Alla vigilia della Giornata internazionale delle donne, l’Inail pubblica il Dossier donne 2024, il focus sull’andamento al femminile di infortuni sul lavoro e malattie professionali, elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto in base ai dati mensili provvisori del biennio 2022-2023 e a quelli consolidati del quinquennio 2018-2022. Ad emergere, secondo l’Inail, è “l’immagine di una donna condizionata dal triplice ruolo di moglie-madre-lavoratrice, per la quale le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro possono rappresentare una fonte di rischio. Lo dimostrano i dati sugli infortuni in itinere, nel tragitto di andata e ritorno dal luogo di lavoro, che, nonostante il ridimensionamento dovuto al ricorso allo smart working nel triennio 2020-2022, in termini relativi restano sempre più elevati per le donne rispetto agli uomini”. Evidente il divario per le denunce con esito mortale: l’incidenza tra le lavoratrici nel 2022 è di circa un decesso su due, con 64 casi su 133, mentre per gli uomini il rapporto scende a poco meno di uno su quattro, con 272 decessi su 1.114.
In generale, il confronto tra il 2022 e il 2023 - che, sottolinea l’Inail, “richiede molta prudenza, in quanto, come accennato, i dati sono ancora provvisori, ma soprattutto perché il 2022 è stato caratterizzato, a causa del Covid-19, da un significativo incremento infortunistico, mentre il 2023 si è posizionato su livelli decisamente più contenuti”” – mostra una netta riduzione delle denunce di infortunio in complesso (-16,1%), ma soprattutto al femminile, dove il calo segna il 27,6% (da 286.522 a 207.484) mentre il decremento della quota maschile è stato dell’8,1% (da 411.251 a 377.872, circa 33mila in meno).” Questa è una conseguenza del significativo calo dei contagi denunciati nel 2023, caratterizzati fin dall’inizio della pandemia da una maggiore incidenza femminile (la Sanità e assistenza sociale, primo dei settori più a rischio di contagio professionale, ha una prevalenza di donne tra gli occupati)”, spiega l’Inail.
La sanità e l’assistenza è anche l’ambito in cui avvengono più denunce tra le donne per quanto riguarda i casi di violenza o aggressione. In particolare, le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze (per esempio da parte di pazienti o loro familiari nei confronti di operatori sanitari, da studenti o partenti nei confronti di insegnanti, fino ai rapinatori in banche o uffici postali) rappresentano nel 2022 il 2,6% di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro, in oltre il 44% dei casi si tratta di donne che svolgono professioni sanitarie e assistenziali. Seguono specialiste dell’educazione e della formazione (6,1%), insegnanti di scuola primaria (5,1%) e impiegate postali (4,7%). A livello territoriale, nel periodo 2018-2022, circa sei casi su dieci di violenza sulle donne sono stati denunciati al Nord.
Le over 50 si infortunano più spesso. Circa il 15% di tutti gli infortuni al femminile del 2022 ha riguardato le lavoratrici con un’età compresa tra i 50 e i 54 anni, che risultano, quindi, le più colpite. In particolare, in questa fascia d’età, gli infortuni delle donne costituiscono oltre il 46% del totale riferito a entrambi i generi. Inoltre, dei 133 casi mortali femminili avvenuti nello stesso anno, oltre un quinto, con 27 casi, riguarda la classe di età 50-54 anni. Si passa poi alla fascia delle 55-59enni, con 21 casi, e a quella delle 40-44enni, nella quale si sono verificati 17 decessi.
Le malattie professionali più diffuse sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo. Nel 2022 le lavoratrici hanno denunciato 15.881 malattie professionali, 1.003 casi in più, pari al 6,7%, rispetto all’anno precedente. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano le più diffuse e, insieme a quelle del sistema nervoso, superano il 92% delle denunce femminili. Tra le patologie del sistema osteo-muscolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (90%) e, tra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale. Queste tre patologie rappresentano il 74% delle denunce totali, ma la quota per le lavoratrici è dell’85% contro il 70% per gli uomini.
Più frequenti tra le donne i disturbi psichici. Si distinguono per consistenza della quota femminile sul totale delle denunce nella stessa patologia, i disturbi psichici e comportamentali e le malattie della cute, rispettivamente con il 52% e il 40%. In particolare, nel 2022, i disturbi psichici sono stati denunciati in misura simile da entrambi i sessi, con 195 casi per le donne e 183 per gli uomini, ma per le lavoratrici la percentuale sul totale delle loro malattie è dell’1,2%, il triplo di quella dei lavoratori, pari allo 0,4%. A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress lavoro-correlato, che rappresentano l’81% dei disturbi psichici per le donne e il 73% per gli uomini, seguiti dai disturbi dell’umore, rispettivamente pari al 13% e al 23%.