Il Covid-19 l’ha insegnato drammaticamente e in modo inequivocabile: abbiamo bisogno di un Servizio Sanitario Nazionale adeguatamente organizzato, dotato e finanziato, in particolare nella sua componente territoriale e di assistenza primaria, anche attraverso una riorganizzazione dei servizi ospedalieri e un nuovo equilibrio tra ospedale e territorio.
Ciò non solo per far fronte alle future, purtroppo tutt’altro che improbabili, emergenze epidemiche, ma anche per tutelare e promuovere la salute delle comunità e dei singoli, specialmente di quelli più fragili. E ciò in tutte le Regioni e per tutte le fasce di popolazione, con modalità e qualità omogenee. Questo al fine di salvaguardare l’equità, la solidarietà e l’universalismo del SSN e dei SSR.
Il PNRR è un’irrepetibile occasione di rinnovamento e qualificazione della sanità e del settore sociale nel nostro Paese a condizione che vi sia la volontà politica di ridare centralità alla sanità pubblica e ai servizi sociali degli Enti Locali, come riferimenti per la popolazione a fronte di un’analisi in progress dei bisogni di salute delle collettività.
I decisori politici devono far propria una visione condivisa di salvaguardia e miglioramento quali-quantitativo della salute (“Salute per tutti e per ciascuno”), intesa come bene comune e investimento, non come costo.
Il SSN e il welfare territoriale, i servizi sociali in particolare, necessitano con urgenza di un forte investimento di risorse, idee e innovazioni capaci di affrontare le esigenze della popolazione e la loro evoluzione in una fase di grandi cambiamenti epidemiologici e sociali. Ne è un esempio l’aumento del disagio psichico in ragazzi e adulti.
Sono necessarie rilevanti riforme di assetto del sistema combinando innovazione tecnico-organizzativa con un deciso orientamento verso la salute e la partecipazione comunitaria territoriale. È necessario inoltre un nuovo equilibrio fra Stato e Regioni che la riforma del titolo V non ha assicurato, aumentando le diseguaglianze regionali che potrebbero essere ulteriormente inasprite dall’attuazione dell’autonomia differenziata.
Al fine di avviare una reale inversione di rotta e mettere in sicurezza le principali componenti del welfare italiano, l’Alleanza chiede ai decisori politici di attuare prontamente tre macroazioni:
- Attivare le condizioni normative, organizzative e finanziarie, per raggiungere da qui al 2026, in tutte le Regioni, l’operatività dei Distretti Sociali e Sanitari e delle Case della Comunità, in linea con quanto previsto dal DM77.
- Reperire le risorse economiche necessarie per superare il definanziamento del SSN attuato negli ultimi anni investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione dei principali comparti del SSN pubblico: è necessario recuperare nel triennio il sottofinanziamento del SSN rispetto alla media UE, nonché ampliare e finanziare adeguatamente i LEPS-Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali.
- Ridefinire il rapporto pubblico-privato in sanità, salvaguardando la centralità della governance pubblica e prevedendo un apporto integrativo del privato accreditato rispetto alla componente pubblica, in una visione sistemica e sulla base di un’analisi rigorosa, congruente con i bisogni della popolazione.
Macro-azione 1 - Attivare prontamente i Distretti e le Case della Comunità
- Basare la programmazione regionale sulla coincidenza territoriale tra Distretti Sanitari e Ambiti Territoriali Sociali e su azioni integrate tra sociale e sanitario.
- Definire i territori e i progetti attuativi delle nuove (o riconvertite) Case della Comunità, programmando la loro realizzazione nel rispetto dei tempi definiti dal PNRR.
- Mettere in grado le ASL, i Distretti e gli Ambiti Territoriali Sociali di svolgere un’analisi dei bisogni delle popolazioni e delle risorse delle diverse comunità al fine di pervenire a Profili e Piani di Salute condivisi con tutti i soggetti pubblici, privati e del terzo settore presenti nei vari territori.
- Dotare ogni Distretto delle Unità Operative di Personale previste dal DM77 e attivare le équipe multiprofessionali e multisettoriali.
- Attivare fin da subito per ogni Casa della Comunità e Distretto percorsi di coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali, unitamente al terzo settore e a nuclei attivi della comunità, al fine di garantire una governance condivisa.
- Riformare le Cure Primarie prevedendo precise indicazioni e supporti per il lavoro di cura interprofessionale dei gruppi di lavoro territoriali.
- Realizzare le Centrali Operative Territoriali e i Punti Unici di Accesso e accoglienza a carattere sociale e sanitario in ogni Distretto e/o Casa della Comunità.
- Attivare progetti di promozione della salute, di sviluppo di comunità sane e di vivibilità ambientale - in sintonia con gli orientamenti One Health - coinvolgendo la popolazione nella creazione di reti di prossimità e sviluppo di rapporti di fiducia reciproca.
Macro-azione 2 - Superare il definanziamento del SSN investendo sul personale, sulle tecnologie e sulla riorganizzazione del SSN
- Sbloccare le assunzioni nel pubblico con contestuale semplificazione e razionalizzazione dei rapporti contrattuali e convenzionali di tutte le figure professionali territoriali tramite l’istituzione di ruoli unici/unificanti.
- Adeguare i livelli stipendiali e definire le modalità di riconoscimento dei contributi professionali e organizzativi individuali e di équipe attraverso percorsi valutativi trasparenti.
- Rifinanziare in modo congruo il SSN, i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali ed i Fondi Nazionali per le Politiche Sociali, anche trasferendo sulla sanità i fondi derivanti dall’abolizione delle agevolazioni fiscali per la sanità integrativa.
- Qualificare il personale in relazione agli specifici bisogni locali e al nuovo indirizzo richiesto per lo sviluppo delle Case della Comunità che necessita dell’acquisizione di competenze collaborative, comunicative, progettuali e valutative accanto a quelle tecnico-specialistiche.
- Adeguare gli accessi ai diversi percorsi di laurea, specializzazione e qualificazione per le professioni mediche, sanitarie e sociali alla programmazione del SSN e del Welfare territoriale.
- Investire in telemedicina e teleassistenza nella prospettiva di un miglioramento della tempestività delle risposte, della semplificazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali e dello sviluppo della partnership fra curanti e persone in cura.
- Investire nel sostegno alla domiciliarità per rendere concreto l’indirizzo “casa primo luogo di cura”.
Macro-azione 3 - Riportare il privato accreditato al ruolo integrativo del pubblico
- Programmare l'offerta pubblica esclusivamente rispetto ai bisogni di salute della popolazione, a cui possono concorrere, solo con ruolo integrativo, i privati accreditati: la competizione fra privati accreditati e servizi pubblici è incompatibile con la sostenibilità del SSN.
- Introdurre strumenti adeguati per regolare la mobilità interregionale, in particolare limitando quella indotta dai privati accreditati.
- Rendere trasparente l’accesso agli adempimenti regionali previsti per la individuazione dei privati accreditati nel rigoroso rispetto della programmazione, rafforzando i servizi ispettivi, di vigilanza e monitoraggio delle attività erogate dai soggetti accreditati sia in ambito ospedaliero, sia territoriale sociale e sanitario.
- Limitare il ricorso alle esternalizzazioni, riservandole alle attività non sanitarie e scoraggiare fortemente il ricorso all’appalto di ciò che è strategico: i professionisti.
Alleanza per la riforma delle Cure primarie in Italia