Dal “1° Rapporto sulla stabilità finanziaria”, presentato ieri dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, emerge una buona notizia per l’Italia.
A fronte di una stima di crescita nei Paesi dell’Euro pari a 5,1 punti di Pil nei prossimi cinquant’anni per le spese cosiddette age-related - che includono, pensioni, sanità, cure di lungo termine e sussidi di disoccupazione - in Italia l’incremento dovrebbe assestarsi solo su 1,6 punti di Pil.
Draghi non spiega le ragioni di questa forte differenza nelle stime della Commissione europea, ma è certo che il dato dovrebbe rasserenare quanti temono, anche in Italia, una prossima esplosione della spesa per previdenza e sanità a seguito dell’invecchiamento della popolazione.