Studi e Analisi
Covid. Gimbe: “Contagi in calo di quasi il 30%, giù anche ricoveri, terapie intensive e decessi. Ma preoccupa frenata quarta dose”
Ancora tutti segni meno per gli indicatori del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe che nella settimana 18-24 maggio 2022, rispetto alla precedente, mostrano una netta diminuzione di nuovi casi (171.737 vs 243.932) (figura 1) e una flessione dei decessi (633 vs 763) (figura 2). In deciso calo anche i casi attualmente positivi (811.720 vs 967.401), le persone in isolamento domiciliare (805.173 vs 959.599), i ricoveri con sintomi (6.257 vs 7.465) e le terapie intensive (290 vs 337) (figura 3).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Nuovi casi. “I nuovi casi settimanali continuano a scendere (-29,6% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – attestandosi intorno a quota 172 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 24 mila casi giornalieri” (figura 4).
Nella settimana 18-24 maggio si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal -2,5% della Sicilia al -38,4% del Veneto (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, si registra un incremento percentuale dei nuovi casi solo in 4 Province siciliane (Palermo +0,1%, Catania +1,6%, Siracusa +14,7%, Enna +43,2%), in 103 una riduzione (dal -4,2% di Crotone al -50,2% di Verbano-Cusio-Ossola). Sono solo 5 le Province in cui l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Crotone (578), Cagliari (542), Sud Sardegna (540), Siracusa (520) e Oristano (505) (tabella 2).
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-18 maggio 2022 sono state registrate in Italia oltre 489 mila reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale continua a crescere e, nella settimana 12-18 maggio, ha raggiunto il 6% (n. 50.688 reinfezioni). “L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha fatto salire le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, hanno contribuito a raddoppiare il tasso di reinfezioni”.
Testing. Si registra un ulteriore calo del numero dei tamponi totali (-13%): da 1.727.246 della settimana 11-17 maggio a 1.502.199 della settimana 18-24 maggio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 13,7% (-180.117), mentre quelli molecolari del 10,8% (-44.930) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce sia per i tamponi molecolari (dall’8% al 6,2%) e che per gli antigenici rapidi (dal 16,1% al 13,1%) (figura 6).
Ospedalizzazioni. “Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID registra un’ulteriore flessione sia in terapia intensiva (-13,9%) che in area medica (-16,2%)”.
In dettaglio, i posti letto occupati al 24 maggio sono 290 posti in area critica e 6.257 in area medica (figura 7). Al 24 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,7% in area medica (dal 5,8% del Veneto al 20,5% dell’Umbria) e del 3,1% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7% del Molise) (figura 8). “Scende il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 24 ingressi/die rispetto ai 35 della settimana precedente” (figura 9).
Decessi. Continuano a diminuire i decessi: 633 negli ultimi 7 giorni (di cui 89 riferiti a periodi precedenti), con una media di 90 al giorno rispetto ai 109 della settimana precedente.
Vaccini: somministrazioni. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) l’88,1% della platea (n. 50.781.147) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+5.334 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.892.834) ha completato il ciclo vaccinale (+9.592 rispetto alla settimana precedente).
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 18-24 maggio si riduce ulteriormente il numero di nuovi vaccinati: 4.280 rispetto ai 4.723 della settimana precedente (-9,4%). Di questi il 41,6% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.781, con una riduzione del 3,3% rispetto alla settimana precedente. Continua a scendere tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 994 (-12,9% rispetto alla settimana precedente) (figura 10).
Vaccini: persone non vaccinate. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono 6,87 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figure 11 e 12), di cui:
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2.575.208 dosi: 1.390.685 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.264.724 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 38% con nette differenze regionali (dal 20,7% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia) (figura 13).
Vaccini: terza dose. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 39.538.731 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 7.465 somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’82,9% con nette differenze regionali: dal 77,2% della Sicilia all’86,9% della Valle D'Aosta. Sono 8,16 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figure 14 e 15), di cui:
“In meno di un mese – puntualizza Cartabellotta – le persone candidate a ricevere subito la dose booster sono più che raddoppiate (da 1,83 milioni il 28 aprile a oltre 4 milioni il 25 maggio) in quanto trascorsi 120 giorni dal completamento del ciclo primario o dalla guarigione dopo il ciclo primario. In tal senso, considerato l’attuale stallo della campagna vaccinale, nelle prossime settimane aumenterà ulteriormente la popolazione suscettibile, vista la limitata efficacia della vaccinazione con due dosi nei confronti della variante Omicron”.
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano infatti che:
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,7-48,5%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +35,3% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +4%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 24,6-78,6% per ricoveri ordinari; del 46,4-80,2% per le terapie intensive) e decesso (del 44,3-100%) (figura 16).
Vaccini: quarta dose persone immunocompromesse. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate 241.427 quarte dosi quarte dosi, con una media mobile di 5 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 30,5% con nette differenze regionali: dal 5,6% del Molise al 100% del Piemonte (figura 17).
Vaccini: quarta dose over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti RSA. Al 25 maggio (aggiornamento ore 06.17) sono state somministrate solo 617.307 quarte dosi, con una media mobile di oltre 14 mila somministrazioni al giorno.
In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 di over 80, 1.538.588 pazienti fragili della fascia di età 60-79 e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 14% con nette differenze regionali: dal 3,9% della Calabria al 30,5% del Piemonte (figura 18).
“Nonostante i ripetuti appelli della Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta – e la recente nota “Completamento delle schedule vaccinali anti-SARS-CoV-2 in soggetti vulnerabili” dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, la somministrazione della quarta dose non solo non è decollata, ma i trend documentano una fase calante. Eppure, la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave aumenta la mortalità nelle fasce più anziane della popolazione già vaccinate con tre dosi, mentre si consolidano le prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, gli eccellenti risultati di alcune Regioni “virtuose” dimostrano che somministrare alle persone vulnerabili l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose è solo una questione organizzativa e di informazione alla popolazione. Perché rimandare all’autunno, confidando nell’arrivo dei “vaccini aggiornati”, è una scelta molto azzardata per le persone vulnerabili”.