Studi e Analisi
Lettera aperta alla sanità
di Ivan CavicchiMia cara sanità sono molto preoccupato per te, per questo mi sono deciso a scriverti una lettera aperta.
Ti confesso di aver provato un po’ di invidia per i benzinai che hanno costretto il governo a fare marcia indietro. Per quello che ti riguarda mi sarebbe piaciuto fare la stessa cosa. Ma i benzinai per ottenere il rispetto del governo sono andati giù pesanti ed hanno dichiarato uno sciopero. Probabilmente essi hanno capito di avere a che fare con un governo tosto che, siccome è la prima volta che governa, ha bisogno di dimostrarci di saperci fare ma soprattutto di saper governare il dissenso sociale disinnescando tutte quelle contraddizioni che se non rimosse potrebbero far venire la voglia alla gente di farsi governare da chi c’era prima.
A questo governo, in particolare, gli scioperi danno molto fastidio.
Ma tu, cara sanità, secondo me non hai il rispetto del governo, quello che secondo la tua importanza, il tuo valore, il tuo ruolo meriteresti perché, a differenza dei benzinai, probabilmente non sei capace di farti rispettare.
Se come dici tu “urbi et orbi” la Meloni ti sta facendo la festa (e secondo me te la sta facendo per davvero) cosa aspetti a fare anche tu uno sciopero come i benzinai?
Piangi sempre miseria, gridi ad ogni piè sospinto “al lupo al lupo”, ti lamenti continuamente che la politica è incapace, sciatta, sciagurata ma di serio e sul serio non fai mai niente. Basta una “mollichella” (QS 13 novembre 2017) e torni buona buona al tuo posto.
Diciamo la verità, tu salvi la pelle alla gente ma per la Meloni non sei una priorità. Ma pur sapendo ciò, cioè pur sapendo che è dura, tu una mezza idea che sia una mezza idea, su come sfangarla, non ce l’hai. E non hai neanche il fegato per dare battaglia. Se sei inconseguente rispetto a ciò di cui ti lamenti come puoi essere un problema per la Meloni?
Cribbio, circa un mese fa prima di Natale la più importante intersindacale medica (più di 25 sindacati) ha voluto fare una manifestazione pubblica in una piazza di Roma portando qualche centinaio di medici con una bandierina in mano e un cappellino in testa, una roba che, di certo, alla Meloni non ha tolto il sonno.
E come è andata a finire? Non un confronto con la Meloni sulle cose vere, su quelle fondamentali, ma il solito tavolo che non si nega a nessuno e sulle cose ordinare quelle che stanno a cuore all’intersindacale e per giunta con un ministro, bravissima persona sia chiaro, isorisorse.
Io resto dell’idea che se dici a tutti che ti stanno facendo la festa (come stai dicendo in tutte le salse da quando c’è il governo di destra) ma non sei coerente con le tue denunce alla fine finirai con l’apparire un patetico babbano*.
Vedi cara sanità non posso negare che la situazione sia difficile (guerra inflazione, costi energetici) ma la Meloni con le sue politiche, nei tuoi confronti, ha comunque aperto, una grossa contraddizione sociale che più grande non si può.
Tanto per capirci e parlando terra terra, le politiche della Meloni (che tu conosci bene) oggettivamente fanno morire più gente e fanno morire in particolari i più deboli di questa società, gli sfigati, gli svantaggiati. Sto forse esagerando? O non è forse così? Devo scomodare l’epidemiologia per dimostrartelo?
Tu più diventi privata più muoiono le persone. Chiaro? Allora anche se c’è una guerra l’inflazione e le bollette crescono perché non fai come i benzinai e non ti incazzi per come la Meloni ti tratta?
Se la contraddizione che sei e che rappresenti alla Meloni gliela togli di mezzo, ma solo perché ti sei rassegnata a fare il babbano, alla Meloni farai solo che un grosso piacere.
