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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Vaccinazione Covid-19. “Per chi ha superato infezione, può bastare una sola dose anche dopo 10 mesi”

immagine 21 giugno - A suggerirlo sono i risultati di uno studio dell’Irccs di Negrar, in revisione presso la rivista Clinical Microbiology and Infection, condotto su circa 2mila fra infermieri e medici. La risposta anticorpale al vaccino a mRNA in chi è stato contagiato da Sars-CoV-2, è più alta se trascorre più tempo dal contagio, soprattutto in chi è giovane, nelle donne e in chi ha avuto i sintomi dell’infezione
La raccomandazione temporale del Ministero della Salute a eseguire una sola dose di vaccino in chi ha avuto Covid-19 non oltre i 6 mesi dall’infezione, trascorsi i quali è prevista una seconda dose, andrebbe riconsiderata. Si può aspettare di più senza paura che la vaccinazione perda efficacia, anzi sembra accadere il contrario.
 
È quanto emerge da uno studio dell’Irccs ‘Sacro Cuore Don Calabria’ di Negrar di Valpolicella (VR) attualmente in revisione presso la rivista Clinical Microbiology and Infection. Lo studio ha dimostrato che somministrare il vaccino a mRNA a distanza di dieci mesi dal contagio porta a una risposta anticorpale ancora migliore di quella che si ottiene con l’inoculo a distanza più ravvicinata dall’infezione.
L’indagine, condotta su circa 2mila operatori sanitari, ha inoltre verificato che la risposta anticorpale è particolarmente forte nei più giovani, nelle donne e in chi ha avuto un Covid-19 sintomatico. Per non sprecare preziose dosi di vaccino, i ricercatori invitano perciò a considerare di vaccinare con una sola dose chiunque abbia avuto Covid-19, indipendentemente dal tempo trascorso dall’infezione.
 
Lo studio è stato condotto fra gennaio e marzo 2021, quando gli operatori sanitari dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar sono stati sottoposti alla vaccinazione anti-Covid con un preparato a mRNA; ai partecipanti sono stati dosati gli anticorpi contro Sars-CoV-2 al momento della prima e della seconda dose e poi una terza volta dopo 2/3 settimane dall’ultimo inoculo.
 
“Abbiamo dosato varie classi di anticorpi e in special modo gli anticorpi IgG quantitativi che comprendono quelli neutralizzanti, che con una certa approssimazione misurano la risposta al vaccino – spiega il coordinatore della ricerca Zeno Bisoffi, del Dipartimento di Malattie Infettive e Microbiologia dell’Irccs ‘Sacro Cuore Don Calabria’ di Negrar di Valpolicella (VR) – Dei 1935 partecipanti, 232 avevano una storia di infezione documentata e in questi operatori sanitari il titolo anticorpale medio dopo una sola somministrazione di vaccino era significativamente più alto rispetto a quello rilevato in chi non aveva mai contratto il virus e aveva ricevuto due dosi di vaccino. Questo conferma le osservazioni di altri ricercatori su numeri inferiori e corrobora la decisione di procedere con un’unica somministrazione in chi ha già avuto il Covid-19”.
 
A oggi però questa scelta è stata limitata ai 6 mesi dopo l’infezione: nei casi in cui sia trascorso più tempo viene prevista una seconda dose di vaccino, come accade per chi non ha mai incontrato il virus. I dati raccolti dai ricercatori italiani dimostrano che non è necessario, anzi: “Con sorpresa abbiamo osservato che la risposta anticorpale era tanto più forte quanto più tempo era trascorso dall’infezione, fino a oltre dieci mesi; la risposta è più consistente anche in chi è più giovane, nelle donne e in chi ha avuto un Covid-19 con sintomi – aggiunge Bisoffi – Tutto ciò suggerisce che una singola dose di vaccino a mRNA è comunque sufficiente in chi ha avuto il Covid-19, indipendentemente dal tempo trascorso dall’infezione: considerando che non possiamo permetterci di sprecare preziose dosi di vaccino, il criterio della vaccinazione monodose soltanto entro i 6 mesi dal contagio potrebbe essere rivisto per far sì che chi ha avuto Covid-19 riceva un’unica dose, sempre. L’obiettivo adesso – conclude Bisoffi – è verificare questi dati in una popolazione che sia stata vaccinata dopo tempi ancora più lunghi dall’infezione, per corroborare ulteriormente l’indicazione”.
21 giugno 2021
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