2 ottobre -
Il tumore maligno dello stomaco rappresenta la seconda causa di morte per tumore nel mondo, con una frequenza in netto declino a causa del mutamento delle abitudini alimentari e della conservazione dei cibi. Il tumore interessa nel 40% dei casi la parte inferiore dello stomaco, in un altro 40% la parte media e nel 15% circa la parte superiore. Nella maggior parte dei casi i tumori dello stomaco sono adenocarcinomi, in circa il 5% dei casi sono linfomi, raramente possono essere diagnosticati carcinoidi o tumori stromali. La diagnosi può avvenire in stadi avanzati del tumore a causa dell’aspecificità della sintomatologia clinica.
È stato definito il seguente indicatore: Mortalità a 30 giorni dall’intervento per tumore maligno del polmone in cui l’esito misurato è la morte entro 30 giorni dalla data intervento e l’esposizione è data dalla struttura di ricovero. L’indicatore consente di valutare il rischio operatorio dei pazienti con diagnosi di tumore maligno dello stomaco sottoposti ad intervento chirurgico di resezione gastrica in termini di mortalità a 30 giorni, misurata come mortalità durante l’intervento, durante la degenza post-operatoria o entro 30 giorni dall’intervento.
Il valore dell’indicatore può differire tra aree territoriali e strutture per la diversa qualità delle cure, ma può essere imputabile anche alla eterogenea distribuzione di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, comorbilità del paziente. (VEDI TABELLA)
L'analisi. Per quanto riguarda questo indicatore tutte le prime dieci strutture analizzate hanno avuto un esito pari allo 0%. Da notare come vi siano cinque strutture della Lombardia con in testa l’Istituto nazionale dei tumori di Milano (160 interventi) e l’ospedale S. Gerardo di Monza (143 interventi). Esito allo 0% anche per due strutture venete (Policlinico di Verona e Ospedale Santa Maria Del Prato). Con esiti pari a 0 anche l’Ifo-Istituto Regina Elena di Roma l’Ospedale Riunti di Jesi e Ao Mater Domini di Catanzaro.
Dal lato invece degli esiti sopra la media e più sfavorevoli troviamo l’ospedale Misericordia e Dolce di Prato che a fronte di 67 interventi valutati ha visto un indice di mortalità del 20,9%. Indice quattro volte sopra la media anche per l’Ao Riuniti di Foggia dove su 75 interventi l’esito di mortalità si è verificato nel 20,1% dei casi. Esiti sopra la media anche per l’Ospedale Belcolle di Viterbo (17% su 54 interventi) e per il San Carlo di Potenza con mortalità al a 30 giorni al 16,3% su 71 interventi valutati.