24 maggio -
"Per anni in Italia siamo stati orgogliosi delle nostre leggi riguardo l’assistenza e la sanità. Orgogliosi di quel Sistema sanitario nazionale che, da qualche anno a questa parte, qualcuno vorrebbe cambiare, in maniera improvvida, e non certo per apportare miglioramenti. Dopo una iniziale spinta propulsiva che, nell’ultimo ventennio, ci aveva portato a conquiste di civiltà, ultimamente stiamo vivendo una realtà regressiva". Così il collaboratore alle Politiche per la Disabilità al Comune di Roma, Antonio Giudi, ha commentato l'attuale situazione fotografata
dall'annuale Rapporto Istat.
"Non mi riferisco solo ai finanziamenti alla disabilità che, anno dopo anno, vengono sempre più ridotti, tanto da farci diventare oggi fanalino di coda a livello europeo, sopra soltanto l’Irlanda, Grecia e Cipro - ha spiegato Guidi -. Bisogna invece sottolineare che, non solo i soldi, ma anche l’assistenza alle persone è caratterizzata da un ‘assetto variabile’. Il finanziamento deve invece essere caratterizzato da un minimo ‘invariabile’ che non possa essere intaccato da nessuna crisi". Guidi a tal proposito è stato fortemente contrario ai provvedimenti intrapresi dal ministro per la Pubblica amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, che ha definito "del tutto inaccettabili". "Quella voglia ‘orgasmica’ da parte del ministro Brunetta di voler ad ogni costo portare equità all’interno della disabilità ha creato dei seri danni. Si sono messi sotto il riflettore casi di evasione o condotte al di fuori della legge, per poi utilizzare questi esempi al fine di condannare un’intera categoria. Sono state invece del tutto sottaciute tutte quelle inadempienze che da anni i disabili patiscono in prima persona".
Ma anche in questo caso i soldi non sono tutto, perchè, se è vero che "senza di essi si riesce a far poco", lo è altrettanto "il dover evidenziare come quegli scarsi finanziamenti disponibili, vengono ulteriormente persi in inutili spese burocratiche. Al disabile, al netto, non arriva che il 15-20% del finanziamento". Sono questi, secondo Guidi, i "veri sprechi da denunciare".
Riguardo poi lo storico divario tra il nord e il sud del Paese, ancora una volta evidenziato dal Rapporto Istat, "non possiamo non notare come i dati relativi alla disabilità non fanno che decuplicare la forbice tra le diverse realtà del Paese". "Anche in questo caso - ha proseguito - la disabilità funziona da lente d’ingrandimento ingigantendo problemi che si trascinano da decenni. Quello del sud è un problema non solo di disponibilità economiche, ma in parte anche culturale. Qui negli anni passati si è sofferto di un’emarginazione che ha portato a dei vistosi ritardi. Il tema della disabilità e del suo riequilibrio verso gli standard del nord potrebbero essere un trampolino di rilancio per il meridione".
In conclusione Guidi ha sottolineato come la crisi economica sia stata usata "come un grimaldello per tagliare indiscriminatamente senza tener conto di quelle priorità che non possono essere intaccate". "La disabilità è stata messa in un angolo con la scusa della crisi anche dallo stesso ministro Brunetta - ha concluso -. Noi rifiutiamo questa visione semplicistica del problema e avanzeremo le nostre proposte tenendo ben presente che prima dei tagli e delle necessità di cassa c’è la ‘carne’ e la sofferenza delle persone".
Giovanni Rodriquez