Ma se tu annulli la contraddizione quella che dà fastidio alla Meloni tu cara la mia sanità con la Meloni sulle cose serie non ci parlerai mai. E alla fine ne uscirai con le ossa rotte. Chiaro?
A questo punto mi chiederai come si fa a non annullare questa benedetta contraddizione anzi come si fa ad usarla e io ti rispondo subito: cavalcando la contraddizione come se fosse un’ onda (surfing). Te la ricordi la pubblicità “metti una tigre nel motore”? Anche tu devi mettere la tigre nel motore.
Per farti capire meglio voglio farti degli esempi su come si fa. A parte dichiarare come i benzinai uno sciopero nazionale di tutti gli operatori della sanità (uno sciopero ha sempre un forte valore simbolico), io avrei chiesto a tutti gli operatori della sanità di mettersi al braccio una fascia nera, come fanno i calciatori, per dire a tutti che la sanità pubblica con le politiche della Meloni sta morendo.
Oppure avrei stampato un volantino da dare ad ogni malato in tutti gli ambulatori del paese e in tutti gli ospedali per spiegare ai cittadini con parole semplici cosa sta facendo e vuole fare la Meloni.
O ancora avrei fatto come ha fatto qualcuno cioè avrei affisso alle porte dei nostri servizi il discordo di fine anno di Mattarella spiegando come sia in contraddizione con le politiche del governo.
E poi ancora mi sarei dato da fare per stipulare una alleanza di ferro tra sindacati e società scientifiche e comunque riunire tutti gli operatori dietro un comune scopo sovrano una comune alleanza con lo slogan “senza di noi niente diritti”.
E ancora siccome non esiste malattia che non abbia dietro una associazione di malati avrei chiamato a raccolta in un grande cinema tutte queste associazioni e avrei invitato il governo ad ascoltare le loro storie di dolore e di morte. Avrei anche parlato con i tuoi malati più numerosi cioè gli anziani quindi i pensionati e con loro avrei stipulato un patto per difenderti.
Insomma cara la mia sanità devi dire alla gente cosa ti sta accadendo e cosa tu stai rischiando. La Meloni, che non è per niente scema, credi a me, non può permettersi il lusso di perdere anche un briciolo del proprio consenso politico.
Cavalcare la contraddizione ma non solo per fare casino ma per avere la possibilità di avere un confronto vero con la Meloni per discutere per davvero dei tuoi problemi.
Cioè per discutere di come finanziare oggi la sanità pubblica assumendola come una priorità. Con la situazione che abbiamo oggi c’è solo un modo sicuro per trovare i soldi che ti servono ed è quello di andare a prenderli laddove già si trovano pronti per essere usati cioè dentro la tua spesa storica.
Per trasferire al pubblico una parte dei soldi che già si spendono per la sanità privata con lo scopo di sviluppare il pubblico non ci vuole né la “ruspa” né il “cacciavite” ma solo la volontà politica.
Possibile mai che ancora non hai capito che la privatizzazione del sistema pubblico finanziata con i soldi dello Stato è ormai incompatibile con il pubblico.
Possibile che ancora non hai capito che finanziare la “grande marchetta” come io stesso l’ho definita di recente (QS 23 gennaio 2023), quella fatta al mercato, dal centro sinistra, oggi non è più possibile.
Con la micragna che c’è o si finanziano i diritti della gente o la speculazione. Oggi nella micragna che c’è finanziare la speculazione significa perdere i diritti.
La commistione pubblico privato particolarmente oggi è sempre più finanziaramente impossibile.
Chi dà veramente i soldi al privato come ha spiegato bene Banchieri (QS 16 gennaio 2023) non è il cittadino ma è il pubblico. Per cui se togli soldi al pubblico togli soldi al privato.
