Studi e Analisi
Disabilità. Onu: “Abbandonare i modelli assistenziali basati solo sulla menomazione. Serve un nuovo approccio che metta al centro l’autonomia e le scelte della persona”
di Cesare FassariIl Relatore speciale delle Nazioni Uniti sui diritti delle persone con disabilità, Gerard Quinn, ha sottolineato che i servizi per queste persone andrebbero finalmente “re-immaginati” per adattarsi al mondo che cambia e per rendere effettivo il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e ad essere incluse nella comunità.
Quest’idea permea tutto il nuovo rapporto presentato da Quinn al Consiglio dell’Onu per i Diritti Umani, dove si sottolinea come “i modelli tradizionali di servizio e supporto spesso perpetuino la dipendenza e la mancanza di libero arbitrio, concentrandosi sulle menomazioni e considerando le persone con disabilità come destinatari passivi di cure”.
Un approccio, quest’ultimo, che secondo Quinn “è in contrasto con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che si fonda sulla personalità, l'autonomia e l'inclusione nella comunità”.
De resto, ricorda Quinn, “sta emergendo una filosofia del servizio e del supporto completamente nuova che richiede un'articolazione più chiara a livello legislativo e politico”.
Tra le idee di Quinn anche un maggiore coinvolgimento del “privato”. “Gli Stati e le società in generale devono allontanarsi dai sistemi che sono stati storicamente costruiti per fornire una rete di sicurezza materiale e relegare le persone con disabilità ai margini della società”, ha spiegato Quinn, aggiungendo che “abbiamo i mezzi per implementare una nuova filosofia di servizi guardando anche a cosa offre il mercato del settore”.
“La personalità e l'inclusione sociale – ha detto ancora il relatore speciale dell’Onu - dovrebbero sempre determinare il modo in cui i servizi e i sistemi di supporto sono progettati, forniti e monitorati”.
“Tuttavia, l'obiettivo – rimarca Quinn - non è quello di sostituire il settore pubblico con il settore privato”. “Il settore delle imprese – spiega - può essere infatti una forza positiva per il cambiamento se opera in modo condiviso e attivo con la società civile per creare prodotti e servizi che promuovono veramente i diritti”.
“In un momento di crisi globale del costo della vita senza precedenti, i sistemi e i servizi di supporto basati sui diritti umani per le persone con disabilità devono avere la priorità per garantire che nessuno venga lasciato indietro”, spiega ancora Quinn.
E le persone, questo l’auspicio del rapporto, dovranno sempre di più avere la “possibilità di scegliere” i servizi più idonei ai propri bisogni e necessità.
Queste le conclusioni del rapporto:
Cesare Fassari