toggle menu
QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Studi e Analisi

Vaccinazioni. Indagine Censis. Genitori italiani mal informati e diffidenti. E internet “Dis-orienta"

immagine 7 ottobre - I genitori italiani ignorano quali e quante sono le vaccinazioni obbligatorie, e nonostante il 95% abbia vaccinato i propri figli, solo due genitori su dieci si fidano totalmente dei vaccini. E sulla scelta di vaccinare o di non vaccinare pesano molto le informazioni reperite sul web e sui social. Questi alcuni dei risultati della ricerca presentata questa mattina al Senato. LA SINTESI
Vaccino mio non ti conosco. Sembra essere questo il leit motive di mamme e papà sulle vaccinazioni che sono chiamati a far somministrare ai propri figli. Nonostante circa otto genitori su dieci affermi di sapere cos’è il calendario vaccinale, andando a scavare si scopre che la loro preparazione sulla materia è molto incerta. Solo una percentuale esigua sa quali e quante sono le vaccinazioni obbligatorie. E anche se il 95% dei genitori ha vaccinato i propri figli, poco più di due genitori su dieci si fidano totalmente dei vaccini. E internet, dal punto di vista della conoscenza, "dis-orienta" i genitori. Anche se esigua, una percentuale di mamme e papà affida alle informazioni reperite sulla rete la scelta di vaccinare o di non vaccinare i propri figli.

A indagare sui livelli di conoscenza e diffusione della cultura della prevenzione nella popolazione è una ricerca “La cultura della vaccinazione in Italia” realizzata dal Censis con il contributo non condizionato di Sanofi Pasteur Msd e presentata questa mattina al Senato.
 
Per comprendere lo stato dell’arte sulla materia sono stati interpellati mille genitori coinvolti più o meno recentemente nell’esperienza di vaccinazione dei propri figli e che, per questa ragione, si suppone abbiano un bagaglio informativo adeguato riguardo alla conoscenza della vaccinazione in età pediatrica. E il gap informativo che  emerge, sottolinea il Censis, richiama il ruolo chiave di una corretta informazione sulle vaccinazioni quali strumenti preventivi efficaci e sicuri a tutela della salute: un'informazione estesa a tutta la popolazione, ma diretta in particolare ai genitori, doppiamente responsabili in quanto fautori di scelte per sé e per i propri figli.
 
“Assistiamo ad un crescente bisogno di informazioni da parte dei genitori – ha detto Maria Concetta Vaccaro, responsabile welfare del Censis – che hanno bisogno di capire sempre di più sulla materia, anche perché l’informazione istituzionale è solo apparentemente soddisfacente e ha quindi bisogno di essere curata ulteriormente. Per questo occorre aiutare i genitori a selezionare le informazioni con le quali vengono in contatto”.

Conoscenza inadeguata e diffidenza verso i vaccini. Dall’analisi dei dati emerge, infatti, uno scenario che lascia trapelare una conoscenza non del tutto adeguata e anche una diffidenza nei confronti dei vaccini. Sebbene quasi la totalità dei genitori coinvolti abbia dichiarato di aver vaccinato i propri figli (il 95%) è meno estesa la percentuale dei genitori che dichiara di fidarsi totalmente e molto dei vaccini (22,4%), una fiducia piena che cresce tendenzialmente all’aumentare dell’età (25,4% dei genitori 46-55enni di fida totalmente o molto).
 
Le questioni cruciali sulle quali si registrano opinioni spesso contrapposte riguardano la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Il 70,9% dei genitori è convinto che i nuovi vaccini siano più sicuri perché tecnologicamente più avanzati, ma c’è un 61,7% di coloro che ritengono che le vaccinazioni possano essere causa di malattie gravi come l’autismo.
 
Ancora più netta è la contrapposizione di opinioni in merito all’efficacia dei vaccini: i genitori si dividono a metà tra chi afferma e chi nega che le vaccinazioni non sono poi così efficaci nel proteggere dalle malattie dal momento che non si esclude la possibilità di ammalarsi nonostante il vaccino.


