Il 67% di chi soffre di eiaculazione precoce riconosce che “la troppa fretta nell’intimità” è causa di importante insoddisfazione per la partner ma, pur condividendo con lei la preoccupazione circa il problema, solamente in 1 paziente su 4 si rivolge al medico per trovare una soluzione. E’ quanto emerge da un’indagine di Gfk Eurisco realizzata su 1500 uomini fra i 18 e i 64 anni
“Il quadro è piuttosto allarmante – osserva Isa Checchini, sociologa e ricercatrice Gfk Eurisko – in quanto si fa molto poco per cercare di risolvere il problema: in metà dei casi non si fa nulla, in un quarto dei casi si ricorre a mezzi approssimativi e poco efficaci, come l’uso di preservativi ritardanti, e, solo nel 5% dei casi a farmaci prescritti dal medico”. Elementi cui bisogna poi aggiungere che 1 uomo su 4 soffre di eiaculazione precoce in modo ricorrente (ne ha esperienza in oltre la metà dei rapporti sessuali) ma solo 1 su 10 capisce che è una patologia. L’uomo si confida con la partner (2/3 dei sofferenti di Ep ha parlato con la partner del problema), ma trova maggiori difficoltà a rapportarsi con gli esperti e chiedere aiuto: solo 1 su 4 ha consultato un medico.
“Siamo di fronte ad una patologia che, oltre ai problemi clinici che può nascondere, crea grande disagio nell’uomo - spiega la Professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, del San Raffaele Resnati di Milano - che si sente sessualmente inadeguato e i cui effetti si ripercuotono sull’autostima e sulla fiducia in se stessi. Una percezione delle proprie potenzialità che si trasforma in un minor successo nello studio e nella vita professionale e in generale nella capacità di esprimere la propria personalità.”.