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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Covid. L’Unione europea chiede maxi risarcimento ad AstraZeneca per violazione del contratto

immagine 26 maggio - L'UE chiedeva all'azienda farmaceutica la fornitura di almeno 120 milioni di dosi entro la fine di giugno. A inizio maggio, erano solo 50 milioni le dosi consegnate, un quarto dei 200 milioni di vaccini previsti nel contratto per quel periodo. L'UE punta ad ottenere 10 euro a dose per ogni giorno di ritardo. Chiede inoltre un multa da 10 milioni di euro per AstraZeneca per ogni violazione del contratto che il giudice riuscirà ad accertare. Il verdetto è atteso il mese prossimo.
L'Unione europea ha accusato AstraZeneca di non aver rispettato il contratto per la fornitura di vaccini contro il Covid-19 e ha chiesto a un tribunale belga di imporre una maxi multa all'azienda farmaceutica.
 
L'UE aveva citato in tribunale l'azienda anglo-svedese ad aprile dopo che questa aveva dichiarato di puntare alla fornitura di soli 100 milioni di dosi del suo vaccino entro la fine di giugno, invece dei 300 milioni previsti nel contratto siglato. L'UE invece, chiedeva che l'azienda fornisse almeno 120 milioni di vaccini entro la fine del primo semestre. AstraZeneca aveva consegnato 50 milioni di dosi all'inizio di maggio, un quarto dei 200 milioni di vaccini previsti nel contratto per quel periodo.
 
"AstraZeneca non ha nemmeno tentato di rispettare il contratto", ha detto l'avvocato dell'UE, Rafael Jafferali, al tribunale di Bruxelles nel corso della prima udienza. Secondo i legali che hanno presentato la richiesta, si punta ad ottenere 10 euro a dose per ogni giorno di ritardo. L'Ue chiede inoltre un multa da 10 milioni di euro per AstraZeneca per ogni violazione del contratto che il giudice riuscirà ad accertare. Il verdetto è atteso il mese prossimo.
 
Per il legale dell'UE quel principio del "miglior sforzo possibile" inserito nel contratto non è stato rispettato dal momento che l'azienda non ha consegnato le 50 milioni di dosi prodotte nelle fabbriche che sono elencate nel contratto come fornitori dell'UE, di cui 39 milioni di dosi prodotte in Gran Bretagna, 10 milioni prodotte negli Stati Uniti e 1 milione nei Paesi Bassi. Secondo l'avvocato queste dosi sono state "dirottate" verso altri clienti.
 
L'azienda ha affermato che le dosi prodotte in Gran Bretagna erano riservate in base a un contratto firmato dal governo britannico con l'Università di Oxford, che ha sviluppato il vaccino. Jafferali sostiene però che AstraZeneca si era impegnata nel contratto dell'UE a non avere altri impegni che le avrebbero impedito di rispettare i termini dell'accordo.
 
Sollevato poi un ulteriore problema legato ai ritardi di comunicazione sui problemi di forniture. L'avvocato UE ha anche affermato che AstraZeneca non è riuscita a comunicare tempestivamente  l'entità dei suoi problemi di approvvigionamento sottolineando, anche pubblicamente, che era in grado di raggiungere i suoi obiettivi, prima di ammettere finalmente che c'erano grandi carenze a marzo. L'azienda aveva avvertito l'UE a dicembre di problemi di produzione, ma ha comunicato solo a fine gennaio, poco prima dell'inizio delle consegne, un taglio molto più ampio di quanto inizialmente previsto per il primo trimestre.
26 maggio 2021
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