Ancora luci e ombre sulla contraccezione d’emergenza. Nonostante in una recente sentenza il
Tar del Lazio abbia chiarito che ellaOne, la pillola dei 5 giorni dopo a base di Ulipristal acetato, rimane in vendita in farmacia, e senza ricetta, anche per le minorenni, continuano ad arrivare segnalazioni di stigma o rifiuto a dare il farmaco alle giovanissime.
A puntare i riflettori sul percorso a volte accidentato delle ragazze italiane è il settimanale
Donna Moderna che ha realizzato un piccolo test nelle farmacie italiane, mandando in avanscoperta 10 minorenni tra Milano, Torino e Roma. Sei hanno ottenuto il farmaco (3 nella Capitale, 2 in Piemonte, 1 in Lombardia), ma per le altre quattro non è stato possibile acquistarlo: 2 farmacisti hanno detto che non avevano la pillola, altri 2 si sono dichiarati contrari alla vendita.
Ma, come racconta l’autrice dell’articolo della rivista femminile, anche le sei ragazze che sono riuscite a conquistare il farmaco, hanno subito ramanzine o incassato lo stigma, più o meno velato, dei farmacisti. “La dottoressa mi ha chiesto cosa avevo combinato, perché alla mia età non ci si deve trovare in una situazione simile. Il tutto a voce alta, nel negozio pieno”, ha detto a Donna Moderna una 16enne romana.
A eliminare l’obbligo di prescrizione per le under 18, lo ricordiamo, è stata una determina dell’Agenzia del farmaco dell’8 ottobre 2020, che ha modificato il “regime di fornitura del medicinale per uso umano EllaOne (ulipristal)”. Un obbligo di prescrizione medica cancellato da Aifa per le donne maggiorenni già dal 2015 (per Norlevo il farmaco a base di Levonorgestrel, la cancellazione della ricetta medica è arrivata nell’anno successivo).
Sulla presunta contrarietà di alcuni farmacisti alla vendita del farmaco a base di Ulipristal acetato si è espressa
Federfarma. Il segretario nazionale
Roberto Tobia ha precisato che per i farmacisti non esiste un’obiezione a livello legislativo, come accade con i medici che “si appellano alla legge 194”, ma questo non esclude che possano esserci professionisti con delle riserve per questioni etiche. “Il farmacista è il professionista del farmaco e se la legge lo prevede deve venderlo” ha dichiarato a Donna Moderna spiegando che questa pillola non fa parte dei medicinali di emergenza, che i farmacisti sono obbligati a tenere sempre a disposizione “ma non possiamo negarla se l’abbiamo”.
Tobia ha sottolineato l’importanza dell’informazione alle adolescenti “la conseguenza di un rapporto non protetto non è soltanto una gravidanza, ma anche le malattie sessualmente trasmissibili, che infatti sono in aumento. Ecco perché, quando l’Agenzia italiana del farmaco ha aperto la vendita di questa pillola alle adolescenti, ha precisato che bisogna distribuire anche un opuscolo informativo sulla contraccezione d’emergenza. Il vero nodo, nel nostro Paese, è la carenza di educazione sessuale”.
Quanto ai numeri su farmacisti obiettori, Federfarma ha precisato che non esistono “dati ufficiali sulla diffusione di questo medicinale alle giovanissime e nemmeno sui farmacisti contrari, perché la distribuzione alle under 18 è realtà da pochi mesi”.
Ma, conclude Federfarma “se ci saranno problemi faremo sensibilizzazione e informazione con i nostri professionisti”.
Sui dubbi che il farmaco possa essere abortivo, come rivendicato dalle associazioni pro life è intervenuta anche
Elsa Viora, presidente Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani). “EllaOne, come Norlevo” ha chiarito, blocca o ritarda l’ovulazione. Se la donna che ha assunto il farmaco è già incinta, la contraccezione di emergenza “non funziona. Non si tratta quindi di interruzione di gravidanza”.
Da anni ha spiegato Viora, ellaOne è utilizzata in tutto il mondo e non sono mai stati segnalati problemi: “Non esistono controindicazioni, insomma, come si può leggere nel bugiardino, è indicata per chiunque. Certo, è un medicinale quindi può avere effetti collaterali, tipo nausea, vomito o mestruazioni più dolorose e non va presa con leggerezza. C’è stato un aumento nelle vendite da quando non serve la ricetta, e di pari passo sono diminuite ancora le interruzioni di gravidanza, ma non abbiamo dati che facciano pensare a un utilizzo improprio. Credo che spesso si tratti di giovani che si trovano davanti a un imprevisto e brancolano nel buio. Perché spesso di questi temi non si parla né in famiglia né a scuola”.