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QS Edizioni - sabato 21 dicembre 2024

Studi e Analisi

I Forum di QS. Sanità pubblica addio? Tosini: “Resuscitiamo l’albatros”

di Massimo Tosini
immagine 3 aprile - Resuscitare l’albatros significa far uscire dalla cultura del mercato, del profitto e del consumismo il Sss e dar vita a un nuovo cittadino esigente ma esperto

Con grande piacere partecipo al Forum promosso da QS premettendo che il pensiero di Ivan Cavicchi è prossimo al mio verosimilmente perché, come Operatore sul campo, ho fatto il suo stesso mestiere, per la comune militanza sindacale, ma anche per aver conseguito la stessa laurea.

In forza del combinato disposto degli artt. 9, 32 e 41 Cost. ritengo che la salute, oggi, o è globale o non è! Come sosteneva Parini (1729-1799) nelle Odi, stigmatizzando l’arte medica che non si assumeva l’onere della prevenzione, scriveva: “Oh debil arte, oh mal secura scorta/che il mal attendi e no’l previeni accorta”. La prevenzione è quindi fondamentale premessa per la cura della salute ma, come afferma Cavicchi, va ripensata! Sono sempre più convinto che la salute non sia solo un diritto fondamentale prescritto dalla Cost. all’art. 32 ma, come scrive Ivan Illich, sia pure un compito.

Hans Jonas (1903-1993) sviluppando il tema dell’etica della responsabilità osservava che al formidabile sviluppo della tecnologia non ha avuto seguito un analogo incremento dell’etica. Il filosofo tedesco poneva il problema della sostenibilità del mondo e della necessità da parte dell’uomo di consegnarlo alle generazioni future.

Con riferimento al Sistema sociosanitario (d’ora in poi Sss) l’uomo ha il dovere di garantire, alle generazioni future, l’esercizio del diritto fondamentale alla salute in ossequio all’equità, all’universalità e alla solidarietà ex lege 833/78. Quindi, la salute, non può essere un diritto potestativo com’è oggi in forza delle controriforme degli anni ‘90 del secolo scorso ma, per farla tornare un diritto fondamentale, dev’essere responsabilmente assunta anche come compito, come dovere!

Ciò che più mi preoccupa, oggi, è la non curanza dei più e poiché, come Gramsci, anch’io odio gli indifferenti, il mio compito in questa sede, è quello di proporre una strada per resuscitare l’albatros!

Edgard Morin suggerisce: “[…] non basta più denunciare, dobbiamo, ormai, enunciare. Non basta richiamare l’urgenza. Bisogna anche saper comunicare, e cominciare con il delineare le vie capaci di condurre alla Via”.

La Via, all’attualità, è rappresentata da un salto di paradigma: dalla patogenesi alla salutogenesi! La cultura ospedalocentrica va superata insieme alla medicalizzazione della società per orientarci verso la socializzazione della medicina.

La salutogenesi rimanda ad Aaron Antonovsky (1923-1994) e al senso di coerenza come orientamento globale per visualizzare il mondo e l’individuo in modo comprensibile, gestibile e significativo, sostenendo che il modo in cui una persona guarda la vita ha un’influenza positiva sulla salute. Ora, poiché il Sss è più malato di coloro che cura, dev’essere ripensato e riorganizzato, proprio partendo dal paradigma salutogenico, dal territorio, da una formazione del personale orientata alla salute come ricchezza e dall’inserimento di nuove figure professionali da destinare al contrasto delle epidemie del XXI secolo, tipiche del mondo opulento.

Il DM 77/2022 istituisce gli Ospedali e le Case di Comunità, ma il problema è capire come riempire questi nuovi contenitori. Girolamo Mercuriale (1530-1606), nella sua opera De arte gymnastica (1569), dimostrava quanto importante fosse l’attività motoria per mantenere l’uomo in salute. Coerentemente con tale pensiero, ritengo non più procrastinabile la diffusione delle Palestre della Salute da collocare nelle Case della Comunità e nei quartieri come offerta di servizi di prossimità finalizzati al mantenimento della salute piena o residua del cittadino che, consapevolmente e coerentemente, sia messo nella condizione di autoprodurre la propria salute.

