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QS Edizioni - domenica 30 giugno 2024

Mobilità ospedaliera. Fenomeno che caratterizza soprattutto il Sud

23 gennaio - Il fenomeno della mobilità ospedaliera interregionale è particolarmente rilevante sia in termini quantitativi sia perché riguarda quei pazienti che, per motivi di varia natura, si ricoverano in una regione diversa da quella di residenza. Nel complesso, le regioni sono interessate da circa 597 mila ricoveri ospedalieri (o dimissioni) di pazienti non residenti (8,2 per cento del totale dei ricoveri ordinari per “acuti” nel 2010) e da oltre 535 mila ricoveri effettuati dai pazienti in una regione diversa da quella di residenza (7,4 per cento, riferito ai soli residenti in Italia).

Le motivazioni che conducono ad effettuare il ricovero lontano dalla propria residenza sono diverse. In alcuni casi la mobilità si giustifica con la vicinanza geografica con strutture di altre regioni, oppure dipende dalla presenza in altre regioni per motivi di studio o lavoro. In altri casi le motivazioni sono legate alle condizioni di salute e quindi alla necessità di usufruire di prestazioni di alta specializzazione non erogate dalla propria regione o alla maggiore fiducia nei servizi ospedalieri di altre regioni. I principali poli di attrazione sono concentrati nelle regioni del Centro-Nord.

Il fatto che una parte della mobilità ospedaliera dipenda dalla vicinanza geografica è testimoniato dall’elevato valore degli indici di mobilità nelle regioni più piccole: Basilicata, Valle d’Aosta e Molise, infatti, presentano nel 2010 percentuali dell’indice di emigrazione superiori al 19 per cento. Il valore contenuto della provincia autonoma di Bolzano (4,7 per cento) si spiega con l’emigrazione verso i paesi esteri confinanti.

Oltre a queste realtà territoriali, le regioni con un flusso di emigrazione piuttosto consistente rispetto ai ricoveri effettuati dai propri residenti sono la Calabria (17,0), l’Abruzzo (16,6) e la provincia autonoma di Trento (15,9).

L’esame congiunto dei due indicatori di emigrazione e immigrazione mostra quali regioni, a esclusione di quelle più piccole già descritte in precedenza, compensano positivamente i due flussi e quali, al contrario, sono in deficit. Le prime si trovano al di sotto della bisettrice e sono, in particolare, l’Emilia-Romagna, la Lombardia, la Toscana, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio. Il Molise è l’unica regione del Sud che si posiziona in questa parte del grafico. Le seconde, collocate al di sopra della bisettrice, sono la Calabria e, in misura minore, la Campania, la Sicilia e la Sardegna.

L’indice di attrazione conferma questo dualismo tra alcune regioni del Centro-Nord, che registrano un valore significativamente più elevato di uno, e quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con un indice pari o inferiore a 0,7.

Fonte: Istat, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, edizione 2013
23 gennaio 2013
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