In Italia ancora 4 giovani su 10 non conoscono il Papilloma virus (HPV), in molti hanno le idee poco chiare sulle sue modalità di trasmissione, sulle malattie che possono derivare da un’infezione persistente e sulle opportunità di prevenzione. Ne sono consapevoli e quasi il 90% vorrebbe saperne di più. È quanto è emerso da un’indagine nazionale promossa da Fondazione Umberto Veronesi ETS, condotta da AstraRicerche su un campione rappresentativo di 18-29enni, uomini e donne, e presentata oggi, in occasione della Giornata mondiale contro l’Hpv.
“Viviamo un momento storico cruciale, in cui grazie a vaccinazione, test di screening e al miglioramento delle terapie esiste la possibilità reale e concreta di debellare le malattie provocate dal Papilloma Virus, primo fra tutti il tumore della cervice”, dichiara in una nota
Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi ETS. “I più giovani sono la fascia di popolazione più direttamente coinvolta, perché sono i primi ad essere toccati da quella che è la più comune fra le infezioni sessualmente trasmesse e sono coloro che possono cambiare il loro destino cogliendo le opportunità di prevenzione e di diagnosi precoce. Ecco perché è fondamentale conoscere che cosa pensano e che cosa sanno, e assicurarci di continuare a fare il massimo affinché siano informati e messi nelle condizioni di compiere scelte consapevoli” , conclude Ramaioli.
“Il questionario – spiega
Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche - è stato sviluppato in base ad una precedente analisi di testi on line in merito al tema e ha consentito di indagare se il Papilloma virus (HPV) è noto presso la popolazione 18-29enne, se i principali aspetti rilevanti (fra cui la diffusione, gli effetti patologici, la modalità di prevenzione del contagio, i comportamenti da attuare in caso di positività riscontrata) sono noti e compresi, con particolare attenzione ai test (PAP-test, HPV-test) e al vaccino (anche per capire i motivi dell’eventuale non vaccinazione). Inoltre si è voluto rilevare in che misura e tramite quali mezzi i giovani italiani vogliono essere informati e aggiornati su HPV e sulla vaccinazione”.
Alla domanda “Parliamo di un particolare problema di salute, cioè di HPV o Papilloma virus. Qual è il tuo grado di conoscenza del tema?” il 6% ha ammesso di non averne mai sentito parlare e un terzo (il 33,3%) l’ha sentito nominare ma non sa cosa sia. Il 60,8 per cento ha risposto “lo conosco e penso di sapere che cosa sia”, più le donne degli uomini (74% contro 48%) e con un livello di consapevolezza dichiarata che aumenta con l’età (se è fermo al 52% fra i 18-21enni sale al 62% fra i 22-25enni e al 68% fra i 26-29enni). Fra i maschi più giovani (18-21 anni) la percentuale più alta di chi dichiara di non avere mai sentito nominare l’HPV (14%). Rispetto alla media nazionale si dichiarano più informati i giovani del NordOvest (67%) e meno quelli del Triveneto (53%).
Anche fra coloro che dichiarano di conoscere il Papilloma virus, però, restano argomenti poco chiari. A volte fondamentali, come il fatto che l’infezione da HPV colpisca sia i maschi che le femmine: la maggioranza (82,7%) lo sa, ma ancora il 14,4% pensa che riguardi solo le donne (ben il 18% del campione femminile e l’11% di quello maschile) e il 3% pensa che si infettino solo gli uomini.
Sulle conoscenze più specifiche riguardo al virus e come si trasmette le incertezze sono maggiori, con un’ampia percentuale (dal 27% al 53% a seconda delle domande) di risposte “non so”. Il 41,4% ritiene che il preservativo sia completamente efficace nel prevenire l’infezione da HPV (non lo è, riduce i rischi ma non li azzera nel caso del Papilloma virus che si trasmette con il contatto fra tessuti e mucose ano-genitali e orali).
