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QS Edizioni - sabato 27 luglio 2024

Cancro: troppe differenze nell’accesso ai farmaci

11 maggio - Tutti i farmaci antitumorali autorizzati dall’Aifa devono essere immediatamente disponibili nel territorio nazionale. Nella VI Giornata nazionale del malato oncologico organizzata dalla Favo (la Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia), i rappresentanti dei pazienti sottolineano la necessità di superare un ulteriore ostacolo. L’accordo siglato dalla Conferenza Stato-Regioni il 18 novembre 2010 ha infatti reso più semplici e immediate le procedure di introduzione per i farmaci che possiedono il requisito dell’innovatività terapeutica (non è infatti più necessario il preliminare inserimento dei prodotti nei Piani Terapeutici Regionali, che determinava evidenti disparità territoriali). Ma per superare le difformità regionali è necessario fare un ulteriore passo in avanti. “L’importante principio introdotto dalla Conferenza Stato-Regioni va applicato a tutti i farmaci oncologici, non solo a quelli innovativi - afferma Francesco De Lorenzo, presidente della Favo -. Il Piano Oncologico Nazionale, recentemente approvato, considera i tumori una patologia grave, causa di un terzo di tutti i decessi, e stabilisce che l’assistenza ai malati oncologici costituisca una priorità cui si deve far fronte per ridurre le disparità regionali. I risparmi, pur necessari, vanno previsti su altri aspetti, di minore gravità, dell’assistenza sanitaria”.
Altre discrepanze, evidenziano Carmelo Iacono e Marco Venturini dell’Aiom (Associazione italiana oncologia medica), riguardano la distribuzione di determinati farmaci oncologici orali nelle farmacie territoriali. “L’Aifa ha autorizzato alla fine del 2010 questa modalità di dispensazione in tutto il territorio, ma alcune Regioni hanno proposto una moratoria non applicando la delibera. Noi – aggiungono i vertici dell’Aiom - riteniamo che queste terapie debbano continuare ad essere distribuite solo nei presidi ospedalieri. La somministrazione per via orale è indubbiamente un vantaggio per il paziente, ma non incide sull’efficacia e sul pericolo di tossicità mantenendo necessario il costante controllo da parte di personale sanitario esperto. Senza dimenticare il rischio rappresentato da una scarsa aderenza al trattamento da parte del paziente”.

 
11 maggio 2011
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