23 novembre -
La tentazione è troppo forte per resistere: lo diciamo da anni, senza successo, a Governi e Regioni di centro, destra e sinistra. La sanità pubblica è un “valore a sé” e come tale deve essere tutelato e rafforzato, come dimostra l’inchiesta di
Ilvo Diamanti.
Viene smentito cosi l’ennesimo luogo comune. Circa l’80% dei cittadini italiani esprime un grado di fiducia molto elevato verso i medici pubblici, gli specialisti ed anche verso i tanto vituperati ospedali! E non per sentito dire, visto che i più convinti sono coloro che ne hanno fatto esperienza diretta. Quale istituzione, a cominciare da quelle politiche, può dire altrettanto? Ed è significativo anche che tra gli italiani non trova diritto di cittadinanza quella richiesta di meno stato più mercato che pare diventata senso comune delle politiche sanitarie degli ultimi anni. Sono cambiati almeno 3 governi, ma non questo ossessivo ritornello.
I risultati della indagine Demos fanno piazza pulita dell’ennesimo luogo comune sulla sanità pubblica dopo che anche gli ultimi dati OCSE dimostrano che essa non è quel pozzo senza fondo descritto, per secondi e terzi fini, da molti politici ed economisti, che vedono l’aggregato di costo senza riuscire a distinguere il grano dal loglio e pensano di poterlo erodere a piacimento “ad invarianza di servizi”. E nella notte in cui tutti i gatti sono neri sanno mettere in campo una sola arma: il taglio di tutto quello che costa, compresi i diritti di cittadini e lavoratori.
Se coloro che chiedono il voto dei cittadini o della “gente” dichiarando di mettersi al loro servizio facessero seguire alle parole i fatti, il sistema sanitario pubblico e nazionale non sarebbe a rischio di estinzione proprio nelle caratteristiche di universalismo ed accessibilità che gli italiani apprezzano maggiormente.
Se Governi e Regioni spendessero non un euro, ma una parola ed un atto a favore del patrimonio professionale loro affidato, che rende esigibile il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani, la crisi della medicina pubblica potrebbe essere arrestata.
Ma il giudizio dei cittadini che a noi si affidano in momenti delicati della loro vita ci induce a credere che non sia troppo tardi. Ognuno però deve fare la propria parte. Noi la faremo.
Costantino Troise
Segretario nazionale Anaao Assomed