toggle menu
QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Studi e Analisi

Rapporto Unfpa. Per 222 milioni di donne il figlio non è una scelta

immagine 15 novembre - Tra le cause la mancanza di accesso a informazioni affidabili e ai servizi sulla pianificazione familiare. E per il 2012 si prevedono 80 milioni di gravidanze indesiderate e 40 milioni potrebbero finire con l'aborto. È quanto emerso dal Rapporto dell’Unfpa curato da Aidos sulla situazione nei Paesi più poveri.
La possibilità di decidere il numero di figli e l’intervallo in cui averli è garantito in molti paesi sviluppati e tra le classi dirigenti dei paesi del "Sud" del mondo. Ma così non è per la maggior parte delle persone nei Paesi in via di sviluppo, specialmente i più poveri. E così circa 222 milioni di donne non hanno accesso ad informazioni affidabili, alta qualità di servizi di pianificazione familiare, nozioni e mezzi, e sono perciò a rischio di gravidanze indesiderate. Una criticità che colpisce anche i paesi sviluppati, dove c’è un alto livello di gravidanze non desiderate, specialmente tra le adolescenti, i più poveri e le persone immigrate.
 
È quanto emerso dal Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2012 dell’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) “Per scelta, non per caso. Pianificazione familiare, diritti umani e sviluppo”, la cui edizione italiana, curata da Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, è stata presentata, in contemporanea mondiale, oggi presso la Sala Stampa Estera di Roma.
 
Il Rapporto mette nero su bianco come, nonostante la pianificazione familiare sia quasi universalmente riconosciuta quale diritto intrinseco, affermato e sostenuto dagli altri diritti umani, l'enorme bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare continui a persistere. Un bisogno insoddisfatto che colpisce anche gli uomini, ma non solo: riguarda infatti anziani, persone non sposate, minoranze etniche, rifugiati, migranti, lavoratori e lavoratrici del sesso, persone che convivono con l'Hiv/Aids e le donne e le ragazze a rischio di violenza sessuale nelle zone di conflitto o nelle crisi umanitarie.
Ma quali sono le cause di questo mancato accesso? La carenza di contraccettivi è solo uno dei motivi per cui milioni di persone non sono ancora in grado di esercitare il proprio diritto a decidere quando e quanto spesso avere figli. L'accesso alla pianificazione familiare può, infatti, anche essere limitato da fattori quali la povertà, pressioni sociali sulla sessualità, disuguaglianza di genere e discriminazione.
Non bisogna poi dimenticare che una gravidanza indesiderata può mettere in pericolo la salute della donna, minare le possibilità di guadagnarsi da vivere e intrappolare lei e la sua famiglia in un ciclo di povertà e di esclusione sociale. Degli 80 milioni di gravidanze indesiderate che si prevedono per il 2012, si stima che, probabilmente, 40 milioni potrebbero finire con l'aborto. Affrontare il bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare in tutto il mondo eviterebbe 54 milioni di gravidanze indesiderate e quindi 26 milioni di aborti in meno. 
 
Soddisfare il bisogno complessivo di qualità e accesso alla pianificazione familiare volontaria, costerebbe circa 8,1 miliardi l'anno. Un investimento che consentirebbe di rafforzare i sistemi sanitari, garantire il rispetto delle leggi che tutelano i diritti delle persone, ridurre la povertà, sfidare pratiche tradizionali dannose, eliminare i matrimoni precoci, e fornire una vasta gamma di materiali per la contraccezione. Ed anche di offrire soluzioni ai problemi di sviluppo economico e sociale dei Paesi.
Vari studi hanno, infatti, dimostrato come investire nella pianificazione familiare è un atout vincente su vari piani. Una ricerca condotta in una comunità del Bangladesh ha mostrato, ad esempio, come le donne che hanno usufruito della pianificazione familiare hanno guadagnato salari più alti di un terzo rispetto ai salari delle donne che non avevano fatto uso della pianificazione familiare. Un altro studio ha invece concluso che le gravidanze con un intervallo di tre-cinque anni potrebbero ridurre la mortalità infantile del 46 per cento nei paesi in via di sviluppo. Mentre negli Stati Uniti è stato confermato che la maternità durante l'adolescenza abbassa fino al 10 per cento le probabilità di una ragazza di ottenere un diploma di scuola superiore riducendo il reddito annuale di una giovane adulta di ben 2,400 dollari. La ricerca mostra anche che dove l’accesso alla pianificazione familiare, alle informazioni e ai servizi è ampiamente disponibile, i tassi di aborto sono più bassi.
 

Insomma, lo scenario è preoccupante. Per questo Unfpa invita i Paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati, le organizzazioni internazionali e la società civile a: aumentare radicalmente il sostegno finanziario e l'impegno politico per garantire che questi diritti alla pianificazione familiare siano disponibili, e che i servizi, le forniture di contraccettivi e le informazioni siano di alta qualità; integrare la pianificazione familiare volontaria nel quadro più ampio dello sviluppo economico e sociale; eliminare gli ostacoli economici, sociali, logistici e finanziari che impediscono l’accesso alla pianificazione familiare; ridurre il numero di gravidanze non desiderate e aborti attraverso l’incremento della disponibilità, dell’affidabilità e della qualità dei contraccettivi e dei servizi di pianificazione familiare; rendere disponibili i programmi di pianificazione familiare a tutti; includere la contraccezione di emergenza nella gamma dei mezzi disponibili per i programmi di pianificazione familiare; coinvolgere  uomini e ragazzi nella pianificazione familiare, sia per loro stessi che per sostenere il diritto di donne e ragazze all’uso della contraccezione.
15 novembre 2012
© QS Edizioni - Riproduzione riservata