6 aprile -
“Come dimostra anche l’ultimo scandalo in Lombardia, il settore sanitario continua ad essere tra i più colpiti dal virus della corruzione: ben 2 milioni di italiani hanno pagato ‘bustarelle’ per ricevere favori in ambito sanitario e 10 milioni hanno effettuato visite mediche specialistiche in ‘nero’”. Lo ha rilevato il sottosegretario all’Istruzione,
Davide Faraone, nel suo messaggio inviato alla Giornata nazionale contro corruzione in sanità.
“Corruzione e frodi nella sanità – ha osservato - valgono 6 miliardi di euro. Almeno 6 miliardi di euro, cioè più del 5% della spesa sanitaria pubblica, sono le risorse distolte dai servizi sanitari a causa della corruzione e delle frodi. Che il fenomeno sia consistente lo dimostrano anche i dati della Guardia di finanza, che da gennaio 2014 a giugno 2015 ha scoperto frodi e sprechi nella spesa pubblica sanitaria che hanno prodotto un danno erariale per 806 milioni di euro, pari al 14% del danno erariale complessivo. Il 54% degli italiani è convinto che la sanità nel nostro Paese sia corrotta. È un dato che ci pone al 69° posto nel ranking del Global Corruption Barometer, che classifica 107 Paesi del mondo. L’Italia è preceduta da tutti i Paesi europei più avanzati”.
Faraone ha garantito che “stiamo mettendo in campo, come Governo nazionale, molte azioni per combattere questa piaga. Lo scorso anno il Parlamento ha approvato il disegno di legge anticorruzione. Oltre ad aver rispristinato il reato di falso in bilancio, abbiamo dato più poteri all'Anac, l'autorità nazionale anti corruzione che dovrà essere informata attraverso il suo presidente dal pm qualora quest'ultimo eserciti l'azione penale per reati contro la pubblica amministrazione. L'Anac, inoltre, potrà intervenire sui contratti di appalto segretati e sarà informata su ogni notizia emersa in contrasto con le regole della trasparenza nelle controversie sull'affidamento di lavori pubblici e sul divieto di rinnovo tacito di contratti di lavoro pubblici”.
E, ha evidenziato, grazie al lavoro del Ministro Lorenzin, il Ministero della sanità ha aggiornato il Piano nazionale anticorruzione per il settore della sanità, un vero e proprio manuale delle procedure anticorruzione a disposizione delle singole realtà sanitarie per combattere e prevenire il fenomeno”.
Per il sottosegretario “è’ importante fare leggi ma è altrettanto importante lavorare avendo come “stella polare” la trasparenza. La trasparenza fatta bene è il vero antidoto alla corruzione. La corruzione è soprattutto e fondamentalmente un problema culturale: è uno strumento con il quale una parte del mondo imprenditoriale e politico si blinda rispetto alla concorrenza. Possiamo arrestarne quanti ne vogliamo e fare tutti i piani anticorruzione che vogliamo, ma bisogna fare una battaglia culturale per far capire che la corruzione è un danno soprattutto per noi. Per combattere la corruzione – ha ragionato - è necessario prevenire soprattutto sul piano culturale affinché si faccia comprendere che questa è un danno non al singolo o ad un gruppo bensì per tutto il paese. Occorre usare la stessa metodologia utilizzata per la lotta alla mafia che ha ottenuto risultati quando si è compreso il danno che arrecava a tutti”.
Non è dunque questione solo di leggi, ma soprattutto di ‘uomini’. Con una buona legge e pessimi uomini, infatti, corruzione e malcostume continueranno ad imperare. Quel che serve – ha concluso - è un radicale cambiamento culturale e di mentalità, che consenta a ciascuno di acquisire la coscienza dell'illecito e di recuperare il profilo morale ed etico che deve sempre sovrintendere l'attività umana. E in questo la formazione delle giovani generazioni è fondamentale. E’ questa la nostra sfida. Una sfida che possiamo vincere solo le istituzioni lavorano in sinergia”.