Mi rivolgo a Paola Binetti(Lista Civica), Nerina Dirindin (PD), Roberta Lombardi (M5S) e Beatrice Lorenzin (PDL) quali donne e parlamentari espressioni simboliche di diversi orientamenti politici e culturali. E' in atto da tempo, come hanno evidenziato anche recenti indagini giornalistiche, una pesante azione di “
annullamento del diritto” dovuto agli effetti sulle donne e non solo della non applicazione delle leggi che ne dovrebbero salvaguardare la salute.
Una realtà, a partire delle dimensioni assunte, ormai non più compatibili con il diritto alla tutela della salute della donna, dall’obiezione di coscienza che sono state anche oggetto di ben sei recenti mozioni parlamentari che impegnano il governo a una maggiore attenzione alla 194.
Stiamo parlando, più in generale, del venir meno della certezza di quel quadro di regole, ma soprattutto di comportamenti, che hanno costruito almeno 30 anni fa il diritto alla “
maternità consapevole libera e responsabile”.
Chiedo quindi a queste autorevoli rappresentanti del Parlamento e del Governo di adoperarsi per una “
tutela delle tutele”cioè di intervenire con dei provvedimenti rivolti alle Regioni per sospendere da subito le politiche ostative che stanno minacciando la sopravvivenza di tali conquiste di civiltà.
Questa la situazione:
1) nel nostro paese rispetto all'ivg è in atto un fenomeno di
“terzo mondismo di ritorno” che ci allinea regressivamente ai paesi in via di sviluppo. Da noi, come nei paesi del terzo mondo, si registra un complessivo stallo del numero di aborti ma a discapito della sicurezza e a favore della clandestinità e della speculazione;
2) tanto nel nostro paese che nei paesi in via di sviluppo, si pone la necessità di ridurre l’incidenza di gravidanze indesiderate e il numero di aborti non sicuri tramite la diffusione di servizi pubblici di sostegno alle donne alla coppia e alla famiglia;
3) nel nostro paese aumentano
le pratiche illegali di violazione della legge 194 per scopi speculativi, quindi il numero degli aborti non sicuri, quelli clandestini, il
commercio ramificato (ambulatori fuorilegge, spaccio di farmaci abortivi, privatizzazione dell'ivg ecc);
4) nel nostro paese è in atto un cambio nella struttura della domanda pubblica di ivg: cresce la percentuale di aborto tra le donne straniere, che registrano un tasso di abortività 3-4 volte maggiore rispetto a quello delle italiane con delle interdipendenze negative da approfondire;
5) cresce e si estende l’obiezione di coscienza che rende in molti casi arbitrariamente e pseudo legalmente, indisponibile l'offerta legittima di servizi pubblici nei confronti della domanda. Si tratta di un fenomeno variegato, in parte legato a rispettabilissime convinzioni etiche personali, in parte ad una esecrabile doppia morale professionale pubblico/privato e in parte a problemi di organizzazione e di depauperamento professionale dei medici. E' probabile che vi sia un uso strumentale e distorto di almeno una parte dell'obiezione di coscienza. Sembrano prevalere le ragioni legate al bisogno di salvaguardare l'integrità professionale dal momento che chi è disposto a praticare l'igv in genere si ritrova a fare prevalentemente ivg per tutta la vita;
7) gli effetti dell'uso improprio dell'obiezione di coscienza sono devastanti: si allungano le liste d'attesa, si supera il numero di settimane di gravidanza in cui è consentita l'interruzione, surrettiziamente si fa sempre più ricorso all'aborto terapeutico, si obbligano le donne alla clandestinità per cui in Italia si torna a morire di aborto, e ad avere complicazioni cliniche importanti;
8) lo spegnimento del diritto alla maternità libera e consapevole è in corso in modo silenzioso da anni in un contesto finanziario decisamente ostile (post welfarismo) caratterizzato da pesanti politiche di definanziamento della sanità pubblica che ha gravemente accentuato il bisogno di servizi (nel 2008 il ministero della Salute calcolò un sottodimensionamento di oltre il 30% di consultori);
9) la questione dei servizi non è legata solo al venir meno del vecchio parametro 1 consultorio per 20000 abitanti, ma ad un loro progressivo depauperamento organizzativo e all'essere in molti casi ancora fermi a concezioni culturali e organizzative anacronistiche ( “materno-infantile”);
10) se le donne sono respinte dal servizio pubblico come pare o se il loro accesso è ostacolato in tutti i modi allora il tasso di abortività che in Italia è “formalmente” tra i più bassi di quelli osservati nei paesi industrializzati si spiega prevalentemente con la crescita dell'aborto clandestino.
Alla luce di questa realtà si tratta di:
• aggiornare l'analisi della situazione fatta sino ad ora facendo una operazione “verità” sulla questione
• definire una contro prospettiva quindi un progetto in grado di tutelare i diritti delle donne,delle coppie e delle famiglie.
La “maternità libera consapevole e responsabile” è stato, negli anni 70, il risultato di una mediazione politica felice tra i movimenti di emancipazione delle donne, la cultura laica e quella cattolica. Questa mediazione va difesa e rilanciata. Trovo assurdo che sulla sostenibilità economica della sanità si istituiscano in Parlamento due commissioni di indagine gemelle, che esistano commissioni di inchiesta sugli errori, sugli sprechi in sanità e non esista nulla di nulla sulla “grande moria” (great dying) dei diritti delle donne, dei bambini e delle famiglie.
So che non è facile tra laici e cattolici concordare delle politiche che hanno tra le tante cose, questioni spinose come l'ivg e l'obiezione di coscienza, per questo sollecito un accordo che prioritariamente si ispiri alla prevenzione della maternità non desiderata perché se il tasso di abortività cala nel pubblico ma cresce nella clandestinità, è una sconfitta per tutti laici e i cattolici.
Ivan Cavicchi