Studi e Analisi
I Forum di QS. Sanità pubblica addio? Trimarchi: “La Salute Bene Comune”
di Antonino TrimarchiDa tempo ho appreso che le cure palliative fan parte delle cure della vita. Da tempo quel contesto di apprendimento mi ha insegnato che le RIFORME, come le chiama ad alta voce Ivan Cavicchi, possono scaturire proprio quando non c’è più niente da fare.
Scrivo controcorrente, costretto a scrivere perché leggendo, scorgo tra le righe, l’afflato etico di tutto quello che c’è da fare quando non c’è più nulla da fare.
Fuori da ogni conflitto d’interessi è lì, al capezzale del SSN Pubblico, che si intercetta l’essenziale del prendersi cura, di essere Noi stessi la Cura, la necessità di rivedere le strategie e le tattiche organizzative, gestionali ed assistenziali nel promuovere la Salute Universale, Giusta, Inclusiva, Prossimale, di Comunità.
Se vogliamo comprendere - questo è il messaggio che proviene dal trapasso del SSN innanzi agli occhi di tutti - è giunto il momento di smettere di darsi da fare (Elias Canetti) cinicamente e di darci il tempo di contemplare, ritornando a lottare per l’articolo 32 della Costituzione Italiana, innovando il patto della Legge 833/78.
A Milano, a Congresso di CARD Lombardia ho avuto l’occasione di lanciare in tal senso una proposta pro-vocativa, del Profit Pubblico: “Serviamoli noi i ricchi per ottenere le risorse per la salute per tutti”.
Rianimiamoci! La Salute Bene Comune, non è né semplicemente l’assenza né il contrario della malattia. È la Qualità della nostra vita, della vita del Pianeta. LA SALUTE È UNA e contiene le mille malattie del mondo, i 1000 disordini. Sta nella sua capienza il “dono” della sua Presenza.
La salute è complessa e per la sua complessità non appartiene alle sole scienze biomediche. La salute è Sociale, è Politica, è Spirituale.
Oggi più che mai dobbiamo chiederci in che modo poter uscire dall’oggettività dell’ineluttabile insostenibilità del SSN Pubblico, per partecipare non da Attori ma da Autori alla sua rigenerazione come «Soggetti-parte» della “One Health”.
Siamo corresponsabili di come osserviamo di come valutiamo, di come agiamo quello che osserviamo.
Il problema politico odierno non è se il SSN sia sostenibile o meno, bensì come si decide di sostenerlo.
Curare la Salute è sempre sostenibile, curare le malattie ex post è una evidence based insostenibile.
I costi della promozione e della tutela della salute sono un investimento non una spesa.
Smettiamola di proferire quel che vediamo come verità quando non ci rendiamo conto che siamo ciechi.
In “Cecità” di Josè Saramago la profezia di oggi: «Non le era mai accaduto prima, voglio dire, la stessa cosa di adesso, o qualcosa di simile? - Il medico gli domandò - Mai, dottore, io non porto neanche gli occhiali»
Il tema della cecità è quello dell'indifferenza, che esplode con il dilagare del non vedere, ma che era già presente prima degli avvenimenti in questione. «Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono» (La moglie del medico).
Saramago, così Cavicchi, ci invita ad uscire dal cinismo ignorante quando, nel discorso fatto in seguito all'assegnazione del Premio Nobel, richiama come la società contemporanea sia cieca poiché si è perso il senso di Società solidale, la solidarietà fra le persone, la Salute per tutti.
Mi preme qui sottolineare l’avviso forte emergente, di rilievo sia alla Destra che alla Sinistra passando per il centro: «Il potere non logora chi non ce l’ha, Il potere logora chi ci crede».
Controriformare significa riaprire l’impossibile al possibile, concepire il rapporto multiverso tra vincoli ed opportunità, tra mente e natura, tra istituzioni e comunità locali, tra sociale e sanità: in queste e da queste connessioni, inter-relazioni complesse, emerge e si deframmenta la Salute. Qui deve agire la Politica pubblica; la Salute in tutte le politiche.
Uscire dal cinismo come invita l’Autore, obbliga noi cittadini a promuovere e a chiedere a viva voce il passaggio dall’EGOLOGIA individualistica della politica all’Ecologia sociale della Salute.
Vi è un must che scorre tra le parole dette e non dette: Frammentare l’ego ideologico per deframmentare e prendersi cura dell’ecosistema vivente patrimonio di tutti.
Quali possibili indicazioni?
Per una ecologia politica dell’emergente vs emrso-sommerso
Sviluppare la sensibilità dei Politici a lavorare sull’emerso, a rendersi conto e comprendere che indica il sommerso; riflettere e apprendere insieme, tecnici e politici, sull’emergenza dell’Unità della Salute - One Health - One Heart - One Earth - inscindibile.
Non stigmatizzare l’emerso, riconoscere che è l’indicazione di un Problema sistemico: purtroppo spesso il Problem Solving nasconde l’ecologia dell’emergente.
Facilitare una conoscenza maieutica, una coscienza etica della complessità, di esser noi stessi parte attiva del problema (Evolving in a Problem).
Avere la coscienza e la competenza politica che la salute che emergerà è co-creata nella relazione responsabile e responsabilizzante
Nella complessità non si ha una relazione lineare di causa ed effetto: si appartiene a relazioni circolari multilivello, spiraliformi. Si cammina sull’orlo del caos dove si può solo, e non si può farne a meno, partecipare ed influenzare, assistere ed essere influenzati.
Sviluppare economie ecologiche (eco-eco) della salute
Se, come diceva Heisemberg, non si può definire un metodo a prescindere dall’oggetto, ECO – ECO è il metodo che connette gli oggetti conflittuali del pensiero riduzionista e ricompone l’assioma diritti-economia-ambiente-salute. A noi, esserci. Grazie Ivan.
Dr. Antonino Trimarchi
Medico Specialista in Igiene e Medicina Preventiva
Responsabile Centro Studi CARD ITALIA Area dell'Integrazione
Leggi gli altri interventi al Forum: Cavicchi, L.Fassari, Palumbo, Turi, Quartini, Pizza, Morsiani.