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QS Edizioni - mercoledì 3 luglio 2024

Spesa e consumo di farmaci a brevetto scaduto

24 settembre - I medicinali a brevetto scaduto hanno costituito il 62,1% dei consumi (dosi giornaliere ogni mille abitanti) e circa il 37,7% della spesa netta convenzionata.
 
Nel 2012 hanno perso la copertura brevettuale principi attivi dal rilevante impatto sulla spesa farmaceutica: atorvastatina, irbesartan come monocomposto e in associazione, candesartan, rabeprazolo, donepezil e quetiapina. L’atorvastatina si colloca al quinto posto tra i primi venti principi attivi a maggior spesa con 156 milioni di euro.
 
Tra i primi venti principi attivi a brevetto scaduto ben quattro appartengono alla categoria degli inibitori di pompa: lansoprazolo, pantoprazolo, omeprazolo ed esomeprazolo, con una spesa rispettivamente di 267, 235, 195 e 135 milioni di euro.
 
Complessivamente, le Regioni in cui sono stati registrati i più elevati consumi di medicinali a brevetto scaduto sono state l’Umbria (65,5%), la Toscana (63,9%) e il Veneto (63,8%), mentre l’incidenza più bassa è stata rilevata in Sardegna (58,3%), Basilicata (58,6%) e Molise (58,8%).
La Toscana è la Regione con la maggiore incidenza della spesa per farmaci a brevetto scaduto sulla spesa farmaceutica convenzionata netta regionale (43,5%), seguita da Umbria (42,6%) ed Emilia Romagna (42,3%), al contrario Lombardia (32,6%), Sardegna (34,5%) e Sicilia (36,0%) sono quelle nelle quali è stata registrata la più bassa incidenza.
 
Calabria e Basilicata hanno mostrato le più alte percentuali di spesa 2012 per farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale (prossime all’80%), mentre la Provincia Autonoma di Trento e la Lombardia hanno evidenziato una ripartizione quasi al 50% tra la spesa per farmaci equivalenti e quella per farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale.
 
Nel confronto internazionale, l’Italia si colloca al terzo posto, dopo Grecia e Irlanda, in termini di spesa per farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale; invece Inghilterra, Germania e Francia sono i Paesi con le più alte incidenze di spesa per farmaci equivalenti.
 
In Italia si registra ancora un impiego limitato dei farmaci biosimilari che, al contrario, consentirebbero di guadagnare rilevanti risparmi in termini di spesa. Tuttavia, nel corso del 2012 sono stati registrati consistenti incrementi rispetto al 2011 della spesa farmaceutica pubblica (cioè  la spesa farmaceutica convenzionata lorda, con l’aggiunta della spesa relativa all’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche), soprattutto per quanto riguarda i biosimilari dell’epoetina alfa (+231% e +103% rispettivamente per la spesa e i consumi) e i biosimilari del filgrastim (+414% e +104% rispettivamente per la spesa e i consumi).
 
24 settembre 2013
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