Studi e Analisi
Aziende ospedaliere. Più di una su 5 registra un basso di livello performance. Al Centro-Sud i dati peggiori. La nuova analisi Agenas
di Ester MaragòAlza l’asticella l’Agenas. Non solo quelle dei clinici, ora anche le performance del management delle Aziende Ospedaliere pubbliche sono finite sotto la lente degli analisti. E le sorprese non mancano. Messe alla prova dei fatti, meno di un‘Azienda su 5 conquista, nel 2021, alti livelli di performance (17%), più della metà si attesta su un livello medio (60%), mentre più di una su 5 non supera l’asticella degli obiettivi da raggiungere (23%). Le “promosse” sono concentrate in cinque regioni Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche, mentre le regioni del sud segnano il passo. In particolare Lazio, Campania Calabria e Sicilia annoverano le Aziende con più bassi livelli di performance.
A fare la differenza è anche la durata dei mandati dei Direttori Generali: più sono stabili nel tempo e più secondo le risultanze dell'analisi migliorano le loro performance.
Di certo la pandemia ha sicuramente giocato un ruolo. Nel bene e nel male. Rispetto la 2019 il numero di aziende con alti livelli di performance era infatti quasi il doppio rispetto al 2021, ma tante realtà sono riuscite ad alzare la testa imprimendo uno scatto per raggiungere gli obiettivi.
Sono questi, in estrema sintesi, gli esiti emersi dal “Modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale nelle aziende ospedaliere pubbliche” presentato oggi da Agenas, presso la sede della Unioncamere a Roma e illustrati dalla Dott.ssa Antonella Guerrieri Direttore Uoc Controllo di Gestione, Risultati economici SSR e Aziende sanitarie di Agenas e la Dott.ssa Maria Pia Randazzo Responsabile Uosd statistica e flussi informativi sanitari di Agenas.
Per la prima volta l’Agenzia ha infatti valutato, nell’ambito delle Aziende Ospedaliere, la capacità di raggiungere obiettivi assistenziali - esiti delle cure e accessibilità ai servizi - coerentemente con le risorse disponibili siano esse di tipo finanziario, professionale e tecnologiche. Un Sistema di valutazione, spiega l‘Agenzia, previsto dalla Legge 31 dicembre 2018 n. 145 (Art. 1 comma 513) che assegna ad Agenas la realizzazione di un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie, con l’obiettivo di segnalare eventuali e significativi scostamenti relativi alle componenti economico-gestionali, organizzative oltre che della qualità, della sicurezza ed esito delle cure senza trascurare l’equità e la trasparenza dei processi.
“Crescere da un punto di vista tecnico è il grande obiettivo di Agenas – ha affermato il direttore generale di Agenas Domenico Mantoan – un organismo tecnico di supporto alle Regioni e al Ministero che si sta dotando sempre più di figure multidisciplinari per diventare tecnicamente inattaccabile. Il Pne in 15 anni di vita ha migliorato la qualità dei servizi sanitari regionali e oggi proseguiamo con questo nuovo sistema di valutazione. Abbiamo iniziato a costruire, e lo faremo crescere con l’aiuto di tutti, un sistema che non vuole dare i voti ma valutare le competenze manageriali di 200 direttori generali che possono fare la differenza per la sanità del nostro paese. I Dg vengono scelti dalla politica, ma la valutazione dei loro risultati va resa oggettiva e questo è lo sforzo che sta facendo Agenas, anche per valorizzare quanti si sono distinti e stanno facendo un grande lavoro”.
Il nuovo modello di valutazione. Per il momento gli analisti si sono concentrati sulle performance di 30 Aziende Ospedaliere Universitarie e 23 Aziende Ospedaliere, nel triennio 2019, 2020 e 2021, ma l’obiettivo futuro è passare al setaccio anche quelle territoriali.
La metodologia. Le 53 Aziende sono state differenziate in base al numero di posti letto disponibili, ovvero maggiore/minore di 700 posti letto. Per la loro valutazione state individuate cinque aree di performance: l’accessibilità; la governance dei processi organizzativi; la sostenibilità economico-patrimoniale; il personale; gli investimenti.
Per ogni area sono state individuate delle sub aree e indicatori ad hoc. Ad esempio per quanto riguarda l’accessibilità, gli analisti hanno preso in considerazione i tempi di attesa riferiti a protesi d’anca entro 180 giorni, tumore alla mammella, colon retto, polmone e prostata entro 30 giorni e il pronto soccorso, accessi con permanenza superiore a 8 ore e gli abbandoni del Ps. Per quanto riguarda la governance dei processi organizzativi sono stati valutati: l’appropriatezza (ricoveri ad altro rischio di inappropriatezza, Dh diagnostici su Dh medici, ecc); l’efficienza (interventi in sala operatoria, degenza media pre-operatoria, ecc.); l’attrattività (la mobilità attiva di alta complessità e quella degli interventi chirurgici).
L’area della sostenibilità economico finanziaria ha guardato, tra le varie sub-aree, alla sintesi di gestione delle Aziende, ai margini di ricavi dell’attività intramoenia, ai costi operativi, ecc.
Per quanto riguarda il personale è stato considerato il numero di medici e infermieri per posto letto. Presa in considerazione anche l’obsolescenza dei macchinari e delle attrezzature, quindi la capacità della Aziende di rinnovare le dotazioni.
Le aziende sotto la lente. Vediamo quali sono le aziende passate al setaccio
I risultati: nove le Aziende promosse a pieni voti. Nel 2019 erano 17 le aziende con un punteggio medio complessivo della performance alto, ma solo 9 sono riuscite a mantenere nel 2021 il proprio status. E sono tutte concentrate nel Centro Nord. In Piemonte l’Ao Ordine Mauriziano e l’Ao Santa Croce e Carle; in Veneto l’Aou integrata di Verona e l’Aou di Padova; in Emilia Romagna l’Aou di Bologna- Policlinico Sant’Orsola; in Toscana tre Aou, quella pisana, il Careggi e quella senese. Infine nelle Marche, l’Ao Ospedali riuniti Marche Nord.
Nel Sud hanno invece perso terreno 4 Aziende che nel 2019 raggiungevano alte performance (l’Aou Ospedali Riuniti di Foggia e l’Aou Policlinico di Bari in Puglia e l’Aou Gaetano Martino e l’Ao Garibaldi in Sicilia).
Non brillano in quanto a performance 12 Aziende collocate nel Lazio, in Campania, Calabria e Sicilia.
Sono invece 32 le realtà con un livello medio di performance e sono distribuite in quasi tutte le Regioni considerate.
Stabilità nella direzione fa rima con miglioramento delle performance. Dall’analisi dei dati è emerso che fino al 2019 c’è stata una forte continuità delle direzioni aziendali nel Nord e nel Centro. Una stabilità che dal 2020-2021 inizia in alcuni casi a vacillare. Discorso diverso nelle regioni del Sud dove la stabilità è a macchia di leopardo e varia da Azienda ad Azienda, un esempio su tutte la Campania. L’Umbria è in assoluto la Regione con meno stabilità di mandato.
A conti fatti, nel triennio considerato, in 20 Aziende il Direttore generale è rimasto lo stesso e di queste 8 hanno migliorato la loro performance: l’Aou Pisana e l’Aou Careggi in Toscana; l’Ao San Giovanni Moscati, l’Ao San Pio e l’Ao dei Colli, l’Ao Cardarelli in Campania; gli Ospedali Riuniti, Villa Sofia Cervello e l’Ao Papardo in Sicilia.
Ester Maragò