicurativo di un posto letto è stimato intorno a 4.000 euro, un singolo ricovero intorno a 107 euro, un medico 7.000 euro e un infermiere circa 3.000 euro, con differenze importanti a seconda delle aree geografiche prese in considerazione: un posto letto al nord costa circa 3.700 euro, al centro 5.380 euro e al sud 2.700 euro. Il personale medico paga per la copertura assicurativa 6.300 euro al nord, fino a 9.700 euro al centro, ma solo 3.900 euro al sud.
Si confermano, come nelle precedenti edizioni, tempi molto lunghi per le denunce dei sinistri: se la metà delle richieste di risarcimento arriva entro i primi 6 mesi dalla data di accadimento dell’evento, i tre quarti delle denunce avviene entro 2 anni e si raggiunge il 95% solo allo scadere del sesto anno. Tempi lunghi per le denunce e altrettanto si può dire per la chiusura dei sinistri: delle 42.000 richieste avanzate dal 2004 al 2013, poco meno della metà è ancora aperta e in fase di verifica. E non sempre le richieste vanno a buon fine, anzi, quasi il 25% è risultato senza seguito.