4 dicembre -
“Il quadro descritto dal Censis conferma quanto da anni l’Anaao Assomed, e le altre organizzazioni sindacali mediche e sanitarie, vanno denunciando, inascoltate. La diminuzione del perimetro di tutela pubblica non solo crea notevole insoddisfazione tra i cittadini, ma lascia spazio ad un privato sostitutivo, per chi può permetterselo. Agli altri non tocca che aspettare o rinunciare. L’aumento del tempo di attesa per le prestazioni, come anche quello per avere un posto letto in ospedale, testimoniato dalla drammatica situazione dei Pronto Soccorso, è figlio dei tagli a tutto quello che costa e dell’impoverimento numerico del personale che finora ha tenuto aperti i cancelli della “fabbrica sanità” con decine di milioni di ore di lavoro non retribuite”. È quanto dichiara in una nota il Segretario Nazionale Anaao Assomed,
Costantino Troise.
“Crescono – prosegue - le diseguaglianze territoriali, espressione ormai di un federalismo per abbandono che lascia alla deriva un terzo della popolazione italiana, cui si nega, a distanza di sei mesi, perfino un Assessore alla Sanità o un Commissario ad acta.
Nell’indifferenza del Ministro della salute e del Governo, strabico al punto da guardare ad ogni rivolo di Welfare, ma cieco davanti al mare della sanità, si sta consumando l’universalismo del SSN, dove la crescita della spesa a carico dei cittadini convive con il gonfiarsi delle fasce di popolazione che non accedono alle cure. Il diritto della salute da uno e indivisibile diventa funzione del reddito e della residenza. Anche per denunciare l’agonia di un sistema e salvare quello che resta, il 16 dicembre la sanità protesta con lo sciopero dei medici, dei veterinari, dei dirigenti sanitari, dei MMG e dei Pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali”.