Quasi la metà degli intervistati ritiene erroneamente che il virus si trasmetta tramite saliva e sangue e, se oltre il 54% riconosce correttamente che il contagio può avvenire tramite rapporti sessuali orali, il 29,8% risponde “non so” e il 15,8% risponde “no”.
Riguardo ai comportamenti efficaci per ridurre le probabilità di infezione da Papilloma virus solo il 60,6% indica la vaccinazione HPV, mente oltre la metà (51,2%) ritiene che siano efficaci la cura dell’igiene intima e di quella del cavo orale, il 23,9% pensa che aiutino una vita attiva e una dieta equilibrata. Fra le credenze errate vi è quella per cui l’infezione è sintomatica e non può scomparire spontaneamente (lo pensa il 38%), il 27,3% crede che la maggior parte delle persone entrate in contatto con il virus vadano incontro allo sviluppo di un tumore. Solo un terzo sa che l’HPV è la causa di quasi tutti i tumori della cervice uterina, il 41,6% che provoca anche altri tumori non solo femminili e non solo all’apparato genitale, solo il 25% riconosce che è una delle cause dei tumori dell’ano.
E riguardo ai test di screening per i tumori cervicali, causati dal Papilloma virus? La metà degli intervistati non ha le idee chiare su che cosa sia il Pap test e solo uno su quattro dice di conoscere il test HPV (ma, anche fra coloro che affermano di conoscerlo, il 50,5% non sa che serve ad individuare il virus HPV nel collo dell’utero). Di tutti coloro che affermano di conoscere l’HPV solo la metà sa che il programma di screening per i tumori del collo dell’utero si rivolge a tutte le donne fra i 25 e i 64 anni (lo sa il 56% delle donne e il 46% degli uomini; il 58% fra le donne in età da screening – 26-29enni).
Passando al tema della vaccinazione per il Papilloma virus, fra coloro che dichiarano di conoscere l’HPV solo poco più di un terzo sa che è offerta attivamente e gratuitamente a maschi e femmine a partire dall’undicesimo anno d’età e che è possibile vaccinarsi per iniziativa personale anche in età adulta. Ancora meno (27%) sanno che è possibile vaccinarsi gratuitamente fino ai 18 anni e sanno (il 25,7%) che occorrono due dosi a distanza di 6 mesi oppure tre se si inizia dopo i 15 anni.
Il 33,9% si dichiara vaccinato (il 47% delle donne e il 20% degli uomini), il 45,6% non l’ha fatto ma ha intenzione di farlo, mentre uno su 5 (il 20,5%) non è vaccinato e non intende vaccinarsi contro l’HPV. La percentuale di persone vaccinate è più alta fra le donne 22-25enni (55%) rispetto alle 18-21enni (46%) e lo stesso accade fra i maschi (23% contro il 21%). Fra le ragioni di coloro che si dicono non intenzionati a vaccinarsi, il 30% dice di non averne bisogno perché già protetto dall’uso regolare del preservativo, il 17,1% ritiene l’HPV e le malattie correlate un rischio non grave per pensare ad un vaccino; altri temono effetti collaterali dannosi (23,5%) o ritengono la vaccinazione non efficace dato che è attiva solo contro alcuni tipi (14,3%); il 20,7% ha superato l’età della gratuità e ritiene il costo troppo elevato; il 12,3% ha ricevuto consigli contrari e il 14,7% si dice contrario ad ogni vaccinazione.
Riguardo all’informazione ricevuta sul Papilloma virus, fra coloro che dichiarano di conoscere l’argomento, oltre il 65% si è rivolto a medici, il 37,3% a fonti di natura medica (siti di istituzioni sanitarie, centri di cura o associazioni attive in ambito di salute); il 32,8% si è informato presso altri adulti o conoscenti, e il 23,7% cita social network e influencer. I giovani intervistati, però, si ricompattano intorno ad un dato conclusivo: l’87% vorrebbe sapere di più dell’HPV e della vaccinazione rispetto a quanto ne sa adesso.