27 novembre -
Il Cergas e la SDA Bocconi, con gli Alumni Bocconi (BAA), in parallelo all’elaborazione annuale del Rapporto Oasi 2015, hanno avviato un percorso per elaborare “Proposte per rendere il Ssn più efficace, equo e sostenibile”. Le proposte che seguono rappresentano una sintesi di un documento più esteso, che comprende un approfondimento del contesto di riferimento e una serie più ampia di proposte d’azione . Le proposte si focalizzano sui seguenti ambiti:
- La trasformazione della geografia dei servizi e dei sistemi di accesso unitari
- Il governo dell’innovazione e delle tecnologie
- I nuovi perimetri delle aziende sanitarie e la governance dei processi di fusione
- Regolare e integrare i consumi sanitari privati nel Ssn
- I cambiamenti necessari nella gestione del personale
1. La trasformazione della geografia dei servizi e dei sistemi di accesso unitari Le questioni più urgenti riguardano la riprogettazione dei servizi per ridefinire i processi produttivi ospedalieri e territoriali in coerenza con una domanda di salute più diversificata e complessa rispetto al passato. Ciò impone di prestare particolare attenzione alla revisione dei canali di accesso e alla “dimensione ottimale” dei processi che richiedono più know-how specialistico.
2. Il governo dell’innovazione e delle tecnologie Il concetto di innovazione è applicabile a diversi ambiti prioritari, generalmente percepiti come distanti e autonomi. In particolare, i principali pilastri dell’innovazione sono: farmaci; dispositivi medici (medical device); grandi tecnologie sanitarie; sistemi informativi; immobili. Ognuno di questi cinque pilastri è oggetto di regolazione e programmazione specifica, sebbene con diversi gradi di organicità e affinamento. Ad oggi, manca una visione sistemica dell’innovazione, che consideri questi ambiti in modo interdipendente. Si propongono alcune linee di intervento per introdurre logiche di sinergia, pur nella specificità di ciascuno di essi.
3. I nuovi perimetri delle aziende sanitarie pubbliche e la governance dei processi di fusione I processi di fusione sono una parte rilevante dello scenario della sanità italiana (negli ultimi 15 anni le aziende sanitarie pubbliche si sono ridotte di circa il 25%), ma le finalità che li avrebbero dovuti guidare, o almeno giustificare, nella maggior parte dei casi non sono state esplicitate. Appare importante sottolineare alcune aree di attenzione che possono aiutare management e aziende a valorizzare i processi di fusione e di cooperazione interaziendale.
4. Regolare e integrare i consumi sanitari privati nel SSN Nell’attuale dibattito sul futuro del servizio sanitario italiano meritano una particolare attenzione i cambiamenti che stanno avvenendo in quei circuiti economici del settore sanitario non sostenuti da risorse pubbliche e trainati, in misura prevalente, da scelte individuali e da meccanismi di mercato. I policy maker e il management del SSN tendono da sempre a sottovalutare tali “consumi sanitari privati” come possibile risorsa per una risposta ai bisogni collettivi. Ad esempio, quasi il 40% delle visite specialistiche sono out of pocket: un mercato che spesso è totalmente scollegato dai percorsi dei pazienti che si trovano, quindi, ad auto-organizzarsi. Bisogna innanzitutto uscire dalla retorica politica e “sdoganare” il ruolo effettivo che i consumi sanitari privati hanno nel rispondere ai bisogni di salute.
5. I cambiamenti necessari nella gestione del personale La gestione del personale del SSN è caratterizzata da dinamiche esterne e interne che si influenzano vicendevolmente. La mutazione dei bisogni sanitari, soprattutto cronicità e non autosufficienza, trasforma la domanda di servizi e chiede nuovi ruoli, nuove competenze e una loro diversa organizzazione. Le misure di contenimento della spesa hanno comportato lo stringente controllo della principale voce di costo, rappresentata dal personale. Le dinamiche interne riguardano l’evoluzione dei saperi professionali e le traiettorie di professionalizzazione, soprattutto degli infermieri, insieme all’eredità delle scelte di restringimento dell’accesso alla professione medica di quasi 30 anni fa (introduzione del numero chiuso al corso di laurea). Il marcato invecchiamento degli organici (età media 51 anni) cresce di 1 anno ogni due esercizi.