Questo spiega perché anche la presidente dall’Aiop chiede soldi allo Stato e dice “aumentare spesa sanitaria per evitare tracollo Ssn” (QS 25 gennaio 2023) ma la stessa cosa dice il Crea che si lamenta che il finanziamento alla sanità è “sotto” di almeno 50 mld rispetto ai partner Ue e quindi chiede di invertire rotta sperando in una crescita del pil (QS 25 gennaio 2023).
Ma costoro, Crea compreso, sempre con un piede di qua e un piede di la, sono tutti paladini della spesa pubblica ma solo perché vogliono riconfermare la “grande marchetta”.
Ma oggi con la situazione economica che c’è finanziare il privato attraverso il pubblico continuando a privare il pubblico del necessario non regge più. Questa è la contraddizione. Tu, cara la mia sanità, alla Meloni non devi chiedere di trovare le risorse che non ci sono perché è ovvio che non le troverà mai. Ma devi proporle di spendere quelle che ci sono in modo diverso facendo delle scelte politiche. Ci dica la Meloni da che parte sta. Sta con i diritti o sta con gli speculatori?
Purtroppo il sindacato difronte alle pesanti contraddizioni pubblico/privato come la maggior parte dei commentatori che scrivono su questo giornale, a me pare continuino a lucidare gli ottoni come se la nave non stesse affondando cioè la mia impressione è come se non avessero capito il dramma in cui tu, cara la mia sanità, ti trovi.
Per carità il sindacato faccia pure il suo mestiere come crede ma a questo punto spero che non si offenderà se gli dico che se continua a fare la pipì fuori del vaso non andremo da nessuna parte.
Al tavolo del sindacato, cara la mia sanità, si parla di tutto meno che delle tue vere criticità. Decida il sindacato se mettersi o no alla testa di una riforma della spesa storica. Lo so che non è facile ma mi pare che di alternative serie oggettivamente non ce ne siano.
Tu stai morendo ma oggi un tavolo su problemi degli squilibri della spesa storica e della commistione pubblico privato di riformare l’allocazione delle risorse, in realtà non c’è.
Mi chiedo seriamente se un tavolo del genere sia giusto delegarlo solo al sindacato, e per giunta solo ad una categoria in particolare cioè a un pezzo di sindacato, cioè se non sia giusto allargarlo prima di tutto anche a tutte le altre professioni, ma anche alle società scientifiche, alle associazioni dei malati, ai malati stessi ai cittadini. Insomma come amano dire i raffinati che scrivono su QS a tutti gli “stakeholder” della sanità.
Anzi a questo punto mi chiedo, a parte lo sciopero e il governo, se a questo punto non sia giusto portare la discussione sul futuro della sanità anche in Parlamento.
Il problema è non darsi per vinti. In fin dei conti ammazzare la sanità e ammazzare la gente è come ammazzare la Costituzione.
Eppoi scusami ma vorrei ricordarti che i più grandi guai che ti sono capitati negli anni sono venuti principalmente dal Parlamento che ha votato le controriforme che ti hanno ridotta a come sei ridotta.
Esattamente come si sta facendo con il regionalismo differenziato sarebbe del tutto logico porre il problema del diritto alla salute al Parlamento. Il sindacato da come si capisce di alzar il livello dello scontro non ci pensa proprio. Pazienza.
Che ci posso fare? Quello di avere strateghi discutibili e generali tutt’altro che combattivi, cara la mia sanità, è sempre stato il tuo punto debole. Io dico solo che se la partita politica è il SSN, è l’art. 32, è la sanità pubblica, allora intanto dobbiamo dichiarare tanto per cominciare uno sciopero nazionale e coinvolgere il parlamento
Ripeto non si può gridare che la sanità pubblica sta morendo senza muovere neanche un dito per impedirlo.
Cioè comportarsi da babbani o peggio da quaquaraquà.
Ivan Cavicchi
* I babbani (muggles) nella saga di Harry Potter sono persone comuni senza poteri magici. Praticamente quaquaraquà.