10 luglio -
Il presidente di Ania,
Aldo Minucci durante il suo discorso in occasione della Relazione annuale ha parlato anche di sanità e delle riforme necessarie: dai ai Lea ai ticket passando per la sanità integrativa”.
“Nella sanità i dati evidenziano un crescente divario fra i bisogni dei cittadini, che sono in aumento anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, e l’adeguatezza e la tempestività delle prestazioni garantite dallo Stato, soggette a vincoli sempre più stringenti di finanza pubblica. Non è un caso che, in Italia, vi sia una forte incidenza delle spese sanitarie “di tasca propria”, ossia delle spese che i cittadini pagano direttamente”.
“Oltre a questo – ha precisato - , con la crisi economica è aumentato il numero delle persone che sono costrette a rinunciare alle cure, anche a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Per modificare tale situazione occorre a nostro avviso una riforma che, pur mantenendo l’accesso universalistico ai servizi sanitari pubblici, preveda che alcune prestazioni – quali la prevenzione, la diagnostica, le visite specialistiche – siano offerte gratuitamente solo a coloro che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica. Tutti gli altri dovrebbero sostenerne il costo, ricorrendo a strumenti assicurativi, mutue o fondi sanitari, ovviamente incentivati sotto il profilo fiscale. Tale modello, oltre a permettere importanti razionalizzazioni nei costi delle prestazioni sanitarie, determinerebbe una riduzione delle liste di attesa per effetto dei maggiori spazi disponibili nelle strutture pubbliche derivanti dall’apertura alle prestazioni sanitarie integrative”.
Ma per rendere concretamente attuabile il nuovo assetto “occorre che si realizzino alcune condizioni. È necessaria, anzitutto, una ridefinizione dei livelli essenziali di assistenza e delle modalità di calcolo dei ticket, in modo da fare chiarezza su quello che lo Stato garantisce effettivamente ai cittadini. Occorre, poi, un insieme di regole omogenee per tutti gli operatori della sanità privata (mutue, fondi sanitari e imprese di assicurazione). A tal fine, è opportuna l’approvazione di un “Testo Unico” della sanità integrativa che preveda una sola Autorità di vigilanza per le diverse forme sanitarie, stabilendo – a tutela degli assistiti – requisiti di governance e solvibilità uniformi. L’equiparazione delle forme sanitarie integrative deve ricomprendere i profili fiscali, estendendo anche alle polizze la deducibilità dei contributi versati ed eliminando la specifica imposta sui premi assicurativi”.