Effettuare una disamina dell’attuale situazione di carenza del personale nel Sistema Sanitario Regionale e del fenomeno delle dimissioni volontarie al fine di comprenderne le motivazioni e dare il via a nuovi approcci per la gestione e la valorizzazione delle risorse umane.
È stato questo il filo conduttore del Convegno “Great resignation” che si è tenuto al Padiglione Rama dell’ospedale di Mestre rivolto alle Direzioni strategiche, Direttori Medici Ospedalieri, Direttori di Distretto, Dirigenti delle professioni sanitarie e Dirigenti dell’area risorse umane della Sanità.
Con l’espressione “Great resignation” – grandi dimissioni – si identifica il fenomeno dell’esodo del personale, del “disingaggio” dalla propria vita lavorativa, fenomeno avvertito e studiato in tutto il mondo. Le motivazioni che ne sono alla base sono diverse: ricerca di migliori retribuzioni e progressi di carriera, esigenze di maggiore flessibilità e di condizioni per meglio conciliare lavoro e vita privata, malessere fisico, psicologico, relazionale.
La pandemia ha contribuito, con la forte pressione che ha esercitato sul personale, ad accentuare il fenomeno, spingendo molti ad un ripensamento della propria condizione di vita. Anche il mondo della sanità, già interessato dalla carenza di personale sanitario, è coinvolto in questi processi e sempre più professionisti non sono più disposti a legarsi ad un’organizzazione seguendo gli schemi tradizionali del contratto di lavoro a tempo indeterminato, preferendo quindi sempre di più forme di ingaggio atipiche o scegliendo di operare nel settore privato. Un percorso che – come è stato sottolineato – rischia di produrre impatti importanti sia sull’organizzazione delle aziende sanitarie sia sulla qualità dei servizi erogati.
“La Sanità sta investendo molto per migliorare le strutture, dotare gli ospedali di macchinari avanzati e rendere l’offerta sempre più a misura di cittadino – ha detto l’Assessore alla Sanità
Manuela Lanzarin - ma è un percorso che rischia di fallire se non affonda le radici in una attenzione importante e precisa verso il capitale umano. La buona Sanità parte dalle donne e dagli uomini che ogni giorno si impegnano negli ospedali e nel territorio. La vera sfida oggi è quindi affrontare questi percorsi in maniera appropriata, proponendo adeguati interventi a livello legislativo e contrattuale, ma soprattutto – conclude - stimolando un approccio che diventi sempre più dinamico ed efficace nella gestione delle risorse umane. Il fine è quello di valorizzare le competenze, valorizzando quelle che sono le capacità e rendendo il personale protagonista del percorso di assistenza e cura”.