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QS Edizioni - domenica 11 agosto 2024

Studi e Analisi

Intramoenia in crescita, nel 2022 guadagni per oltre 256 mln, +8,5% in un anno. La Relazione del Ministero della Salute al Parlamento

immagine 9 agosto - A tanto ammonta la differenza tra i ricavi (1,177 miliardo di euro) e i costi sostenuti dalle aziende per erogare le prestazioni in Alpi (921 milioni circa). Continuano a diminuire i medici che esercitano l’Alpi, 44.791 vs 45.302 del 2021 (in 10 anni il decremento è stato del 15%). Un calo che si conferma in termini percentuali: se nel 2014 i medici in intramoenia erano il 44,2% del totale dei medici dipendenti del Ssn, nel 2022 la quota passa al 38,5% (42,3% se si considerano solo i medici con rapporto esclusivo). Le prestazioni più richieste sono quelle specialistiche (68,7% dei ricavi totali). LA RELAZIONE
Dopo la dura flessione (-28%) del 2020, anno del Covid, torna a crescere l’attività intramoenia in Italia. Lo mostra la Relazione annuale del ministero della Salute sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria per l’anno 2022 che il ministero della Salute ha trasmesso oggi al Parlamento. Se già nel 2021 il trend tornava in linea con gli anni precedenti e i ricavi totali risultano superavano il 1 milione di euro (i 1,087 mld di euro per la precisione), con un incremento rispetto all’anno precedente del 33%, nel 2022 si assiste a un ulteriore salto avanti dell’8% nel 2022, con ricavi che raggiungono il valore di 1.177 milioni di euro. Crescono anche i guadagni, da 235.594 milioni di euro a 256.032, pari al +8,5% circa, percentuale in linea con l’aumento dei costi. In pratica, i costi per le aziende rappresentano il 78,25% dell‘Alpi.



In termini di spesa pro-capite, l’intramoenia nel 2022 vale 20 euro per ogni cittadino residente in Italia, ma la situazione è estremamente variegata sul territorio nazionale con forti discrepanze tra Nord e Sud del Paese, sia in termini di valore di spesa pro-capite sia in termini di variazione rispetto all’analogo dato riferito all’anno precedente. In particolare nel 2022, i picchi maggiori si registrano nelle Regioni Emilia-Romagna (34,8 euro/anno), Valle d’Aosta (32,2 euro/anno), Piemonte (29,9 euro /anno) e Toscana (28,6 euro/anno) mentre la spesa pro-capite per prestazioni in ALPI è minima in Molise (4,4 euro/anno), in Calabria (5,5 euro/anno) e nella P.A. di Bolzano (6,5 euro/anno), ed in generale significativamente inferiore alla media nazionale nelle Regioni meridionali.

Dal sistema dei flussi di dati economici e finanziari delle AUSL e delle AO è poi possibile estrapolare alcune informazioni sulla ripartizione della spesa per tipologia di prestazioni, distinguendo quelle ospedaliere da quelle specialistiche erogate in regime di libera professione intramuraria.

A livello nazionale, la parte più consistenti dei ricavi per l’attività di intramoenia proveniente dall’area delle prestazioni specialistiche, che si assesta nel 2022 ad oltre il 68%. La quota di attività libero professionale intramuraria afferente all’area ospedaliera rappresenta il 19,5% (il restante è “Altro”: sanità pubblica, consulenze, ecc.).

Le visite più prenotate in intramoenia sono: la visita cardiologica, ginecologica e ortopedica. Per quanto riguarda le prestazioni strumentali, quelle maggiormente richieste sono l’elettrocardiogramma, poi l’eco (color) dopplergrafia cardiaca, l’ecografia all’addome inferiore, superiore e completo e l’ecografia monolaterale e bilaterale della mammella.

Ma quanti sono i dirigenti medici che esercitano la libera professione intramuraria? Nel corso degli ultimi anni, il numero complessivo sia in termini assoluti sia in termini percentuali (rispetto al totale dirigenti dipendenti di Aziende del Servizio Sanitario Nazionale). Tuttavia, i dati relativi all’anno 2021 così come quelli del presente monitoraggio per l’anno 2022, sembrano avallare l’ipotesi di una decelerazione del trend di riduzione del fenomeno precedentemente riscontrato. Infatti, il numero di medici che esercitano ALPI passa da 53.000 unità relative all’anno 2014 a 45.434 unità del 2020, si “assesta” poi a 45.302 unità nell’anno 2021 (solo 132 unità in meno rispetto all’anno precedente)e diminuisce di 511 unità nell’anno 2022, valore quest’ultimo che risulta in ogni caso inferiore alla diminuzione media annua di circa 1.200 unità calcolata per il periodo considerato. In ogni caso dal 2014 al 2022 il numero di medici che esercitano ALPI è diminuito di 8.209 unità di personale ossia di oltre 15 punti percentuali.




Se però si considera il rapporto tra medici che esercitano l’attività libero professionale intramuraria ed il totale medici dipendenti delle strutture sanitarie del SSN. Il rapporto così calcolato passa da un valore pari al 44,2% relativo all’anno 2014 a quota 38,5% dell’anno 2022. Se poi si considerano solo i medici con rapporto esclusivo con il Ssn, nell’anno 2022 la quota passa al 42,3%.

Anche in questo caso c’è un’estrema variabilità tra le Regioni, sia in termini generali di esercizio dell’attività libero professionale intramoenia, con punte che superano quota 50% nelle Regioni Valle d’Aosta (66%), Veneto (53%), Piemonte (53%), Lombardia (52%) e Liguria (52%). Viceversa, il rapporto tra medici che esercitano l’ALPI sul totale dei medici in esclusività, tocca valori minimi in Regioni come Sicilia (33%), Campania (32%), Calabria (30%) Sardegna (22%), Molise (24%) e nella Provincia Autonoma di Bolzano (14%). In generale, al di sotto della media nazionale si collocano gran parte delle Regioni meridionali ed insulari.

Sempre in media l’83,1% dei medici nel 2022 ha esercitato l’Alpi esclusivamente all’interno degli spazi aziendali (inclusi gli spazi in locazione che, ai fini della rilevazione, erano da considerarsi propriamente spazi aziendali), l’8,0% circa esercita al di fuori della struttura ed il 8,9% svolge attività libero professionale sia all’interno che all’esterno delle mura aziendali (ad esempio attività in regime ambulatoriale svolta presso il proprio studio professionale ed attività in regime di ricovero svolta all’interno degli spazi aziendali).

La quota di medici che esercita la libera professione esclusivamente all’interno degli spazi aziendali è progressivamente ed ulteriormente cresciuta negli ultimi anni (da 76% dell’anno 2014 a 83,1% dell’anno 2022) e, di contro, la percentuale di intramoenia esercitata “esclusivamente” o “anche” al di fuori dalle mura si è passata dal 24% (somma di “Alpi solo esterno” e “Alpi interno ed eterno”) al 16,9% nell’anno 2022.

Al 31 dicembre 2022 le percentuali maggiori di attività intramoenia svolta “esclusivamente all’esterno” si registrano in Campania (31% su totale Alpi), Lazio (24%), Basilicata (24%), Piemonte (22%), Umbria (17%), Calabria (13%) e Sardegna (11%), mentre l’Alpi esercitata al di fuori delle mura è pressoché assente o nulla in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Toscana, Veneto e nelle P.A. di Trento e Bolzano.
9 agosto 2024
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