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QS Edizioni - domenica 30 giugno 2024

Fumo, alcol, obesità. Un rischio soprattutto per gli uomini

23 gennaio - Molte delle malattie croniche, tra le principali cause di morte, si possono prevenire adottando stili di vita salutari fin dall’età giovanile. Il programma “Guadagnare salute” della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è stato adottato anche in Italia dal 2007. Esso sostiene gli interventi dei vari settori economici, sanitari e di comunicazione, atti a contrastare la diffusione dei principali fattori di rischio, quali fumo, alcol, stili alimentari non salutari e sedentarietà, questi ultimi strettamente connessi all’obesità. In Italia, nel 2011, con riferimento alla popolazione di 14 anni e più, i fumatori rappresentano il 22,3 per cento, i consumatori di alcol a rischio il 15,5 per cento, mentre la prevalenza delle persone obese ammonta al 10,0 per cento della popolazione adulta di 18 anni e più.

Per i confronti in ambito europeo si fa riferimento ai dati più recenti diffusi dall’Oecd nel 2012, considerando 19 paesi europei aderenti all’Ocse, sulla base di indicatori il più possibile aggiornati e comparabili tra loro. Per l’Italia la percentuale di fumatori sul complesso della popolazione di 15 anni e più è pari al 22,5 per cento. L’Italia si colloca in posizione centrale nella classifica dei paesi che vede nelle prime posizioni la Grecia (31,9), l’Irlanda (29,0), l’Ungheria (26,5) e la Spagna (26,2). I paesi in cui invece è meno diffusa l’abitudine al fumo sono Svezia (14,0), Lussemburgo (17,0), Portogallo (18,6) e Finlandia (19,0).

Riguardo alla percentuale di persone obese, calcolata sul totale della popolazione di 15 anni e oltre, l’Italia si colloca tra i paesi con i valori più bassi (10,0) considerando però la popolazione adulta (18 anni ed oltre), insieme ai Paesi Bassi (11,4), all’Austria (12,4), alla Svezia e alla Francia (12,9 per entrambe). All’opposto, percentuali più alte si riscontrano in Ungheria (19,5), Repubblica Ceca (17,4) e Grecia (17,3). I valori particolarmente elevati di Regno Unito (26,1) e Lussemburgo (23,5) possono essere dovuti alla diversa fonte utilizzata. In questi due paesi, infatti, così come in Slovacchia, l’indicatore non si basa sulla dichiarazione di peso e altezza dell’intervistato, come negli altri paesi, ma sulla misurazione delle due dimensioni considerate, ed è noto in letteratura che il dato dichiarato, per gli adulti, comporta una sottostima del fenomeno.

l consumo di alcol a rischio e l’obesità fanno emergere situazioni contrapposte a livello territoriale. Confrontando le regioni del Centro-Nord con quelle del Mezzogiorno, nel 2011 nelle prime è più alta la quota di consumatori di alcol (17,2 contro 12,1) ed è più bassa quella di persone obese (9,5 contro 10,9). Le percentuali più elevate di adulti obesi si registrano in Molise (13,5), Basilicata (13,1), Puglia (12,6) ed Emilia-Romagna (12,0), mentre il consumo di alcol con modalità a rischio interessa principalmente Bolzano (23,5), la Valle d'Aosta (23,3), il Molise (22,0), la provincia autonoma di Trento (19,6) e il Friuli-Venezia Giulia (21,4).

Per i fumatori, la quota più alta si rileva nel Lazio (27,2) e in Abruzzo (24,0).

Nel complesso, fumo, alcol e obesità interessano soprattutto gli uomini, con differenze rispetto alle fasce di età: a 25-34 anni i fumatori raggiungono la percentuale più elevata (38,9 contro il 22,4 delle donne), mentre il consumo di alcol a rischio è più diffuso tra gli anziani di 65-74 anni (45,7 contro l'11,7 delle donne) e tra i giovani di 18-24 anni (22,8 contro l'8,4 delle donne). Infine, l’obesità aumenta dopo i 35 anni, sia per gli uomini sia per le donne, con differenze di genere a svantaggio degli uomini che si annullano tra le persone anziane.

Fonte: Istat, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, edizione 2013
23 gennaio 2013
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