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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Tempi di attesa. Dieci anni di interventi italiani per ridurre il problema

8 febbraio - 2002 – l’accordo Stato-regioni introduce due principi base nella gestione delle liste d’attesa: 1) la scelta delle procedure che necessitano ricovero diurno da quelle che necessitano ricovero normale devono essere basate su una valutazione evidence-based 2) le priorità da dare ai pazienti in day hospital o in ricovero deve essere basata su criteri clinici. A partire da queste sono state dunque costruite linee guida specifiche e limiti massimi di attesa per dieci diverse prestazioni. Tuttavia, non sottostare a questi limiti non ha conseguenze per le strutture sanitarie e dunque molte regioni non hanno ritenuto obbligatorio sottostare alle regole stabilite.
2004-2006 – Agenas ha coordinato un progetto nazionale il cui scopo era la creazione di un framework nazionale sulle regole e la comunicazione dei tempi di attesa, che tutte le regioni devono rispettare. Le raccomandazioni nel documento conclusivo prevedono: 1) il monitoraggio sistematico dei tempi di attesa per ricovero e day hospital; 2) l’implementazione sistematica delle regole riguardanti la scelta delle priorità tra le diverse prestazioni cliniche; 3) il rafforzamento della normativa che proibiva la pratica di rifiuto d’accesso alle liste d’attesa; 4) il monitoraggio dei pathway clinici per diverse condizioni cliniche rilevanti.
2006 – il Ministero della Salute rilascia un Piano Nazionale di Contenimento dei Tempi di Attesa che prevede: 1) i tempi massimi di attesa per 100 trattamenti non urgenti, sia che prevedono ricovero che effettuati in day hospital (tra questi 49 trattamenti critici in ambito oncologico, cardiovascolare, ginecologico e geriatrico, 7 consulti specifici genericamente molto diffusi e 45 altre procedure ambulatoriali e di ricovero diurno, tra cui trattamenti, procedure o interventi chirurgici); 2) le indicazioni per un nuovo sistema di monitoraggio per questi 100 trattamenti; 3) la richiesta di revisione annuale da parte di Agenas dei limiti di attesa, sulla base di evidenze scientifiche; 4) la richiesta alle regioni di inserire centri di prenotazione unificati; 5) la richiesta che le regioni forniscano alla popolazione informazioni sui tempi di attesa.
2010-2012 – il Sistema sanitario nazionale migliora e rafforza l’azione per ridurre i tempi di attesa. Aggiorna la lista di servizi diagnostici, terapeutici e di riabilitazione; definisce quattro livelli di priorità per i ricoveri (sia normali che day hospital); identifica le patologie cardiovascolari e oncologiche come aree di priorità per lo sviluppo di strumenti specifici di diagnosi e terapia che siano in grado di ridurre difficoltà e tempi di azione; chiede alle regioni a monitorare sistematicamente le liste e i tempi di attesa e rendere i dati fruibili; pianifica di monitorare i tempi di attesa per alcuni servizi specifici che non prevedono ricovero; richiede alle regioni di fare particolare attenzione alle malattie cardiovascolari e oncologiche raccomandando che per queste almeno per il 90% dei pazienti i tempi di attesa non superino 30 giorni per la diagnosi e 30 giorni per l’inizio dei trattamenti.
 
8 febbraio 2013
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