Il Cerm diffonde la sua analisi sullo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario” (vedi allegati a fondo pagina). Il giudizio complessivo è “positivo”, anche se “per alcuni passaggi si intravede la necessità di un ulteriore sforzo di approfondimento e chiarificazione”.
Secondo il Cerm, le innovazioni di maggior rilievo sono in particolare due:
- la saldatura macrofinanziaria tra il totale delle risorse dedicabili a finanziamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i Lea) e la capacità di stanziamento alla luce delle vincolo complessivo di finanza pubblica;
- il ricorso, per la standardizzazione, al confronto dei livelli di efficienza e di appropriatezza su macrocapitoli di prestazioni/spesa.
Tuttavia il Cerm denuncia la mancanza di un riferimento esplicito alle modalità di misurazione della qualità e pone dei dubbi sulla rilevazione del benchmarking sulla spesa delle Regioni prese a modello dopo averne decurtato quote di spesa finanziata con entrate proprie per allinearla al finanziamento a programma. Questo, infatti, “espone, di fatto, al rischio di decurtare i Lea” dal momento che “non si è in grado di valutare se la sovraspesa rispetto al programma è imputabile a inefficienze e mancata ottimizzazione di Lea/Lep/Liveas, oppure ad un sottodimensionamento delle risorse dedicate a programma, allineare la spesa al finanziamento ai fini del benchmarking può condurre a sottostimare il fabbisogno”.