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QS Edizioni - mercoledì 4 dicembre 2024

Studi e Analisi

Pronto soccorso. Il Tor Vergata di Roma ‘maglia nera’ per attese oltre le 48 ore. Sugli abbandoni record al Cervello di Palermo. I dati Agenas

di Barbara Di Chiara
immagine 29 novembre - L'indicatore preso in considerazione rappresenta la percentuale di accessi in PS con un elevato tempo di permanenza tra l’entrata e la dimissione. Un valore elevato dell'indicatore viene interpretato, appunto, negativamente, in quanto rappresenta una maggiore percentuale di accessi con tempo di permanenza maggiore o uguale a 48 ore.

Trascorrere più di 48 ore in Pronto soccorso. Due giorni su una barella in attesa delle cure necessarie. Una realtà che in Italia rappresenta uno degli indicatori della performance degli ospedali più sentiti dai cittadini. Una classifica delle strutture più o meno efficienti da questo punto di vista è possibile ottenerla grazie al Portale statistico dell’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), che vede, fra i Pronto soccorso ospedalieri, consegnare la ‘maglia nera’ al Cardarelli di Napoli, mentre fra quelli universitarie al policlinico Tor Vergata di Roma: qui rispettivamente il 9 e il 12% dei pazienti trascorre appunto in attesa per oltre 48 ore nei Pronto soccorso delle due strutture. Seguono fra gli ospedali il S. Camillo di Roma (7%), il Cervello di Palermo (5,3%) e l’ospedale di Cosenza (5%). Fra le strutture universitarie dopo Tor Vergata abbiamo il S. Andrea di Roma (11%), l’Umberto I (5,5%) e l’ospedale senese (4,9%).

L'indicatore preso in considerazione rappresenta la percentuale di accessi in PS con un elevato tempo di permanenza tra l’entrata e la dimissione. Un valore elevato dell'indicatore viene interpretato, appunto, negativamente, in quanto rappresenta una maggiore percentuale di accessi con tempo di permanenza maggiore o uguale a 48 ore.

Al contrario, le strutture migliori fra quelle ospedaliere risultano il Brotzu di Cagliari (0%), l’ospedale di Perugia (0,1%), il San Croce e Carlo di Cuneo (0,2%) e Papardo di Messina (0,2%). Fra le universitarie i policlinici di Milano e di Pavia con lo 0%, Padova sempre con lo 0% e G. Martino di Messina (0,2%). C’è poi un altro indicatore rilevante: quello sugli ‘abbandoni’ del Pronto soccorso. L’Agenas spiega che esso rappresenta la percentuale di episodi in cui i pazienti che accedono al PS, soprattutto in caso di attese prolungate, lasciano la struttura ospedaliera prima delle cure o prima della dimissione.



Gli episodi di abbandono sono significativi in quanto, da un lato comportano un dispendio di risorse ed energie dedicate a pazienti che poi non concludono il loro iter diagnostico-terapeutico e dall’altro manifestano la percezione della qualità del servizio da parte dell’utente. Un valore elevato dell'indicatore viene interpretato anche qui negativamente, in quanto esprime una maggiore percentuale di abbandoni del PS. E il record negativo se lo aggiudicano fra gli ospedali il Cervello di Palermo (24%), l’ospedale Dei Colli di Napoli (19,6%), il Civico Benfratelli di Palermo (18,9%) e il Garibaldi di Catania (12%). Fra le strutture universitarie maglia nera al G.Martino di Messina (17,4%), al policlinico Tor Vergata di Roma (15,7%), al Giaccone di Palermo (14%) e al Riuniti di Foggia (13,7%). Bene invece il S.Maria di Terni (0,3%), il S. Carlo di Potenza (1,9%) e l’ospedale di Perugia (4%) insieme al policlinico di Pavia (0,3%), l’ospedale universitario di Padova (1,1%) e il policlinico di Milano (1,2%).



Barbara Di Chiara

29 novembre 2024
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