L’impatto di internet. Tutti dati che indicano come il bisogno di informazione sul tema non sia completamente soddisfatto e in cui si rintracciano, in diversi casi dubbi e perplessità rispetto alle informazioni di cui le famiglie dispongono. Anche perché, sottolinea il Censis, non si può negare che l’utilizzo di internet abbia un impatto negativo sull’atteggiamento assunto nei confronti della vaccinazione. Naviga l’80% delle persone intervistate e di questi, tre genitori su dieci, soprattutto under 35, cercano informazioni sulla salute (32,1%), e quasi la metà dei genitori che utilizza internet per la salute dichiara di aver letto sui social network un articolo relativo alla vaccinazione e per quote più basse, ma non irrilevanti, la scelta di vaccinare (10,5% dei genitori) o di non vaccinare (7,8%) viene fatta dipendere proprio dalle informazioni reperite sulla rete.
 
Genitori poco informati. Ma qual è lo stato dell’arte delle conoscenze sulle vaccinazioni tra i genitori? Il 79% dei genitori afferma di sapere cosa sia il calendario vaccinale, ma solo il 5,6% è stato in grado di indicare che in Italia le vaccinazioni obbligatorie sono 4 e che si tratta dell’antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatitevirale B. Un’incertezza che può trovare spiegazione nella difficoltà che la somministrazione congiunta di più vaccini (polivalente) potrebbe creare nella differenziazione tra vaccini obbligatori e non.
Soprattutto i genitori fanno molta confusione tra le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate.  Se tra il 20% e il 50% degli intervistati riconoscono in maniera corretta le vaccinazioni obbligatorie, più del 25% considerano erroneamente obbligatorie quelle vaccinazioni in realtà raccomandate dal Ssn.
 
E se i l 95% dei genitori ha vaccinato i propri figli, quello che divide è se sottoporre i propri figli sia ai vaccini obbligatori che a quelli raccomandati o esclusivamente a quelli obbligatori. In particolare, l’88,3% indica di aver sottoposto i figli a vaccini che definisce obbligatori (di cui il 40,4% solo ai vaccini obbligatori e il 47,9% ai vaccini obbligatori e raccomandati). L’11,2% indica invece di aver sottoposto i figli a vaccinazione, ma di non ricordare a quale vaccini, e tale situazione è più diffusa tra i genitori meno istruiti.
 
È anche alta la percentuale di genitori che ha completato tutte le dosi e richiami in base all’età dei figli (75,2%), mentre il 24,3% riconosce di non aver fatto qualche dose successiva alla prima o qualche richiamo. La tendenza a completare tutte le somministrazioni previste aumenta con l’aumentare dell’età: è quindi più accentuata tra i genitori dai 46 ai 55 anni (78,9%) e più ridotta tra i genitori più giovani (71,6%), naturalmente compatibilmente con l’età dei figli.
 
L’esperienza della vaccinazione è poi fortemente connessa con l’informazione ricevuta. E il Nord è decisamente più informato del Sud della penisola.
 
Le fonti di informazione. Il pediatra di libera scelta è la figura più consultata (54,8%) in particolare dai genitori del Sud e Isole e tra i diplomati. Segue poi il Servizio vaccinale della Asl (37,5%), un servizio cui si sono rivolti più frequentemente i genitori del Nord e i genitori con titolo di studio basso. Nel confronto tra le varie fonti, la quota di chi dichiara di aver avuto accesso a tutte le informazioni necessarie è più elevata tra chi è stato informato dal Servizio Vaccinale della Asl (65,1%). È invece del 33,3% la percentuale di chi è stato informato dal pediatra e avrebbe voluto saperne di più, mentre l’informazione carente sui rischi dei vaccini è richiamata in misura maggiore (13,3%) tra chi ha chiesto informazioni al proprio medico o pediatra.
 