Quindi non più paziente, ma cittadino esigente! Tuttavia l’attività motoria, soprattutto con riferimento al trattamento delle patologie non trasmissibili (d’ora in poi PNT) e croniche più o meno stabilizzate, dovrà essere opportunamente prescritta e adeguatamente somministrata da personale qualificato.

In una nuova e aggiornata organizzazione del Sss dovrà essere rivista la relazione interprofessionale fra coloro che operano nel territorio e il personale ospedaliero, ma avendo sempre la bussola orientata alla salute globale. Il PIL, che letto da destra verso sinistra significa Logoramento Interno Prodotto, non dovrà più essere il riferimento in base al quale decidere quanto finanziare il Sss poiché, essendo la salute una ricchezza, si tratterà di decidere quanto investire per mantenere in salute i cittadini e il territorio ove essi insistono.

A questo punto entra in gioco l’etica della responsabilità che deve ispirare i comportamenti collettivi e individuali finalizzati a contrastare gli sprechi ovunque essi si annidino e ciò potrà avvenire solo assumendo comportamenti quotidiani virtuosi e appropriati.

Con riferimento al Sss, il contrasto agli sprechi passa attraverso l’appropriatezza prescrittiva e organizzativa; se, com’è notorio, il 90% degli esami radiologici risulta negativo, fatto 100 quel 90%, non è forse possibile ridurre del 50% la richiesta di esami radiologici?

Una stretta relazione interprofessionale tra MMG e specialisti di metodo, di patologia e d’organo non può forse ridisegnare le liste d’attesa partendo dalla clinica?

La tecnologia può offrire un utile contributo, soprattutto con riferimento ai follow-up?

Per trasformare il cittadino da paziente a esigente è necessario educarlo per farlo diventare un cittadino esperto e consapevole del significato di salute come ricchezza individuale e collettiva!

Scrive Bauman: “Il consumismo abbina l’insaziabilità dei bisogni all’impulso e all’imperativo di guardare costantemente alle merci per soddisfarle. Nuovi bisogni richiedono nuove merci, nuove merci richiedono nuovi bisogni e nuovi desideri; l’avvento del consumismo inaugura l’era dell’obsolescenza programmata dei beni offerti sul mercato e segnala la spettacolare ascesa dell’industria dello smaltimento dei rifiuti”.

Resuscitare l’albatros significa far uscire dalla cultura del mercato, del profitto e del consumismo il Sss e dar vita a un nuovo cittadino esigente ma esperto! Sandro Pertini (1896-1990), che con Gramsci ha condiviso il carcere fascista a Turi, affermava che la libertà senza giustizia sociale può essere una conquista vana; io penso che un cittadino esperto e in salute sia più libero di un paziente vincolato a una medicina paternalistica legata al mercato e al bisogno indotto dalla privatocrazia.

Sosteneva Marie Curie (1867-1934): “Non si può sperare di costruire un mondo migliore senza migliorare gli individui”.

Siamo tutti cittadini e, chi afferisce al Sss, lo fa per erogare o ricevere servizi i quali, per definizione, sono coprodotti nello stesso spazio e nello stesso tempo nel quale sono erogati. Solo la collaborazione tra fruitore e fornitore porta all’eccellenza e, un accesso clinicamente giustificato, genera giustizia sociale. La salute globale è ricchezza in sé; l’imperativo categorico è applicare la cultura della salute alla vita.

Massimo Tosini
Sociologo della Salute

Bibliografia essenziale
Tosini M. (2017-19), La sanità nel XXI secolo, Meno e meglio; Padova, Cleup

Leggi gli altri interventi al Forum: Cavicchi, L.Fassari, Palumbo, Turi, Quartini, Pizza, Morsiani, Trimarchi, Garattini e Nobili, Anelli, Giustini, Cavalli, Lomuti, Boccaforno.

3 aprile 2023
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