In generale, quando si tratta di accedere all’informazione sanitaria, la figura del medico rappresenta il soggetto principalmente consultato per avere informazioni su patologie, prevenzione, stili di vita e servizi sulla salute. In particolare si tratta del medico di famiglia indicato dal 70,6% dei genitori, mentre il 23,5% fa riferimento al medico specialista. La tendenza a rivolgersi al medico di medicina generale aumenta con l’aumentare dell’età, mentre i più giovani si rivolgono più frequentemente al medico specialista. Inoltre, a rivolgersi al medico di medicina generale sono in particolare i genitori residenti a Nord Ovest (76,2%), gli uomini (75,2%) e i genitori diplomati (72,6%). La consultazione del medico specialista è, invece, più diffusa al Sud e Isole (28,8%), tra i genitori istruiti (26,6%) e tra le donne (26,2%).
 
L’informazione corre su internet.  Utilizza internet l’80% delle persone intervistate, ma dei genitori intervistati la quota per acquisire informazioni sulla salute è del 32,1%.  E sono soprattutto i genitori fino a 35 anni. Quasi la metà dei genitori che utilizza internet per la salute dichiara di aver letto sui social network un articolo relativo alla vaccinazione (48%) e per quote più basse, ma non irrilevanti, la scelta di vaccinare (10,5% dei genitori) o di non vaccinare (7,8%) viene fatta dipendere proprio dalle informazioni reperite sulla rete.
 
Le informazioni più richieste sono quelle sui rischi dei vaccini (46,7%), e sono sempre i genitori più giovani ad indicarne la presenza sul web. Più ridotta, il 26,8%, è la quota di genitori che rintraccia informazioni sui vantaggi dei vaccini, il 20% dice di aver trovato informazioni scientifiche sui vaccini o storie di casi che hanno subito effetti negativi dei vaccini.
 
Comunque il 40,6% dei genitori si è rivolta a siti istituzionali  e il 37,2% a siti specializzati o scientifici.  Guardando ai social media, i forum o blog (27,2%) sembrano essere preferiti ai social network (16,1% ) per reperire questo tipo di informazioni. La consultazione delle sezioni di salute di quotidiani e riviste online risulta invece la pratica meno di diffusa (solo il 12,2%). La consultazione dei siti ufficiali e specializzati per ottenere informazioni relative alla vaccinazione è una pratica un po’ più diffusa tra le donne (42,2% a fronte del 38,5% delle donne) mentre gli uomini preferiscono la consultazione di siti istituzionali, specializzati o scientifici (41,0% a fronte del 34,3% delle donne) per reperire informazioni relative alla vaccinazione.
 
Il giudizio sulle informazioni reperite online… Tra quanti consultano prevalentemente i siti istituzionali e scientifici, la percentuale di intervistati che rintraccia la presenza di informazioni tendenti a palesare un orientamento contrario alla vaccinazione è del 15,0% Tra coloro che preferiscono la consultazione dei social network, forum e blog per ottenere questo tipo di informazioni, sale al 40% circa la quota di coloro che giudicano le informazioni reperite contrarie alla vaccinazione.
 
… e quello in generale sulle vaccinazioni. In generale prevale comunque un atteggiamento favorevole alle vaccinazioni, confermato dal fatto che solo il 5,0% si dichiara contrario perché le ritiene rischiose. Il punto di vista leggermente prevalente (34,6%) è quello di chi non esprime una posizione ideologica favorevole o contraria in linea di principio alla vaccinazione ma vuole valutare le singole situazioni e decidere di volta in volta, ribadendo così, ancora una volta, da una parte l’importanza dell’autodeterminazione e dall’altra quella dell’informazione, che viene assunta come base della scelta di vaccinare o meno in ogni specifica circostanza.
7 ottobre 2014
© QS Edizioni - Riproduzione riservata